Ieri, 9 marzo, è stato il compleanno infatti di una donna straordinaria che, nonostante la corporatura minuta, giganteggia nel panorama politico mondiale. No, non siamo eccessivi. Lei è davvero una leader di livello internazionale, meritevole del premio Nobel per la pace (sempre che il riconoscimento abbia ancora qualche valore e non sia stato, invece, snaturato da alcune recenti discutibili attribuzioni), una la cui statura non ha nulla da invidiare ad altre donne entrate, ognuna con una forte caratterizzazione, a far parte della storia del secolo appena trascorso.
Pensiamo a Indira Gandhi, Golda Meir, Madre Teresa. In lei sicuramente c’è qualcosa delle figure appena nominate ma c’è anche, lo ripetiamo senza alcuna esagerazione, molto di più. E questo di più è dato dalla sua singolarità , dal suo essere eccentrica rispetto all’immagine tradizionale. In lei la tenacia e la combattività convivono con una sensibilità elevatissima. E’ capace di farsi precipitare da un elicottero su un peschereccio di pescatori di frodo, di fustigare con coraggio governanti di ogni paese specie quando si rendono responsabili di violare diritti civili e, al tempo stesso, di commuoversi per una parola, una frase, un ricordo che accendono il suo grande cuore.
Non sono poche le volte che abbiamo visto le sue gote solcate da una lacrima e cercare, con sguardo da capriolo, conforto in chi l’ascoltava. E’ gracile ma non fragile. In lei intuito e fantasia si coniugano con la rara capacità di affrontare le situazioni più disparate con una prontezza e lucidità senza eguali.
Questa donna per molti è una sorella, per qualcuno, i più giovani, una giovane zia, per tutti una compagna, un esempio, una guida cui affidare i propri sogni, le proprie speranze e anche i propri timori.
Non ha e non vuole dare certezze ma crede in ciò che fa e agisce sempre con il massimo d’intelligenza, lungimiranza e responsabilità . E’ incapace di odiare perché incarna l’amore, quella strana forma di passione che anziché consumarti ti esalta, ti corrobora, ti dona energia. Sia che si lanci in qualcuna di quelle formidabili battaglie cui ormai ci ha abituato, di quelle lotte ritenute impossibili, utopistiche dalle trombe sfiatate che abbondano a destra come a sinistra, sia che si eclissi per qualche settimana, sprofondata magari nello studio dell’arabo o di qualche altra lingua del pianeta, lei è e rimane un punto fermo, prezioso, una sorta di diamante d’infinite sfaccettature e, pertanto, d’inestimabile valore che ognuno di noi dovrebbe gelosamente proteggere e valorizzare.
Dalla denuncia del flagello della fame all’elaborazione di una concreta via d’uscita, dalla perorazione dell’istituzione di un tribunale penale con giurisdizione internazionale sui crimini di guerra alla valutazione della necessità di giungere ad un’organizzazione mondiale delle democrazie e, ancora, dall’impegno contro l’abominio delle mutilazioni genitali femminili (che finora hanno segnato e umiliato oltre centotrentamilioni di donne e bambine) all’allarme per il genocidio nel Darfur, dalla rivendicazione della legalizzazione dell’aborto alla consapevolezza dell’urgenza di affrontare in modo responsabile e non oscurantista la piaga dell’aids, la sua storia è segnata da uno scontro continuo, incessante contro i muri dell’imbecillità , dell’ottusità , dell’omertà , del conformismo più becero.
E man mano che è riuscita a fare breccia e ad a sgretolare, non senza fatica, quei muri, la polvere e la cenere si sono trasformate in semi di libertà che, in parte, la terra ha accolto per farli germogliare e, in parte, il vento ha portato lontano per renderli fertili altrove. Sì la sua piccola lacrima è in grado di arginare l’avanzata del deserto. Ieri è stato davvero un giorno speciale. Tanti auguri, Emma, anche se un po’ in ritardo.