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Battaglia Divorzista - 1 gennaio 1968
I PARTITI E LE ELEZIONI
Liste radicali per i diritti civili e il divorzio

SOMMARIO: Il PR ha definito "cautelativa e prudenziale" la sua iniziativa elettorale rendendo ufficiale la sua decisione di promuovere liste "per i diritti civili, per il divorzio, per la laiciità e la moralizzazione dello Stato". Il compito della LID in questa campagna elettorale è quello di assicurare una presenza autonoma perchè si realizzino le condizioni necesarie perché la prossima legislatura sia quella nella quale viene istituito il divorzio. L'on. Fortuna e la LID hanno rialsciato dichiarazioni di commento alla presentazione della lista radicale in cui mostrano di apprezzare l'atteggiamneto prudenziale del PR e la lista di candidati. In particolare l'on. Fortuna afferma che i temi portati avanti dal PR appartengono per la gran parte anche alla sua militanza socialista, e apprezza il contributo determinante che il PR ha dato alla costruzione di proposte politiche nuove per la promozione dei diritti civili.

(BATTAGLIA DIVORZISTA N. 1-2, gennaio/febbraio 1968)

(- Il Partito Radicale ha definito per il momento "cautelativa e prudenziale" la propria iniziativa.

- Tra le prime candidature quelle di Gabriele Parca, Marco Pannella, Mauro Mellini, Lino Jannuzzi, Silvio Pergameno, Angiolo Bandinelli, Anna Maria Gerli Formentini, Luigi Del Gatto.)

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La giunta esecutiva del Partito Radicale ha reso ufficialmente nota la decisione di promuovere in vista delle prossime elezioni politiche liste "per i diritti civili, per il divorzio, per la laicità e la moralizzazione dello Stato".

La posizione della LID nei confronti di questa iniziativa è stata precisata attraverso una dichiarazione della presidenza della Lega, che pubblichiamo di seguito, insieme ad una dichiarazione di commento dell'On. Loris Fortuna: essa sarà conforme ai deliberati del Congresso nazionale, che prevedono senza alcuna discriminazione appoggio incondizionato a tutte le forze divorziste (la mozione finale del congresso menziona esplicitamente, accanto alle tradizionali organizzazioni laiche, anche l'ipotesi di una presenza elettorale assicurata da "nuove" forze divorziste). Non potrebbe essere che così, essendo il compito della LID quello di assicurare sul piano elettorale una presenza autonoma e unitaria per far sì che si realizzino le due condizioni necessarie perché la prossima legislatura sia la legislatura della istituzione del divorzio: il successo dei partiti laici contro la Democrazia Cristiana e i fascisti; l'effettiva intenzione di questi partiti di condurre fino in fondo e senza compromessi questa battagli

a democratica.

Proprio da questo punto di vista tuttavia, non ci pare senza significato la motivazione che il Partito Radicale ha posto alla base della sua decisione: il pericolo di un insufficiente impegno dei partiti laici nel rispondere alla campagna antidivorzista che l'episcopato italiano ha sviluppato ormai nel paese in vista delle elezioni; il pericolo che il tema del divorzio si perda nella congerie delle elencazioni programmatiche anziché essere considerato come uno dei più importanti problemi del rinnovamento democratico del nostro paese; il pericolo che i problemi di concorrenza e di polemica elettorale fra i partiti laici e all'interno di ciascuno di questi partiti facciano dimenticare o passare in secondo piano l'esigenza di dire una parola chiara e assumere un chiaro impegno politico di fronte all'opinione laica e divorzista.

Il Partito radicale - che è stata una delle prime forze politiche a porre con intransigenza il problema del divorzio e della creazione di una organizzazione di massa per raggiungere questo obiettivo - ha definito per il momento "cautelativa e prudenziale" la propria iniziativa elettorale. I radicali per primi si augurano, che una chiara politica elettorale degli altri partiti laici renda inutile la promozione di queste liste che essi hanno iniziato.

