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Cicciomessere Roberto - 1 luglio 1982
L'ITALIA ARMATA: Capitolo 2 - Lo sviluppo della spesa militare

SOMMARIO: Il 4.93 per cento delle spese complessive dello Stato destinato per il 1982 alla Difesa è la percentuale in assoluto più elevata dell'ultimo quadriennio. - Solo non tenendo conto del raddoppio della spesa dello Stato avutosi dal 1978 al 1979 il ministro Lagorio può affermare che l'Italia, per il 1982, destinava alla Difesa risorse finanziarie inferiori a otto anni prima. - In realtà dal 1980 al 1982, anni in cui il ministero della Difesa è diretto da Lagorio, si è avuto un incremento della spesa militare del 75,5 per cento. Nell'intero periodo dal 1970 al 1982, fatta eccezione per gli anni 1974, 1975 e 1980, l'aumento della spesa militare è stato sempre superiore al tasso di inflazione dei prezzi al consumo. - Mediamente, dal 1970 al 1981, l'incremento medio annuo in termini reali è stato dell'1,1 per cento; ma nei sei anni dal 1977 al 1982, è stato però del 5,6 per cento, superiore pertanto del 2,6 per cento alla decisione del 1978 della NATO per un incremento annuo, in termini reali, dei bilanci

della difesa del 3 per cento. - L'Italia, peraltro anticipandole, ha così applicate le direttive NATO con un eccesso di zelo ingiustificato e non richiesto. - Se a partire dal 1975 il bilancio fosse aumentato del 3 per cento annuo, in termini reali, la spesa per il 1982 non avrebbe dovuto superare i 9.000 miliardi: Lagorio ha perciò superato di ben 1.200 miliardi gli impegni NATO. - Dal 1970 al 1979 la spesa militare italiana è aumentata del 135,6 per cento, in termini reali, contro il 127,6 della Germania federale e il 117,1 del Regno Unito. - L'Italia, più degli altri partner della Nato, si è adeguata alla volontà Usa, e ciò in particolare con il ministro Lagorio, negli anni 1980-81. - Tuttavia il ministro della Difesa ha privilegiato le spese per il personale, in quanto danno sicuri effetti elettorali, ed ha invece lasciato ai successori faraonici programmi di riarmo. - Comunque secondo i dati NATO le spese italiane per la difesa superano sempre di oltre 2000 miliardi l'ammontare delle spese previste.

("L'ITALIA ARMATA" - Rapporto sul ministero della guerra - di Roberto Cicciomessere - Gammalibri, Milano, luglio 1982)

Calo apparente e aumento sostanziale

Prima di entrare nel merito delle singole poste di bilancio dello stato di previsione del Ministero della difesa, poniamo a confronto le spese della difesa negli anni finanziari 1960-1982 con le spese complessive dello Stato (previsioni di competenza).

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TABELLA N. 2

In miliardi di lire correnti

1) spese stato 2) spese difesa 2/1 in %

1960-61 4.266 674 15,80

1961-62 4.530 739 15,24

1962-63 5.173 795 15,37

1963-64 6.124 886 15,47

1965 7.348 1.112 15,15

1966 8.013 1.240 15,47

1967 8.951 1.270 14,19

1968 9.976 1.311 13,14

1969 11.418 1.408 12,34

1970 12.825 1.511 11,78

1971 14.014 1.657 11,82

1972 16.483 1.888 11,45

1973 19.542 2.294 11,74

1974 24.662 2.373 9,17

1977 47.170 3.561 7,49

1978 61.638 4.314 7,14

1979 119.396 5.119 4,28

1980 136.695 5.780 4,23

1981 177 730 7.501 4,22

1982 205.790 10.149 4,93

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Da queste cifre emerge con chiarezza che è scorretto operare confronti tra gli anni precedenti il 1978 e gli anni successivi a questo stesso anno. A partire dall'esercizio finanziario 1979 - quando le spese dello Stato praticamente raddoppiano - ha infatti trovato applicazione la nuova normativa per la formazione del bilancio dello Stato (legge 5 agosto 1978, n. 468) (*).

