Proposta di legge d'iniziativa
popolare: "Riforma del testo unico sugli stupefacenti: legalizzazione
dei derivati della cannabis, somministrazione controllata di eroina,
uso terapeutico della marijuana"
I sottoscritti cittadini italiani presentano - ai sensi dell'art.
71, comma secondo della Costituzione ed in applicazione della
legge 25 maggio 1970, n. 352 e successive modificazioni - la seguente
proposta di legge:
RELAZIONE
Onorevoli Parlamentari,
in questa proposta di legge si è cercato di riassumere
molte delle proposte di riforma che i radicali hanno avanzato,
dal 1965 ad oggi, nei confronti del regime proibizionista vigente
rispetto ad alcune sostanze stupefacenti. Eccone un elenco succinto:
separazione del mercato della cannabis e derivati da quello delle
altre droghe, mediante un regime di autorizzazione speciale rispetto
al complesso delle attività economiche inerenti tale mercato
(art. 5), pur demandando al governo la regolamentazione di tale
regime, la nostra proposta fissa un paletto significativo: la
produzione di cannabis e derivati per autoconsumo è soggetta
unicamente alla notifica all'Autorità locale di Pubblica
Sicurezza. E' così ribaltato lo stato delle cose attuale,
basato sull'assunto <<si fa, ma non si dice>>:
La coltivazione, lo smercio ed il consumo di cannabis e derivati
sono un fenomeno di massa che interessa milioni di cittadini italiani,
sostanzialmente tollerato dalle autorità, che sporadicamente
intervengono a caso, secondo modalità che ricordano molto
l'istituto militare della "decimazione": un consumatore
su 10 (in realtà, uno su 100) viene colpito con la segnalazione
al Prefetto, con il ritiro della patente, con l'invio al SERT
per effettuare trattamenti inesistenti.
I radicali propongono:
- l'abolizione di un sistema intollerabile nella sua ipocrisia
ed inefficacia, abolendo anche le sanzioni amministrative previste
dall'art. 75 del testo unico e le norme del Codice della Strada
(art. 29) che sono utilizzate non per colpire, giustamente, chi
guida in stato di alterazione ma, soprattutto, chi ha fumato in
passato cannabis e derivati (i controlli delle urine non provano
uno stato di tossicodipendenza attuale);
- l'istituzione di programmi di somministrazione controllata di
eroina ai cittadini tossicodipendenti, all'interno delle politiche
di riduzione del danno (art. 2 e 26). Tali programmi sono parte
integrante delle politiche sulle tossicodipendenze del governo
svizzero, dopo aver superato positivamente la fase
della sperimentazione ed essere stati avallati dai cittadini grazie
a due referendum.
La proposta di legge incarica il Ministro della salute di promuovere
tali programmi nelle tre maggiori città italiane e crea
le condizioni giuridiche affinché ciascuna Regione possa
istituirli a sua volta.
Ad essere incentivato, anche con adeguati stanziamenti finanziari,
è tutto il complesso degli interventi di riduzione del
danno, fra cui l'istituzione di "narcosalas" che permettano
ai consumatori di "eroina di strada" di assumerla, almeno,
in condizioni igienico-sanitarie accettabili e la creazione di
"unità mobili" per l'analisi legale delle droghe
sintetiche, al fine di tutelare in qualche modo le migliaia di
consumatori di tali sostanze dalle speculazioni degli spacciatori.
La proposta radicale tende, infine, a far emergere a tutti i livelli
(centrale, regionale, locale) la presenza e l'attività
dei gruppi di auto-aiuto e delle associazioni di difesa dei tossicodipendenti
attraverso:
- l'allargamento della legge "Veronesi" sulla terapia
del dolore anche al campo della cura delle tossicodipendenze e
snellimento delle procedure burocratiche (art. 8).
- l'abrogazione delle disposizioni tendenti a restringere l'utilizzo
dei trattamenti metadonici e contestuale tentativo di incrementarne
la praticabilità, soprattutto all'interno degli istituti
di prevenzione e pena.
Da sottolineare, infine, i seguenti punti della proposta di legge:
massima pubblicizzazione dei dati elaborati dalle amministrazioni
in materia tramite lo strumento informatico; controlli sull'organizzazione
e sull'attività delle comunità terapeutiche per
evitare eventuali situazioni di sfruttamento degli ospiti; sfrondamento
dal testo unico di quelle norme ormai superate con contestuale
richiesta al governo di un nuovo testo coordinato.