In questi giorni il Paese guarda con aria sconsolata lo spettacolo della politica che si dimena tra una opposizione giustizialista e arruffona, e una sinistra che non sembra più in grado di governare. Berlusconi si comporta da caudillo sudamericano, con bagni di folla dappertutto, arruolando la Forleo e De Magistris e affrontando un braccio di ferro con i suoi alleati per creare il partito unico del centrodestra. Così lui si smarca e dialoga da solo con Veltroni, in questo modo la Lega a poco a poco si dissocia da sola andando più a destra ad interpretare il ruolo che dovrebbe avere di AN ma che Fini non intende più esprimere, quella destra xenofoba del nord che si aggrega sotto il facile luogo comune di dar la colpa agli immigrati. Fini però rischia di restare con il cerino in mano: da una parte affronta il tentativo di scissione di Storace e Santanché alimentato da Berlusconi, e dall’altra si scontra con un dissidio interno quello della vecchia corrente che vorrebbe la destra più “pura”. Fini sa che questa destra pur essendo l’anima del partito, non può andare da nessuna parte.
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Se si vuole governare bisogna essere più al centro, là dove l’alleato pigliatutto si è messo da solo occupando tutta l’area. Per Fini non resta che far buon viso a cattivo gioco e andare con Casini a bussare da Luca Montezemolo. Nel frattempo Bossi rincara le dosi con dichiarazioni di stampo bellicista: “Abbiamo il dovere morale di liberare il nostro popolo da questa Italia schiavista. Il potere colonialista imbecille non capisce che il popolo aspetta solo il momento per attaccare, e quel momento verrà ”. Così Bossi ad una manifestazione indetta davanti alla prefettura di Bergamo a sostegno dei sindaci che hanno firmato ordinanze contro gli immigrati irregolari, seguenti a quella del sindaco di Caravaggio (Bg) che ha emesso una circolare che nega l'autorizzazione alle nozze per gli immigrati irregolari, sottoscritta da tutti i sindaci leghisti della provincia
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Dalla parte del governo abbiamo una sinistra comunista che non è in grado di governare e non appena si è vagamente intravista la possibilità di una nuova geografia politica i piccoli partiti sembrano preferire il suicidio e buttarsi dalla finestra della crisi di governo piuttosto che darsi alle fiamme con una nuova legge elettorale. Siamo peraltro nel bel mezzo di una crisi sociale senza precedenti in quanto abbiamo i salari tra più bassi d’Europa (bisogna pur mantenere il prezzo competitivo dei nostri prodotti e non possiamo più svalutare la lira) e ci vorrebbero una ventina di miliardi per dedicarli al loro aumento e al risanamento. Il fisco non può essere più sfruttato, anzi, le tasse dovrebbero diminuire perché la pressione fiscale è davvero insopportabile e allontanano gli investimenti esteri e dall’altra parte il paese si solleverebbe ad una minor spesa pubblica.
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In mezzo a questa situazione parte l’ultimo motivo di lite all’interno della maggioranza. Il decreto sulla sicurezza approvato giovedì dal Senato sanziona chi mette in atto discriminazioni fondate anche sulle tendenze sessuali. Non possiamo sentirci liberati dal problema solo perché crediamo di essere buoni o aperti perché in Italia c'è Platinette o Renato Zero o qualche altro privilegiato che non ha paura di dichiararsi o ostentare la scelta di un partner dello stesso sesso. Quindi non siamo l'IRAN oscurantista che prevede la pena di morte...e anche su questo è passata la notizia senza destare grande indignazione... perché in questo caso la violazione verso i diritti umani si è moltiplicata 1) c'è la pena di morte 2) indiscriminatamente punito senza regolare processo, senza possibilità di difesa di valutare se la persona era vittima di abuso o consenziente 3) la condanna di atti sessuali con persone dello stesso sesso con la pena di morte.
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Ma noi siamo davvero convinti di essere immuni dalla discriminazione ed emarginazione di coloro i quali sentono attrazione e desiderosi di condividere con un'altra persona dello stesso sesso questa scelta? Ci siamo dimenticati del ragazzino che si è suicidato perché deriso e indicato come gay? Di chi tace (non essendo un vip) la propria diversità o di chi conduce una doppia vita per evitare l'esclusione sociale e l'emarginazione da parte dell'ambiente familiare o sociale? E’ ovvio che una legge che tuteli queste scelte debba esser prevista, sarebbe la dimostrazione che viviamo in una società civile, dove accanto la tutela delle diversità ideologiche, di colore, di religione possa collocarsi la libera scelta di amare anche una persona dello stesso sesso
Uno stato libero laico a tutela di tutti i suoi cittadini. Fa un certo dispiacere che la Dott.ssa Binetti si ricordi di erigersi a tutela di un embrione non ancora impiantato o di una cellula uovo non ancora fecondata (vedi pillola del giorno dopo) ma che potrebbe incontrare un delicato e amoroso spermaztozoino che potrebbe corteggiarla, che giustamente chiede la libertà di essere cattolici veri ed obbedienti ai dettami di Santa Romana Chiesa, ma nella rivendicazione dei Suoi diritti alla speranza, all'amore si scordi di essere caritatevole verso chi è discriminato. Verrebbe da chiedere alla Binetti: Signora, di che ha paura? In una intervista si deve chiedere all’intervistato “lei chi è”, “che fa”, non si richiede il suo orientamento sessuale... Invece, assistiamo sconcertati alle tante volte che viene richiesto a chi ha un orientamento sessuale diverso, di fare “outing” cioè un modo più o meno velato di esporsi, di dichiararsi. E quante volte abbiamo sentito indiscrezioni sul suo conto o doppi sensi al riguardo? Chiunque da eterosessuale, penserebbe che se il mondo si capovolgesse, e fossi lui a doversi dichiarare come etero o venir discriminato… come si sentirebbe? dove cercherebbe solidarietà ?
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Ma forse siamo di quelli che prendono alla lettera le parole d'amore riportate dal Vangelo "ama il prossimo tuo come te stesso", quindi mi scusi se io interpreto senza aver diritto alcuno non essendo legittimata da cilici o appartenenza così schierata, a farmi portavoce di diritti di rispetto e riconoscimento vero di chi compie scelte diverse dalle mie.