Malgrado ciò il Ministro della Difesa afferma, nella sua relazione davanti alla Commissione Difesa del Senato »che l'Italia nonostante l'aumento registrato tra il 1980 e il 1981, destinava alla Difesa risorse finanziarie inferiori a otto anni prima. Nel 1973 l'incidenza della Difesa sulle spese complessive dello Stato era infatti dell'11,7%, nel 1981 era del 4,3% . Il calo è solo apparente, perché determinato unicamente dalla nuova normativa per la formazione del Bilancio dello Stato. Con lo stesso criterio del Ministro Lagorio si potrebbe infatti obiettare, con eguale scorrettezza, che il confronto si potrebbe fare con il 1960 - quando le spese per la Difesa erano il 15,8% delle spese dello Stato - oppure con il periodo 1911-1914, quando le spese militari assorbivano il 39,3% delle spese dello Stato.

L'unico dato certo è che il 4.93% del 1982 è la percentuale sulle spese complessive dello Stato più elevata dell'ultimo quadriennio.

Altri elementi di valutazione critica del bilancio della Difesa emergono dalla valutazione delle serie storiche relative alle spese militari dell'Italia dal 1970 al 1982 e dal confronto dell'incremento di spesa con il tasso di inflazione (indice prezzi al consumo).

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TABELLA N. 3

In miliardi di lire correnti

Spesa Incremento Incremento % Tasso inf. %

1970 1.511 - - -

1971 1.657 146 9,67 5,0

1972 1.888 231 14,0 5,6

1973 2.294 406 21,4 10,37

1974 2.373 79 3,32 19,44

1975 2.451 78 3,28 17,17

1976 2.957 506 20,61 16,52

1977 3.561 604 20,42 18,1

1978 4.314 753 21,15 12,45

1979 5.119 805 18,67 15,7

1980 5.780 661 12,90 21,1

1981 7.501 1.721 29,7 18,7

1982 10.149 2.648 35,3 (16,0)

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Un dato più significativo emerge dalla valutazione dell'incremento dello stato di previsione per la Difesa nel 1982 rispetto al 1980, e cioè negli anni in cui i] Ministero è stato diretto da Lelio Lagorio: l'incremento di spesa è del 75,5 per cento.

Ritornando alle serie storiche, si può rilevare che nel periodo considerato l'aumento della spesa militare è sempre stato superiore al tasso di inflazione dei prezzi al consumo. Fanno eccezione tre anni: il 1974, il 1975 e il 1980.

Ma per comprendere se risulta confermata l'affermazione del Ministro della Difesa secondo cui l'incremento di spesa del 1982 risulta giustificato dalla necessità di recuperare gli effetti delle riduzioni di spesa degli anni precedenti e di corrispondere, in termini reali, alla direttiva della NATO per un incremento costante della spesa militare del 3% annuo, è necessario procedere attraverso una serie di confronti incrociati di tabelle realizzate su diversi parametri e varie fonti di informazione.

Note

(*) Il pratico raddoppio delle cifre della spesa del bilancio di previsione dello Stato dal 1978 al 1979 da lire 64.443.626.655.000 a lire 119.395.972.157.000, deriva dal dispiegarsi dell'influenza di taluni fattori, alcuni dei quali possono farsi rientrare nella categoria delle maggiori spese, altri nella categoria delle nuove spese.

Fra le maggiori spese, citiamo i fattori più significativi:

a) Fondi globali: passano da lire 2.836.311 a lire 7.540.198 milioni;

b) Categoria VI, »Interessi : passano da lire 7.486.538 milioni a lire 11.434.332 milioni;

c) Titolo III, Rimborso di Prestiti: passano globalmente da lire 2.805.852 milioni a lire 12.704.075 milioni.

Nell'ambito del »Rimborso prestiti si nota però l'istituzione del capitolo n. 9537: »Annualità di rimborso dei certificati speciali di credito del Tesoro , dotato di uno stanziamento di lire 5.500.000 milioni. Questa è una spesa nuova.

