Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  martedì 18 marzo 2014
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Lettera aperta al Presidente nazionale di Arcigay, Aurelio Mancuso

di Clara Comelli

Dopo aver letto l’intervento del Presidente di Arcigay, Aurelio Mancuso, pubblicato sul “Corriere della Sera”, nell'edizione di Milano, vorremmo  invitarlo a condividere con noi  alcune riflessioni, con la speranza di rassicurarlo un po’. Mancuso non ha posto delle domande  e anzi le sue sono state semmai delle amare constatazioni. Noi però che crediamo, con ottimismo realistico, che qualcosa debba cambiare, vogliamo trasformare le sue conclusioni in domande. Se Mancuso apprezzerà le nostre risposte ci sentiremo, entrambi, meno isolati e, forse, più forti.

 

Sul quotidiano Mancuso dice: “E’ la conferma che oramai in politica siamo orfani”.Noi  trasformiamo questa frase nella domanda : “Il movimento Glbt in Italia è orfano politicamente?”. Ed ora la risposta: “E’ pressoché vero, salvo per fortuna qualche illustre eccezione”.Un esempio: da sempre il movimento radicale ha inglobato nella propria politica la specificità delle persone omosessuali traducendola in rivendicazione di diritti, difesa di identità,solidarietà ad oltranza, appoggi concreti ecc. (per gli increduli gli archivi storici di radicali.it sono a completa disposizione). Fatti, insomma, non parole. E non poteva essere diversamente. Una società liberale, laica, socialista e radicale, come quella che noi vogliamo, come potrebbe non dare “asilo politico”, vita natural durante,  a cittadine e cittadini che subiscono i limiti delle ipocrisie di uno Stato che si finge democratico, che non riesce a scrollarsi di dosso il parassitismo clericale, che non fa della Costituzione sulla quale si basa il

decalogo per garantire uguale dignità e uguali diritti a tutti e che infine non accetta di trasformarsi migliorando le condizioni di vita di tutti coloro che lo compongono e soprattutto che lo mantengono. Sempre, quando gli è stato permesso (al recente  Roma Pride non è stato

così), l’Arcigay e l’Arcilesbica si sono trovati al fianco il movimento radicale. E di recente e’ stato offerto  al presidente di Arcigay Mancuso, da Sergio Rovasio, tra gli ideatori del Manifesto per l’Uguaglianza dei diritti – www.matrimoniodirittogay.it, di fare proprio questo strumento. Uno strumento simbolico se vogliamo, ma che ,se sostenuto con forza, potrebbe diventare un volano  per il movimento Glbt. L’adesione a tale Manifesto non  può essere da alcuno trumentalizzata. Non è un documento di partito né, tanto meno, dei radicali in quanto alcuni dei loro esponenti  di spicco sono persino contrari all’istituto del matrimonio sia per gli eterosessuali che per gli omosessuali. E’ una voce libera che sa quello che chiede. E’ stato firmato da destra a sinistra, passando attraverso i bisogni degli omosessuali che magari della destra e della sinistra si sono stancati.

 

E’ un’idea nata da qualcuno (che stranamente “pensa radicale”) e che può riguardare tutti. A noi piacerebbe che anche Mancuso lo firmasse, lo facesse girare all’interno di Arcigay, perché quello che recita non è niente di più e niente di meno di quello che al Pride di luglio Arcigay, Arcilesbica e quasi tutto il movimento Glbt italiano  hanno sillabato al Paese intero: gli omosessuali chiedono il diritto al matrimonio, il diritto all’adozione, il diritto ad essere genitori. Basta con i Di.Co e non faccio niente. Altre frasi di Mancuso, riportate sul quotidiano: “ormai un polo vale l’altro” e “i diritti dei gay non sono nell’agenda del PD”. Le domande allora diventano: “Un polo vale l’altro?” e “I diritti dei gay sono nell’agenda del PD?”. Per noi radicali è abbastanza scontato che un polo valga l’altro o meglio, che così suona male e potrebbe ingenerare fraintendimenti,noi proponiamo  battaglie politiche e chiediamo chi le vuole sostenere con noi oppure ci affianchiamo con chi sta lottando per qualcosa in cui anche

