Proposta di legge di iniziativa popolare: "Abolizione del regime concordatario tra Stato e Chiesa Cattolica"

I sottoscritti cittadini italiani presentano - ai sensi dell'art. 71, comma secondo della Costituzione ed in applicazione della legge 25 maggio 1970, n. 352 e successive modificazioni - la seguente proposta di legge:

RELAZIONE

Onorevoli Parlamentari,

Logica e civiltà democratica richiedono che si cancelli finalmente dall'ordinamento italiano il regime concordatario, introdotto con i patti fra la chiesa cattolica e il regime fascista nel 1929 e inserito poi nella Costituzione repubblicana con il voto concorde di democristiani e comunisti.
Il principio stesso del concordato è inconciliabile con un sistema democratico liberale: comporta un accordo fra lo stato e la chiesa in base al quale i cittadini appartenenti alla chiesa - le gerarchie ecclesiastiche, i fedeli - hanno diritti, privilegi e obblighi particolari, diversi da quelli comuni agli altri cittadini, in violazione del principio di uguaglianza. E' un sistema che ha senso e si giustifica in presenza di regimi autoritari o totalitari, nei confronti dei quali le chiese con i concordati da un lato assicurano solo a se stesse, dunque come privilegi, spazi di libertà, dall'altro realizzano intese di potere spesso a detrimento delle libertà, anche di quelle dei propri stessi fedeli. L'autentica libertà religiosa, invece, si realizza dove lo stato democratico liberale la riconosce piena e uguale a ogni cittadino e a ogni confessione, in quanto per propria natura è impegnato a garantire le libertà fondamentali e l'uguaglianza di ognuno di fronte alla legge. E' questa la più sicura garanzia offerta non solo alle minoranze religiose, ma anche ai cittadini che professano la religione maggioritaria, come è in Italia quella cattolica.
Per realizzare questa riforma, si devono modificare gli articoli 7 e 8 della Costituzione che fondano sul principio concordatario e sull'ineguaglianza giuridica le relazioni fra lo stato e le chiese. E' questo l'obiettivo della presente proposta di legge.
Articolo 7. Quello vigente proclama, con formula ambigua giuridicamente e comunque discriminatoria, che lo stato e la chiesa cattolica (solo essa!) "sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani", e dichiara che "i loro rapporti sono regolati dai Patti lateranensi". Proponiamo di sostituire questo articolo con il riconoscimento della libertà religiosa come diritto fondamentale della persona, così fondando su questo riconoscimento ogni regolamentazione delle relazioni religiose.
Articolo 8. Quello vigente, pur affermando che "tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge", deve tuttavia prendere atto del disposto dell'art. 7, in base al quale la religione cattolica è più eguale delle altre, stabilendo un sistema concordatario di minore dignità (le intese) per le religioni considerate appunto minori, e lasciando in condizioni di ancor minore tutela le confessioni che non raggiungano intese con lo stato. Proponiamo di trasformarlo nella dichiarazione di uguale libertà e uguale diritto di organizzarsi per tutte le confessioni, con l'unico vincolo del rispetto dei principi fondamentali della Costituzione e dei diritti inviolabili della persona.
Articolo 19. Proponiamo una parziale modifica anche di questo articolo, relativo al diritto dei cittadini di professare la propria fede religiosa, ove si pone come unico limite che i riti non siano "contrari al buon costume". Riteniamo che, anche qui, si debba piuttosto porre come condizione che i riti non limitino o neghino i diritti inviolabili della persona umana.