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  marted 18 marzo 2014
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Franco Battiato, un radicale sulle tracce della via iniziatica

di Francesco Pullia

Forse il modo migliore per commentare Io chi sono?, il libro, edito da Mondadori, nato da dialoghi tra Franco Battiato e Daniele Bossari, è partire da un inciso contenuto in un altro testo, di cui ci siamo già occupati, uscito anchesso da poco, per  Bompiani, e cioè Le nostre storie sono i nostri orti ma anche i nostri ghetti di Marco Pannella con Stefano Rolando.

Parlando dei rapporti con il mondo dello spettacolo, e in particolare con quello della musica, ad un certo punto Pannella dice infatti: Con Battiato ci siamo incontrati a Madrid e lui ha trasformato la sua conferenza stampa in una tirata su di me e i radicali.

 

Non molti sanno che Franco Battiato, da sempre sostenitore delle battaglie radicali, è stato anche candidato nelle prime liste del partito nel 1976, come lingiustamente dimenticato Claudio Rocchi (il suo Volo magico n. 1, del 1971, è una pietra miliare della psichedelia italiana) e Angelo Branduardi.

 

Specialmente nel periodo della prima svolta (quello sperimentale per intenderci - Fetus, Pollution, Sulle corde di Aries, Clic, M.lle le Gladiateur, quindi dal 1971 al 1975), che ha fatto da preludio al secondo significativo mutamento stilistico (da Lera del cinghiale bianco in avanti, passando per i tre lavori transitori Battiato, Juke box e LEgitto prima delle sabbie in cui forte si avverte linfluenza da un lato di Stockhausen, dallaltro del rumorismo, di Cage, Varese, del situazionismo), Battiato ha partecipato a numerosi eventi a supporto delle varie campagne referendarie. Va altresì ricordato anche il suo impegno a favore della promozione della cultura tibetana, con concerti di beneficenza come quello di Firenze nel 1992 e quello, più recente, a Cecina, il 9 luglio di questanno, per raccogliere fondi per la ricostruzione del gompa dellIstituto Lama Tzong Khapa di Pomaia.

 

Ad una domanda di Bossari sulleutanasia, così risponde Battiato: Non puoi mantenere qualcuno in vita a tutti i costi. Le persone che non sono coinvolte direttamente non possono capire. Con questo sistema impedisci a una persona di liberarsi. E in alcuni casi può essere una delle torture più atroci. Altro che eutanasia. Bisogna rispettare la volontà dei singoli. È detestabile che qualcuno decida per te. Se mi trovassi in questa situazione, non vorrei sinceramente un accanimento terapeutico. 

 

Sul Vaticano, poi, afferma: La Chiesa cattolica in questo momento, comè stato in quasi tutti i secoli, rappresenta il potere temporale, non quello spirituale. È un ossimoro vivente. Ancora: Non si può condannare il cattolicesimo. È  solo una parte che non centra niente con la spiritualità.

 

Daltronde, lo stesso Dalai Lama, da cui Battiato si è più volte mostrato attratto, si è espresso favorevolmente allinterruzione delle cure nel caso in cui si tratti di mantenere a tutti i costi in vita un corpo, precisando che nel buddismo tibetano nei casi di male incurabile, cè una pratica che consente labbandono della coscienza dal corpo.

 

In Io chi sono? trapela la visione allargata di chi ama perseguire sentieri di conoscenza ispirandosi a quella filosofia perenne che ha alimentato la ricerca di autori, indubbiamente presenti nella riflessione anche se non tutti citati, come Georges Ivanovič Gurdjieff, Jiddu Krishnamurti, Sri Aurobindo, Aldous Huxley, Frithjof Schuon, Nicholas Roerich, Ananda Coomaraswamy, Joseph Campbell, Henri Thomasson, Gabriele Mandel, Hazrat Inayat Khan, e, naturalmente, Elémire Zolla.

 

Non a caso nel libro si legge, tra le tante, una bellissima, emblematica citazione di Krishnamurti, pensatore che, come si sa, ruppe clamorosamente, nel 1929, con la Società Teosofica di Annie Besant: La vera conoscenza nasce soltanto dallesplorazione delle domande.

 

Ecco, Battiato coglie nel segno suscitando interrogativi da cui partire per cominciare a nutrire un altro genere di essere, più vicino allessenza per la quale siamo stati creati.

In questo, anche in questo, si conferma un radicale risultando intriso di una spiritualità antidogmatica in cui, per ricorrere ai Vishnu Purana, i parametri esteriori non si confondono con la religione interiore: Lentrata nel sacro, dice, può avvenire in vari modi e ha tantissime varianti. Poi i livelli variano. Una cosa è sicura: per entrare nel sacro bisogna abbandonare tanta zavorra.