Marcello Veneziani nell’editoriale di giovedì 16 novembre 2006, su “Libero”, faceva degli auguri velenosissimi ai responsabili di questo governo: che vivano sulla loro pelle quel che stanno facendo al Paese. Da lì una sfilza di luoghi comuni di una violenza agghiacciante: comincia augurando che i loro figli si fumino il cervello con dosi raddoppiate di droga, così come previsto dal decreto Turco e poi continua ad augurarsi che le loro mamme siano assaltate, rapinate e violentate dalle migliaia di delinquenti che hanno messo in libertà con l’indulto o che le loro figlie (magari lesbiche, così godono dei benefici in arrivo per le coppie di fatto) siano violentate da immigrati clandestini o ricongiunti ai loro familiari, grazie alla legge del governo Prodi, oppure che si perda il proprio posto di lavoro per la concorrenza cinese, favorita in Italia dal duo Prodi-D’Alema, ecc. Violento. Senza neppure un minimo di autocontrollo.
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Che dire? “Libero”, lo sappiamo, è un giornale che non è libero. Si chiama così perché noi italiani siamo maestri nel pensare una cosa e dirne un’altra e magari scriverne una terza. Il linguaggio ha una sua propria dinamica metafisica, siamo un paese ipocrita che piace cambiare il nome alle cose: il netturbino è chiamato operatore ecologico, il bidello, operatore scolastico, un cieco è un ipo-vedente. Così, “Libero” dovrebbe chiamarsi “Schiavo”, schiavo dell’interesse privato. Intendiamoci, non che l’interesse privato sia il male, solo che lo diventa quando viene prima dell’interesse della collettività . Prima di ogni regola morale. In Italia non è concepibile il benessere collettivo se non c’è prima il benessere del singolo. Siamo un Paese diviso su tutto. Neppure i valori fondamentali sono capaci di far sparire la litigiosità di questo nostro Popolo.
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La penna di Veneziani fino a poco tempo fa aveva una prosa straordinaria, adesso si sta convertendo sempre più in una fogna. Noi non possiamo che augurare a Veneziani che i suoi figli non vengano beccati a fumarsi una canna, sbattuti in galera e trattati come se fossero criminali. Gli auguriamo che si renda conto che vietare di coltivare una piantina è assurdo e stupido, che la fa costare centinaia di volte di più di quel che vale e che tali guadagni vanno ad alimentare la criminalità che il suo giornale ed il suo partito avvalla, magari consapevolmente con la ben nota schizofrenica e ipocrita doppia morale. Gli auguriamo che si renda conto che proprio gli ambienti che frequenta, i più puritani e sessuofobi sono poi i maggiori produttori e consumatori di “vizi”, dal fumo alla coca passando per il materiale pornografico per non dire pedopornografico. E’ la solita storia: vizi privati e pubbliche virtù. Gli auguriamo che la sua mamma non sia assaltata dalle migliaia di delinquenti che sono stati messi in libertà con un decreto approvato trasversalmente sia dal centro sinistra sia dal centrodestra. Sì, proprio così: approvato trasversalmente con larga maggioranza. Perché i delinquenti non sono necessariamente quelli che stanno dentro. Anzi. Quelli sono i poveracci che non hanno la possibilità di pagarsi un avvocato. Gli altri, quelli veri, sono fuori come Tanzi, Cragnotti…
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Noi non possiamo non apprezzare il provvedimento del ministro della Salute Livia Turco con cui è stata raddoppiata la dose massima consentita di cannabis per uso personale. Il provvedimento potrà evitare il rischio del carcere a molti giovani e parlamentari che ne fanno uso personale. Anche se ci rammarica che si continui a combattere militarmente una sostanza praticamente innocua, regalando così miliardi di euro alle organizzazioni criminali che le vendono illegalmente. Ci auguriamo che Veneziani si accorga che spesso, chi la combatte, soprattutto in Parlamento, si presenta alle telecamere fumando sigarette. Un esempio viene proprio da uno che sta dalla sua parte: Gianfranco Fini. Fini fuma e critica aspramente il provvedimento del ministro Turco. Ma come? Veneziani non riesce proprio a rendersi conto ? Basterebbe riflettere che per tabagismo muoiono in Italia circa 80.000 persone l'anno, 4 milioni in tutto il mondo, mentre di cannabis, i morti sono 0 (zero).
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Se coloro che attaccano il ministro avessero ragione e l'impostazione proibizionista fosse quella giusta, allora perché non cominciare a promuovere tabelle anche per il possesso di tabacco: vada in galera chi viene pizzicato con qualche milligrammo di nicotina in più, a cominciare da Fini. E a culo Veneziani. La penna montata di “Libero”.