Fra le nuove spese:

a) Nell'ambito della categoria dei trasferimenti sono iscritte nel bilancio 1979 delle nuove spese, fra cui quelle inserite nello stato di previsione del Tesoro, nei capitoli n. 5935, 5936, 5940, 5941, 5942. Fra questi il capitolo n. 5941, relativo al Fondo sanitario nazionale, con lo stanziamento di 12.918.000 milioni.

b) Altro fattore di nuova spesa è rappresentato, per il Bilancio 1979, dalla eliminazione della prassi secondo la quale si ammetteva l'iscrizione in bilancio delle spese destinate ad essere finanziate con il ricorso al mercato dei capitali. In sede di discussione del provvedimento poi divenuto la legge n. 468 del 1978, la V Commissione permanente del Senato introdusse nell'originario progetto governativo la norma, divenuta l'articolo 14 della 468, con cui si stabiliva l'obbligo dell'iscrizione immediata in bilancio anche delle spese da sostenere con il ricorso al mercato.

Zelo eccessivo alla direttiva Nato

Per prima cosa analizziamo l'incremento delle spese militari dell'Italia (bilancio della Difesa) negli anni 1970-1982 in termini reali impiegando come deflattore i tassi di inflazione indicati nella tabella precedente.

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TABELLA N. 4

In miliardi di lire costanti 1970:

Spesa Incremento %

1970 1.511 -

1971 1.578 + 4,4

1972 1.702 + 7,8

1973 1.874 + 10,1

1974 1.623 - 13,4

1975 1.431 - 11,8

1976 1.482 + 3,5

1977 1.511 + 1,9

1978 1.628 + 7,7

1979 1.669 + 2,5

1980 1.556 - 6,8

1981 1.702 + 9,3

1982 (b) 1.985 + 16,6

(b) per il 1982 è stata fatta l'ipotesi di un tasso di inflazione del 16% secondo gli orientamenti del Governo Spadolini

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Dalla tabella n. 4 risulta che il tasso di incremento medio annuo della spesa - in termini reali - nel periodo 1970-1981 è stato dell'1,1%. Questo valore - piuttosto modesto - è dovuto in gran parte alla lunghezza del periodo considerato: 12 anni.

Se prendiamo in considerazione un periodo diverso, e cioè gli anni di attuazione delle leggi promozionali per le forze armate, si ottiene un risultato confrontabile con le considerazioni del Ministro Lagorio.

In questi anni (1978) è intervenuta infatti la decisione della NATO per un incremento annuo dei bilanci della difesa del 3% in termini reali. Inoltre il Ministro della Difesa fa preciso riferimento alle insufficienze e ai ritardi nel piano di ristrutturazione.

Se prendiamo quindi in considerazione il periodo di 6 anni che va dal 1977 al 1982 il tasso di incremento medio annuo della spesa militare - sempre in termini reali - è pari al 5,6%. Anche in questo caso il calcolo è stato fatto sulla base dell'ipotesi di un tasso di inflazione del 16% per il 1982.

In conclusione è possibile affermare che l'Italia si è tenuta alla direttiva della NATO del 1978 con uno zelo eccessivo e ingiustificato. Proviamo adesso a confrontare la precedente tabella con quelle che si possono ricavare dai dati forniti dagli istituti specializzati più autorevoli, tenendo presente che essi utilizzano le cifre fornite dalla NATO sull'effettiva spesa italiana per la difesa.

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TABELLA N. 5

SIPRI

Italia: spese militari 1971-80. In milioni di dollari USA a prezzi e corsi di cambio 1978:

Spesa Incremento %

1971 5.457 -

1972 6.027 + 10,4

1973 6.018 - 0,15

1974 6.025 + 0,11

1976 5.580 - 6,49

1977 5.990 + 7,3

1978 6.246 + 4,2

1979 6.642 + 6,3

1980 6 324 - 4,8

Fonte: Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) World Armaments and Disarmament Yearbook 1981, p. 156.

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Da questi dati si ricava che il tasso d'incremento medio annuo nel periodo 1971-1980 è stato pari all'1,7% circa.

