Mi preme entrare nel bailamme sorto attorno al manifesto pubblicitario della campagna della Regione Toscana contro l’omofobia per fare alcune riflessioni critiche sulla comunità lgbt in Italia. Premetto che, genericamente, sono tra coloro che hanno trovato l’immagine del/la
bambino/a con tanto di fascetta con su scritto “homosexual” decisamente indigeribile. Nel particolare , così prendo le distanze da razzisti ed omofobi interiorizzati, l’impossibilità di metabolizzare l’effigie mi è derivata da due considerazioni istintive: sono gli adulti a mettere le etichette ed i timbri mentre i bambini, se non trovano grossi ostacoli, possono diventare tutto quello che vogliono, è nella loro natura, quasi fossero cellule staminali totipotenti, partendo
ovviamente dal loro patrimonio genetico (nel senso che se uno è biondo è biondo, poi
certo esistono le tinture per capelli).
Nel soffermarmi su questi due pensieri ho pensato poi che gli stessi fossero alla base di una più lunga ed approfondita riflessione. Esiste certo una genetica, il Dna non è un’opinione, ma esistono anche condizioni culturali, ambientali, sociologiche ecc.ecc.. Ed ecco che per assurdo potrebbe presentarsi anche il caso di un infante che geneticamente (ammessa sia confermata la teoria scientifica della predisposizione genetica all’omosessualità ) nasca omosessuale ma che , per questioni culturali , si sviluppi in un eterosessuale. Così come ovviamente vale il converso. I e le transessuali credo siano un esempio lampante di questa evoluzione dell’esistenza. Geneticamente nascono donne o uomini ma poi sentono il desiderio ed il bisogno di rappresentarsi nell’altro modo. E’ così anche per la sessualità no? Nasciamo in un modo e poi sentiamo il bisogno e il desiderio di rappresentarci con chi più ci corrisponde ed attrae. Ed è soltanto la cultura ( e quella milionata di persone ignoranti e poco curiose davvero) che ci dice che l’uomo deve stare con la donna e viceversa. Perchè quello che ci dice la natura è soltanto che i figli nascono da un uomo e una donna ( e va a sapere che in questo senso stiamo forzando la natura, che magari con qualche teoria evoluzionistica partigiana si potrebbe pensare a filiare anche tra noi omosessuali).Tutto ciò con buona pace della coppia
primigenia (forzatamente eterosessuale se voleva non estinguersi) che forse è servita solo a dare la stura ad un’umanità molto più variegata e la cui varietà è quasi sempre mal rappresentata nelle varie culture salvo illustri eccezioni. Ecco che in questo senso , per arrivare poi alla comunità lgbt, trovo che omosessuali si nasce, si diventa, si sceglie di esserlo , si sceglie di non esserlo e che, in ultima analisi, avvalorando lo scrittore Tondelli, poco importa arrovellarsi sul perché lo si è. Da qui il pensare che una fascia su di un neonato con su scritto
omosessuale possa andare nella direzione del combattere l’omofobia lo trovo uno scivolone da parte degli autori della pubblicità (ma forse, e ne sono convinta, andrebbe considerata la situazione in Canada, laddove cioè è nata).Io trovo l’immagine discriminatoria, quella si. Nei confronti del/la neonato/a (che già gli/le tocca subire di norma la fascetta con su scritto il nome che magari gli/le farà pure schifo da grande o gli/le creerà non pochi problemi di imbarazzo) , nei confronti degli eterosessuali intelligenti e nei confronti di tutti quegli
omosessuali che si vivono aldilà delle odiose etichette. Mi si dirà : ma l’obiettivo è l’omofobia. E qui arrivo alla comunità glbt.
Perché gli omosessuali devono accettare tutto senza nutrire un senso critico solo perché c’è qualcuno che fa le cose per loro? Perché un Arcigay si arroga il diritto di chiedersi se “è opportuno politicamente attaccare una delle due regioni in Italia, l’altra è il Piemonte, che si sta concretamente spendendo sui nostri temi?” senza tener presente il comunicato della sede “Il giglio rosa” di Firenze dove si dichiara che la stessa sede arcigay fiorentina non è stata minimamente interpellata in merito a questa iniziativa? Anzi quasi rimproverando la stessa di aver fatto questa precisazione. A dar retta a chi si sta spendendo sui nostri temi in Italia
(ovviamente parlo di quelli potenti e che potrebbero davvero far qualcosa) da decenni siamo a tutt’oggi senza una legge sulle unioni di fatto, ad un tormentato percorso per una legge sull’omofobia, ad un Vaticano che sproloquia quotidianamente sulla sessualità trovando soltanto qualche eroico tentativo di opposizione (talmente eroico che di norma non è riportato dagli organi di informazione). Ora questo non significa, lungi da me dal pensarlo, che ciò che ha fatto la regione Toscana non sia da considerare come un’azione altamente positiva. Per quanto mi riguarda anzi mi auguro sia da esempio per le altre 20 regione italiane. Ciò non toglie che il manifesto scelto per la campagna pubblicitaria possa e debba essere messo in
discussione con le sensibilità politiche e personali di ognuno di noi.