L’espulsione di Kouchner dal partito socialista francese, avvenuta nei giorni scorsi, è l’arma spuntata d’un arsenale obsoleto. Le scelte di governo di Sarkozy sono il seguito dell’attacco al ’68 e simboleggiano la volontà di rompere con le ideologie ed il sospetto reciproco del ” dimmi con chi stai e ti dirò chi sei”. Ma questo sparigliamento è il vero nuovo o è solo un’increspatura? Cosa si nasconde sotto?Â
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In Italia, a parte il rivolgimento nominalistico dei partiti post 1989 e tangentopoli, il cambiamento sembra consistere nel crescere dell’antipolitica, che con o senza lo charme pubblicitario alla Berlusconi, vede il fiorire di tecnici che rifiutano esplicitamente l’abito politico tradizionale per indossare quello degli scienziati sociali super (ed ultra) partes.
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Costoro (anche i Volenterosi, o Montezemolo o Monti) vantano l’immersione nel Giordano del liberalismo e del mercato, hanno frequentato ottime università o vi hanno insegnato: sono la crème, insomma.
Con la malìa della geometria cartesiana, presentano soluzioni assolute: per l’età pensionabile, la pressione fiscale, il debito pubblico, il rilancio dell’economia, per questo, per quello, per tutto assieme.
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Per chi li ascolta, non c’è alternativa al dire di sì. Il disaccordo non è una libera opinione, ma l’errore dello studente zuccone, redarguito dallo scuotere di testa del Padoa Schioppa di turno. Â
Tuttavia, credo (o vorrei pensare) che essere cittadini degni di questo nome sia (fosse) qualcosa di più che adeguarsi, come docili y=f(x), agli studi di funzione approntati ogni poco alla bisogna.
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Di fatto, talune “emergenze” nazionali sono quantitativamente misurabili ed incontestabili, e le risposte ad esse non sono né di destra né di sinistra, ma solo razionali.
Per il futuro dell’Italia, c’è bisogno di riforme logiche e di buon senso. Nel breve o medio periodo, quindi, l’approccio “tecnico”, quello di chi dà le pagelle su tutto, potrebbe essere vincente in senso elettorale.
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Ma se il “con chi stai” sarà superato, altrettanto non potrà essere per il “chi sei” (del resto, è il principio d’identità e non contraddizione). Dire “chi sei”, per chi ambisce a rappresentare gli altri, è in primo luogo dichiarare cosa si pensa su ciò che è scomodo (il dolore, il morire, la sessualità , la droga, il diverso...). Essere a favore dell’impresa, dell’ambiente, delle pari opportunità – e disgiungersi dal resto - è solo una captatio benevolentiae.Â
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Se si rinuncia al collante di una filosofia, per rendersi asettici vendendo la propria competenza su questo o quello e l’aura della moderazione, il campo rimane sgombro per chi tesse la propria ragnatela.
I tessitori sono coloro che possiedono un’ideologia, rozzamente semplificata da una fonte pura e complessa, e la usano, con lenta pazienza, per riempire il vuoto inoccupato dalla vera politica.
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Nell’anestetico amniotico della TV, imbavagliando la libertà ed il gusto per la critica, con la ripetizione ossessiva di simboli, slogan, travisamenti linguistici, immagini, si sta plasmando la nuova identità .
Nella distrazione ed afasia civile delle teste migliori, affaccendate nell’accreditarsi a terzi coi loro prontuari di soluzioni pronte, senza accorgercene, stiamo indossando (quasi) tutti vesti lugubri.
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La veste d’identità spettrali, quali embrioni nutriti da una placenta meschina, che secerne moralismo per il corpo, e non morale per la persona - fatta d’unità di corpo e ragione.
Prostituzione come reato, kit anti-spinello, bando alle coppie di fatto ed all’omosessualità , sabotaggio del testamento biologico: l’unica contraccezione ammessa, è quella verso l’idea stessa d’eutanasia….Â
Questa è l’identità cattolicizzata che si sta forgiando, almeno in Italia, demonizzazione dopo demonizzazione.
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Il virus italiano può contagiare l’Europa? L’Europa dei diritti, prefigurata da Sarkozy, ripiegherà sull’Europa dei limiti o volgerà verso un’Europa di libertà ? Il no alla Turchia è il primo passo verso un gigantesco balzo all’indietro che, chiudendo l’Europa in sé, trascina l’Occidente stesso contro se medesimo, contro le proprie conquiste sulle libertà individuali della persona?
O è solo l’Italia - questo patetico paese d’enunciazioni fasulle e vere discriminazioni - destinata ad essere sempre più una zattera alla deriva, zeppa di presunti skipper e tattici e strateghi, ma senza né vele né timone? Â