Proposta di legge di iniziativa popolare: "Legalizzazione
della prostituzione"
I sottoscritti cittadini italiani presentano - ai sensi dell'art.
71, comma secondo della Costituzione ed in applicazione della
legge 25 maggio 1970, n. 352 e successive modificazioni - la seguente
proposta di legge:
RELAZIONE
Onorevoli Parlamentari,
quarantatre anni fa entrava in vigore la legge 20 febbraio 1958,
n.75, detta legge Merlin. Le conseguenze provocate da mezzo secolo
di regime "proibizionista" sulla prostituzione sono
sotto gli occhi di tutti: la legge Merlin non solo non ha chiuso
le case, ma ha aperto le strade; non solo non ha abolito lo sfruttamento,
ma ha consegnato l'affare in regime di monopolio nelle mani delle
organizzazioni criminali, che attraverso la violenza, la minaccia
o l'inganno reclutano, gestiscono l'attività, recepiscono
i profitti delle persone che si prostituiscono, oltre ad impedire
l'abbandono della prostituzione alle persone che lo vogliano.
Sebbene la legge Merlin abbia sancito il principio fondamentale
di non criminalizzare le persone che si dedicano alla prostituzione,
su queste sono ricadute le conseguenze della criminalizzazione
di tutte le attività collegate a tale attività:
la ricerca dei clienti, la pubblicità, il mutuo aiuto tra
le persone che praticano la prostituzione, perfino l'affittare
una casa a - o svolgere lavori di servizio per - una persona dedita
alla prostituzione.
Dal combinato disposto delle leggi restrittive sull'immigrazione
e della proibizione sostanziale della prostituzione é nato
e si é sviluppato il racket del traffico delle persone
ai fini di sfruttamento sessuale e oggi, la maggioranza delle
persone coinvolte nella prostituzione sono straniere illegalmente
presenti sul territorio italiano, e per questo ancora più
vulnerabili e ricattabili dagli sfruttatori.
Anche nel caso di prostituzione volontaria - situazione che riguarda
soprattutto le persone di cittadinanza italiana - sussistono numerose
situazioni di discriminazione o emarginazione: le persone che
vi si dedicano non hanno infatti diritto a nessun tipo di copertura
previdenziale o non hanno garanzie sull'ottenimento del compenso
pattuito col cliente.
In alcuni Stati europei, ed in particolare nei Paesi Bassi, anche
su pressione delle stesse organizzazioni dei cosiddetti "sex
workers" (lavoratori sessuali), si é deciso di procedere
alla legalizzazione della prostituzione ed alla trasformazione
di questa attività in una normale professione, sotto forma
di lavoro dipendente, indipendente o cooperativo, con i diritti
e doveri che conseguono, di assicurazione previdenziale e di tassazione
compresi. Questa misura ha innanzitutto permesso di separare la
prostituzione volontaria da quella coatta: la prima é "emersa"
e ha trovato forme legali di svolgimento, minimizzando i costi
che ricadono sulla società e sulle persone che svolgono
l'attività. L'apparato repressivo si é potuto cosi'
concentrare in modo più efficace ed efficiente sulla lotta
alla prostituzione coatta ed allo sfruttamento, compreso quello
dei minori, delle persone minorate o tossicodipendenti.
La proposta di legge di iniziativa popolare che presentiamo si
ispira ai principi delle normative più avanzate e delle
migliori prassi adottate all'estero, nella convinzione che governare
i fenomeni sociali sia più efficace che proibirli ciecamente,
nell'interesse delle persone che si dedicano alla prostituzione
o che fruiscono della prostituzione altrui, nonche' della società
intera.