Notizie Radicali
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  martedì 18 marzo 2014
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Domanda a Eugenia Roccella

di Luca Osso

E’ passata sui media in maniera assai inavvertita una frase di Eugenia Maria Roccella. Il 20 gennaio, il sottosegretario al Ministero della Sanità fa questa affermazione: "Gli intellettuali dovrebbero chiedersi: perché inseguiamo il mito del corpo sano e della perfezione e rifiutiamo la malattia e la sofferenza?"

Certo, viene da rispondere, la gente non è stupida e preferisce il corpo sano al corpo malato. Lo sa bene l’associazione Luca Coscioni che per questo ha coniato la straordinaria frase: Dal corpo dei malati al cuore della politica. La cosa potrebbe finire qui, magari invitando la ministra al prossimo congresso dell’associazione. Tuttavia ad un’analisi più attenta, viene subito da chiedersi: ma la Roccella da che parte sta? E’ sottosegretario al Ministero della Sanità? O c’è forse un nuovo ministero della Malattia?

E’ paradossale che la ministra dica una cosa del genere e nessuno la contesti: come se il Ministro della giustizia si chiedesse perché inseguiamo il mito dei processi rapidi, chiari, trasparenti, veloci. Oppure quello dell’istruzione che dicesse perché inseguiamo il mito di insegnare e far diventare più colti i nostri concittadini e rifiutiamo l’ignoranza e l’analfabetismo. C’è da aspettarsi che la Roccella illuminata sulla via di Damasco, brandisca la croce come una spada e si precipiti da Tremonti per chiedergli perché inseguiamo il mito della ricchezza e rifiutiamo la povertà?

La nuova Roccella convertita al cristianesimo (come tutti i convertiti diventano fanatici così credono di redimere il proprio passato - vedi San Paolo, Sant’Agostino) è adesso paladina non dei valori laici: salute, intelligenza, piacere (anche carnale), felicità, ecc. ma dei valori opposti: malattia, stupidità, sofferenza, astinenza, infelicità…

No, signora Roccella, guardi che Lei ha sbagliato indirizzo per le sue propalazioni. Qui da noi, questo tema non passa. Nessuno Le darà retta se uccide le virtù pagane e le sostituisce goffamente con disvalori. Questo ha fatto la chiesa per due mila anni, non può venirceli a propinare impunemente senza che qualcuno le dica: “A Rocce’ te auguro che mille pidocchi te rodessero er culo e che t’avessi i bracci così corti, da non riuscire a grattartelo!”.