Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  domenica 04 settembre 2005
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Goliardia è cultura e intelligenza (22)

di Unione Goliardica Italiana

Le Relazioni al VII Congresso dell’UGI – Milano – cinema Durini – 19-22 dicembre 1953.

 

L’UGI e le forze universitarie cattoliche

Di Marco Pannella

 

Mi sia consentito una volta per tutte, amici goliardi, di esprimermi attraverso un apologo: “Il padre morente chiama al suo letto i numerosi figli e dice: badate, io vi affido una grande ricchezza: nel campo che circonda la casa è nascosto un tesoro”. I figli vanno, rivoltano il campo, scavano per lungo tempo, e alla fine si accorgono che un tesoro non può esserci. Ma il più avveduto di loro richiama i fratelli ad una verità: “Badate, nostro padre ci ha lasciato veramente un tesoro: è l’amore per la terra ed il lavoro che ci ha uniti”.

 

In effetti, questo in essenza è anche l’UGI e deve essere l’UGI: in questo processo di continuo lavoro associativo, in questo processo per cui veramente la addizione di una persona è essenziale, in questo processo per cui veramente l’amore per la causa e per la terra devono identificarsi con l’amore per la nostra Università e per un avvenire fecondo senza limiti. Il campo, la terra e il padre devono identificarsi nella coscienza di libertà, l’UGI non è null’altro che un processo di associazioni: direi, se la dizione statutaria me lo consente, una Associazione Consueta, con la iniziale maiuscola. Una associazione come quella che esiste in Francia, dei preti-operai.

 

E’ indubbio, però, che questa unità di intenti non esclude la visione politica dei problemi. Io ritengo che i figli di quel padre i quali abbiano trovato una ricchezza, come potrebbe essere quella derivante da una vincita al totocalcio e che può durare qualche anno soltanto, non abbiano da rallegrarsi concessivamente. L’essenziale è di scoprire veramente la vena della terra, di scoprire capacità enormi di arricchimento continuo. Rispettateci per quello che siamo. Noi vogliamo essere sempre di più:siamo pochi. Oggi abbiamo avuto delle sorprese. Avevamo mandato in tutta Italia delle circolari, facendo partecipi gli universitari di tutte le città della periferia che si sarebbe tenuto il congresso dell’UGI. Abbiamo così appreso che a volte esiste nella cita tale o tal altra a nostra insaputa, ad esempio, la sezione di Catanzaro dell’Unione Goliardica Italiana. Quindi esiste veramente oggi questo processo di associazioni, e sorprendono la rapidità e le enormità dei suoi risultati. Io mi propongo poi di ritornare questa sera sull’argomento, allo scopo di suggerire una linea di azione, quando avremo tutti esposto le nostre idee, ponendoci su uno stesso piano dal vertice alla base.

 

Studio non è solo colloquio con i libri, ma anche colloquio con la vita. Per quanto riguarda la vita universitaria, io vorrei semplicemente fermare per un istante la vostra attenzione su quanto si riferisce alla politica universitaria, con un vertice liberato dal colore politico, nel momento in cui si tenta di realizzare la democrazia universitaria. Questo punto può costituire una anticipazione di intervento. Gli amici cattolici, con onestà, si propongono di rafforzare la loro organizzazione. Bisogna riconoscere che il congresso della FUCI di Bologna è stato un magnifico congresso, proprio nella misura in cui non si è troppo attardato a studiare gli strumenti con cui si può effettivamente realizzare la democrazia universitaria in Italia. Nella FUCI si realizza in pienezza di vitalità ciò che risponde al messaggio di Igino Rigetti, è questo che in modo particolare la FUCI chiede ai cattolici.

 

Occorre allora chiedere ai cattolici questo: è impossibile definire certe differenze, perché i discorsi di tanti nostri amici al congresso di Montecatini e tutta la storia recente della democrazia universitaria non ci consentirà più di vedere dove siano, le differenze. Altra cosa pure essenziale dobbiamo chiedere ai cattolici: se si debba subordinare la vita dell’UNURI a questioni di prestigio. Forse un semplice conteggio numerico potrebbe giustificare una presidenza cattolica nell’UNURI; ma noi riteniamo fermamente che la presidenza prossima dell’UNURI non possa veramente più rispecchiare la somma di differenze che non si conoscono, non possa rappresentare semplicemente la vittoria in una lotta di prestigio, bensì il prodotto unitario di tutti i consiglieri nazionali cattolici e goliardi, per dare all’UNURI un respiro più largo.

 

Devo una parola di giustificazione anche agli amici non cattolici e non goliardi che sono presenti. L’aver polemizzato sin qui con i cattolici non significa che essi siano inferiori alla nostra considerazione, devo però onestamente dire che gli amici comunisti si sono nettamente differenziati dagli amici fascisti nella vita dell’UNURI. Noi ci auguriamo veramente che la nostra battaglia sia veramente la battaglia contro il qualunquismo universitario. Ricordatevi che cosa ha significato l’azione comunista nelle Università negli ultimi quatto anni, soprattutto nelle occasioni di sciopero, o per la firma dell’appello di Stoccolma, o per ottenere esami universitari. Noi sappiamo di averli allora battuti, di avere vinto: ma siamo dolenti di avere sconfitto in sostanza, attraverso loro, una forma di qualunquismo.

 

Comunque, l’invito ai comunisti, come ai fascisti, come ai cattolici, è uno solo: non vi chiediamo di essere goliardi, non vi chiediamo di rinunciare a tutte le vostre formule politiche, ma chiediamo a tutti di essere dei buoni fascisti, dei buoni cattolici, dei buoni comunisti.

 

22) Segue