E' una dichiarazione responsabile. Anche noi ce lo auguriamo. Ma questo, prima che dai radicali, dipenderà dalla risposta che gli altri partiti laici sapranno dare a queste legittime preoccupazioni.

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Dichiarazione dell'on. Fortuna in appoggio all'iniziativa del P.R.

"Quanto conosco del documento della Giunta nazionale del Partito Radicale mi porta innanzitutto ad alcune riflessioni d'ordine generale.

I temi che vengono presentati dai compagni radicali come determinanti per la loro decisione sono comuni a molti altri settori della sinistra, di governo o no, ed a gran parte dei loro elettori. Personalmente, come molti altri compagni del PSU, ho sempre dimostrato che queste posizioni e questi temi, senza compromessi, appartengono anche alla mia qualità di socialista e la caratterizzano. Certo, in grandi tradizionali formazioni politiche, per la loro maggiore aderenza concreta alle situazioni sociali e istituzionali del Paese - ed è il caso del PSU e del PCI - più difficile, proprio perché più determinante, è giungere rapidamente e nettamente a precisare o guadagnare adeguate, nuove, radicali proposte politiche. Ma ci dobbiamo pur giungere: ed in questa direzione il contributo di un piccolo partito come il P.R., per noi tutti, è stato un elemento di sorpresa, imprevisto, sostanziale.

Per questo credo serenamente anche al valore unitario della decisione del P. R. Anche quando dette un contributo così determinante alla nascita della LID, non si mancò da più parti di sottolineare e temere il rischio di un calcolo strumentalizzatore e partigiano, comunque di uno strumento polemico e non costruttivo di maggiore unità. Ho personalmente esperimentato, nella battaglia della quale ho dovuto essere il protagonista in parlamento e dinanzi al paese, per la istituzione del divorzio, che la LID era stata concepita e voluta effettivamente come promotrice di accordi di uno schieramento laico: o lo è stata fino ai risultati che tutti conosciamo.

Il P.R. dichiara che la decisione di concorrere con liste autonome "per i diritti civili, per il divorzio, per la moralizzazione e la laicità dello Stato" costituisce per ora un atto di prudenza e di cautela rispetto ad una situazione che, in base ad ideali e obiettivi che abbiamo in comune in molti, non può in effetti ancora essere giudicata soddisfacente. Mi sembra che questa sia una decisione responsabile e positiva. E' un contributo alla chiarezza ed alla responsabilità di tutti, che vengono così sollecitate e secondate. Altrimenti, ciascuno farà la sua particolare battaglia elettorale e con la nuova legislatura il discorso dovrà essere ripreso con rigore, fino in fondo, per evitare di essere ancora, da una parte e dall'altra, costretti alla costosa dialettica fra quantità e qualità, tradizione ed avventura, fra vecchiaia e giovanissimi, inquietudini burocratiche e prodigalità di avanguardie, torbidi "dialoghi" - comunque portati avanti - e rispettabili forme di protesta e di rifiuto costrette finora all

e caratteristiche di una lodevole testimonianza".

Il comunicato della Segreteria della LID

La decisione del Partito Radicale di promuovere la presentazione di liste per i diritti civili ed il divorzio non pone problemi né minimamente coinvolge la responsabilità, l'azione, i programmi stabiliti dal congresso della Lega Italiana per il Divorzio.

A prescindere da ogni altra considerazione, la mozione generale approvata dal congresso il 12 dicembre vincola gli organi dirigenti della Lega ad appoggiare senza riserve tutti i candidati sicuramente divorzisti e che verranno giudicati tali dalla LID, a qualsiasi formazione elettorale, nuova o tradizionale, essi appartengono. Candidati radicali sicuramente divorzisti, come quelli di ogni altro partito, saranno comunque appoggiati quali che siano le forme di presentazione che presceglieranno. Senza preclusioni e discriminazioni, come senza favoritismi.

 
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