Proposta di legge di iniziativa popolare: "Riforma
presidenzialista dello Stato e modifica in senso uninominale e
maggioritario delle leggi elettorali della Camera e del Senato"
I sottoscritti cittadini italiani presentano - ai sensi dell'art.
71, comma secondo della Costituzione ed in applicazione della
legge 25 maggio 1970, n. 352 e successive modificazioni la seguente
proposta di legge:
RELAZIONE
Onorevoli Parlamentari,
Con questa proposta di legge di iniziativa popolare si vuole
modificare radicalmente la forma di governo della Repubblica,
dando un assetto presidenzialista alle nostre istituzioni e modificando
le leggi elettorali per il rinnovo della Camera e del Senato in
senso uninominale maggioritario. La svolta voluta dai cittadini
italiani con la vittoria referendaria del 1993 non ha prodotto
risultati sensibili ne' sul piano di una maggiore governabilità
delle nostre istituzioni ne' su quello della riduzione dell'invadenza
e del peso dei partiti. Infatti nel 1994 gli italiani avevano
"scelto" Silvio Berlusconi e dopo qualche mese si sono
ritrovati Lamberto Dini, sorte analoga due anni dopo per Romano
Prodi. Ed i partiti hanno continuato a condizionare in maniera
determinante la vita politica del nostro paese condizionando e
spesso paralizzando l'azione dei diversi Governi che si sono succeduti.
Tutto questo è addebitabile ai limiti specifici del modello
istituzionale attuale, che da un lato contiene elementi di democrazia
maggioritaria e dall'altro conserva il primato delle forze parlamentari
nei confronti del Governo. Per superare tutto questo, è
necessario passare al modello "americano", che prevede
una netta separazione del potere esecutivo, affidato al Presidente
eletto direttamente dal popolo, e di quello legislativo che spetta
al Parlamento.
Con questa proposta di legge da una parte si modifica il quadro
costituzionale introducendo il suffragio universale e diretto
come metodo di elezione del Presidente della Repubblica, attribuendo
a quest'ultimo le responsabilità di governo, attualmente
detenute dal Presidente del Consiglio dei Ministri e riducendo
il numero dei parlamentari e dall'altra si riforma il meccanismo
di scelta dei deputati e dei senatori abolendo la quota proporzionale
e prevedendo la assegnazione di tutti i seggi con un sistema uninominale
secco ad un turno.