Proposta di legge di iniziativa
popolare: "Abolizione dell'8 per mille dell'Irpef come meccanismo
di finanziamento delle confessioni religiose e dello Stato"
I sottoscritti cittadini italiani presentano - ai sensi dell'art.
71, comma secondo della Costituzione ed in applicazione della
legge 25 maggio 1970, n. 352 e successive modificazioni - la seguente
proposta di legge:
RELAZIONE
Onorevoli parlamentari,
i finanziamenti statali alle Chiese violano il principio fondamentale
della laicità dello Stato. La cosa è di una tale
evidenza che non crediamo doverci soffermare su questo punto.
Piuttosto approfondiamo alcuni pretesti che vengono spesso addotti
per giustificare il mantenimento dell'imponente trasferimento
di fondi che lo Stato italiano destina alle casse delle Chiese.
La prima motivazione, o forse è meglio dire la prima truffa,
è quella di chi sostiene che tali trasferimenti di fondi
siano una forma di versamento libero e volontario da parte del
contribuente, che ha la scelta se destinare l'8 per mille alle
Chiese o allo Stato. A parte l'ovvia considerazione che il versamento
non è libero e volontario, in quanto si tratta di denaro
che spetta all'erario e che come tale viene ceduto alle Chiese,
ancora più truffaldino è il meccanismo di ripartizione.
Infatti ciascuna Chiesa riceve soldi in misura percentuale al
numero di persone che firmano per quella Chiesa e inoltre, si
spartiscono proporzionalmente anche i soldi dei cittadini che
non compiono nessuna scelta, ne' a favore delle Chiese ne' dello
Stato.
In questo modo coloro che non esprimono alcuna scelta vengono
automaticamente inclusi nel "monte premi" di finanziamenti
delle Chiese (e, in percentuale molto minore, dello Stato).
C'è poi chi sostiene che le Chiese svolgono attività
socialmente utili, e come tali vanno finanziate. In realtà
già oggi esistono finanziamenti su progetti gestiti da
associazioni religiose, al di là dell'8 per mille che,
invece attribuisce finanziamenti alla Chiesa in quanto tale, indipendentemente
da ciò che fa. Sostenere poi, da parte della Chiesa, che
quei soldi vengono effettivamente utilizzati per realizzare progetti
umanitari invece che per pagare gli stipendi delle proprie burocrazie
non è altro che una finzione contabile: i soldi entrano
in bilancio, punto e basta.
Ma il peggio si prepara per il futuro. Quasi per bilanciare la
sempre più concreta influenza del Vaticano, lo Stato italiano
ha intrapreso la strada di estendere il sistema del Concordato
anche ad altre confessioni religiose, da far entrare nel menu
dell'otto per mille. Così facendo si vuole deliberatamente
privilegiare il connotato burocratico e di potere temporale degli
apparati delle Chiese, mortificando la religiosità e scoraggiando
la scelta volontaria di fare, con i propri soldi e non con quelli
destinati alle tasse, un'offerta per l'organizzazione del culto.
Un'altra conseguenza altrettanto devastante è quella della
creazione di due categorie di culti religiosi, di cui una è
quella dei culti "ufficiali" riconosciuti dallo Stato,
finanziati e parastatalizzati, e l'altra quella dei culti "non
riconosciuti". Una mostruosità per uno Stato laico.
Ecco perché chiediamo, con questa proposta di legge, di
restituire a Cesare quel che è di Cesare e di ristabilire
la effettiva libertà e parità dei culti.