Non ho ancora capito bene cosa comporti il mancato raggiungimento dei 5000 iscritti al partito transnazionale. Intanto, mi sono iscritto a Radicali Italiani per il 2007, capirò più avanti.
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Vorrei raccontare brevemente la vicenda delle mia iscrizione, la prima a Radicali Italiani.
Come tutti gli iscritti alle mailing list radicali, a dicembre ricevo una bella mail del triumulierato che ci governa. La segretaria fa presente l’esigenza urgente d’iscriversi, eccetera.
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Ho un dubbio: contano di più le teste o i soldi?
Per scoprirlo, conduco un esperimento. Scrivo una mail alla segretaria, a Pannella, a Capezzone e per conoscenza, al coordinatore (radicale) della Rosa nel Pugno della mia regione. Esprimo alcune considerazioni; mi dico un po’ deluso dei nostri risultati; mi lamento in particolare di certi accenti, atteggiamenti, dogmatismi che spesso vanificano l’efficacia dei pochi spazi a nostra disposizione. Ma al tempo stesso, per chiarire le mie intenzioni, concludo con un esplicito: “ Rita, conquistami!”.
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Ora, se le teste (degli iscritti) sono veramente la priorità della nostra azione, cosa avrei fatto se fossi stato la segretaria?
Personalmente, terrei (io in quanto recito la segretaria) tante cartelline sulla scrivania quante sono le regioni. Avrei (io/segretaria) stampato la mia (io/me) breve mail e l’avrei inserita nella cartellina pertinente. Supponiamo (anzi speriamo!) che in quella cartellina ci siano altre venti mail di potenziali iscritti. A quel punto (sempre se fossi la segretaria) avrei telefonato al coordinatore regionale della RnP (lo ricordo, un radicale) e gli avrei detto:” Senti un po’, questo tipo mi ha scritto. Lo conosci? Si? Bene: anche gli altri? Ascolta: chiamali tu. Digli che ho letto tutto quello che hanno scritto, sono cose interessanti (ANCHE SE NON E’ VERO), spiegagli che se non si iscrivono non serve a nulla parlare insieme. Digli che se si iscrivono, li chiamerò uno ad uno, per salutarli e ringraziarli”.
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Stop, fine dello sdoppiamento.
Credo che all’interno del nostro partito ci sia un grande bisogno di dare voce ai militanti, di considerarli. Se mi avessero riferito che la segretaria aveva apprezzato la mia mail (ripeto, ANCHE SE NON E’ VERO), e che attendeva la mia iscrizione per un cenno di saluto, avrei versato il giorno stesso la mia quota.
Ma non è andata così. E’ finita che nessuno mi ha chiamato, nessuno ha risposto alla mail.
Non sono certo rimasto traumatizzato per questo. Mi sono iscritto, qualche settimana dopo, per “sostenere” lo sciopero della fame di Pannella per la moratoria sulla pena di morte.
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Ho concluso che le teste non sono importanti. Contano i soldi, e non ci vedo nulla di male in questo. Evidentemente, le teste pensanti e parlanti sono già sufficienti, forse sono anzi già troppe. Magari la segretaria potesse conquistare non me e mille altri, ma solo Bill Gates ed un suo bel milione di euro (che vale i 5000 iscritti).
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Fare iscritti, infatti, è tremendamente difficile, non solo per la quota ma perché anche per un radicale è difficile essere d’accordo con tutti i progetti radicali. Tuttavia, se le teste non servono, non dobbiamo cercare “teste radicali” ma “finanziamenti non radicali”. Come?Â
Utilizzando gli spicchi del programma meglio vendibili al pubblico non radicale, organizzando incontri qualificati nei quali fare informazione e raccogliere un po’ di spiccioli (le uniche iscrizioni che, evidentemente, contano).
Due temi: 1) riforma del TFR e pensioni 2) costo della politica e riforma della P.A.
Attorno al TFR, peraltro, ruota il più gigantesco oligopolio di oggi in Italia, quello delle banche e delle assicurazioni. Un santuario refrattario a qualsiasi vera liberalizzazione, soprattutto alla più importante: quella della vera e libera consulenza.
Funzionerà ? Non lo so, ma quantomeno lottiamo per il vero obiettivo: i soldi, non le teste.