noi crediamo convintamene.Ma in politica più che le idee contano  i numeri. Quelli con gli euro davanti e quelli che si traducono in schede elettorali.Poca rappresentanza poca voce in capitolo. E allora il PD, quello che molto probabilmente  bisognerà rinominare come “Per niente

democratico” cosa propone per gli omosessuali? E’ vero, i diritti dei gay non sono nella sua agenda. Veltroni l’ha detto al Lingotto “apertis verbis” . Basta andarsi a riascoltare le sue parole. Ha parlato,sostenendo i Di.Co, di “diritti delle persone che si amano e che convivono”,

così come era scritto sul programma elettorale di Prodi di un anno e mezzo fa. Diritti alle persone non diritti alle coppie.Un bell’equivoco.Un gioco di parole per dare senza dare, o giù di lì.

 

La Bindi poi non ne parliamo.Li ha “partoriti” i Di.Co. Assistita da Madre Chiesa e da Padre Cei. E Letta? Bella domanda. La sua presentazione fatta tramite web non l’abbiamo ancora guardata, ma scommettiamo, dieci a uno, che non ha detto “Voglio che gli omosessuali possano sposarsi, procrearsi e adottare”? Così, a naso. E poi Adinolfi, che abbiamo personalmente contattato sulla questione: “Si ai Dico e Pacs (che proprio la stessa cosa non sono n.d.r.), ma no al matrimonio perché il passo successivo è l’adozione e io non credo in “due mamme “ e “due papà”. E, con un pizzico di presunzione, vogliamo pensare che la sua recente proposta di referendum propositivo sulla questione del matrimonio gay all’interno

del PD,da fare semmai ne divenisse il leader, gli è nata dopo la nostra domanda. E poi Gavazzoli Schettini che dobbiamo ancora sentire al riguardo. Ma quanti voti prenderà costui ammesso, e non concesso, che ci rilasci qualche dichiarazione di reale democraticità? Del sesto

candidato, lo ammettiamo ,facendo ammenda, non ricordiamo al momento il nome. Sentiremo anche lui. Chissà che non rappresenti un’eccezione alla regola. Del resto al Partito Democratico mancano nell’agenda anche altri diritti fondamentali, quello per esempio di lasciare le persone

candidarsi alle primarie.

 

Un’altra domanda poi(che trasforma la frase di Mancuso: “Ormai ci dobbiamo considerare un soggetto politico autonomo”): ”Può il movimento Glbt, inteso come Arcigay, pensare di considerarsi un soggetto politico autonomo?”. Ci piace pensare a questa risposta formulando

un altro quesito. E cosa penserà il Partito degli omosessuali (come si chiamerà, così?) di economia, welfare state, pena di morte, politica estera, istruzione, sanità ecc.ecc.? Se saranno date risposte a queste domande e se saranno affini al nostro modus pensandi, siccome per i

radicali esiste la possibilità (a differenza dei Ds, ad esempio) di avere la doppia tessera, probabilmente alcuni tesserati a Radicali Italiani di questa associazione, aderiranno a questo nuovo soggetto politico.

 

Ma fino alla creazione di questo soggetto e alla composizione delle sue liste dove vogliono stare gli omosessuali? In che casa politica vogliono abitare? Forse in quella che più li accoglie. Forse in quella dove si ritrovano di più per le loro idee sulla politica. Ed ora rivolgo una domanda originale al presidente di Arcigay, Aurelio Mancuso: ha mai pensato di iscriversi a Radicali Italiani? A noi piacerebbe. Ci aiuterebbe a sentirci più forti sul tema dei diritti per le coppie omosessuali. Ci onorerebbe della sua esperienza. Qualora la sua intenzione fosse quella di mantenersi indipendente dai partiti e nel contempo averne uno di riferimento per le battaglie civili, stia sicuro che i radicali saranno sempre in prima linea sul fronte della difesa dei diritti degli omosessuali e no. E un’ultima cosa, ci sia concesso, vogliamo far sapere a tutti e non solo ad Aurelio Mancuso, che la nostra Associazione la prossima domanda la rivolgerà a Pannella,

Bernardini e Bonino. Chiederemo loro di firmare il Manifesto per l’uguaglianza dei diritti. La risposta ve la faremo sapere.

NOTE


Segretario Associazione Radicali per il Friuli Venezia Giulia (www.rxfvg.it)