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TABELLA N. 6

ACDA

Italia: spese militari 1969-1978. In milioni di dollari USA a prezzi costanti 1977:

Spesa Incremento %

1969 4.208 -

1970 4.360 + 3,6

1971 4.824 + 10,6

1972 5.302 + 9,9

1973 5.253 - 1,0

1974 5.295 + 0,8

1975 4.918 - 7,2

1976 4.836 - 1,7

1977 5.137 + 6,2

1978 5.300 + 3,1

Fonte: Arms Control and Disarmament Agency (ACDA), World Military Expenditure 1969-1978 Washington 1980. L'ACDA è una agenzia del governo degli Stati Uniti.

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Da questi dati si ricava che il tasso d'incremento medio annuo nel periodo 1969-1978 è stato pari al 2,6% circa.

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TABELLA N. 7

IISS

L'Istituto di studi strategici di Londra, nell'edizione 1980-1981 del Military Balance (p. 94), fornisce direttamente il tasso di incremento medio annuo nel periodo 1970-1978 - in termini reali - della spesa militare dei paesi della NATO. Ecco le cifre fornite da questo istituto:

Italia + 3,1%

Belgio + 4,8%

GB + 1,7%

Danimarca + 2,8%

Francia + 3,2%

RFT + 2,9%

Grecia + 5,5%

Olanda + 3,3%

Norvegia + 3,0%

Portogallo - 4,3%

Turchia + 7,9%

USA - 2,2%

Canada + 2,7%

Lussemburgo + 6,3%

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Riassumendo, per quanto riguarda il tasso di crescita medio annuo in termini reali della spesa militare italiana, abbiamo ottenuto i seguenti risultati:

Fonte periodo tasso di crescita %

Bilancio difesa 1970-1981 1,1

Bilancio difesa 1977-1982 5,6

SIPRI 1971-1980 1,7

ACDA 1969-1978 2,6

IISS 1970-1978 3,1

In tutti questi casi, il tasso di crescita medio annuo è stato ricavato applicando la formula degli interessi composti (*).

Si tratta di un confronto tra l'anno iniziale dei periodi considerati che prescinde da eventuali oscillazioni della spesa negli anni intermedi. Ne consegue che i risultati - comunque positivi - mutano al variare dei periodi in esame.

Ma si giunge ad una conclusione definitiva e attendibile dal punto di vista finanziario operando con altre procedure logiche ed utilizzando nuovi parametri matematici.

Questa volta prendiamo in esame le spese militari dell'Italia (bilancio della difesa) negli anni 1975-1982.

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TABELLA N. 8

(in miliardi di lire costanti) 1975 (a)

Spesa Incremento %

1975 2.451 -

1976 2.537 + 3,5

1977 2.587 + 1,9

1978 2.788 + 7,7

1979 2.859 + 2,5

1980 2.666 - 6,8

1981 2.915 + 9,3

1982 (b) 3.400 + 16,6

a) come deflattore sono stati impiegati i tassi di inflazione ISTAT dei prezzi al consumo nei vari anni;

b) per il 1982 è stata fatta l'ipotesi di un tasso di

inflazione del 16%, secondo l'ipotesi del Governo.

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Operiamo adesso alcuni raffronti all'interno di questa serie storica, tenendo presente che i risultati sono comunque espressi in termini reali.

1) nel 1982 in Italia si spende per la difesa il 38.7% in più di quanto veniva speso nel 1975.

Questo risultato si ottiene confrontando direttamente i 3.400 miliardi del 1982 con i 2.451 miliardi del 1975.

2) Il tasso di crescita medio annuo del periodo 1975-1982 è pari al 4,8% circa.

Il risultato è ottenuto applicando la formula degli interessi composti. Anche in questo caso siamo in presenza di un confronto diretto tra il dato del 1982 e quello del 1975.

L'obiezione che può venir mossa a queste due operazioni è quella già ricordata: entrambe prescindono da eventuali oscillazioni della spesa verificatesi negli anni intermedi. Non è un'obiezione di poco conto, poiché il Ministro della Difesa non cessa di sottolineare che gli aumenti da lui proposti sono volti al recupero »della esiguità del bilancio degli anni precedenti (intervento del Ministro della Difesa di fronte alla commissione difesa del Senato, in occasione della presentazione del bilancio 1982).

Per contestare tale affermazione è necessario adottare un altra procedura logica e matematica.

Costruiamo quindi un'altra serie storica puramente teorica sulla base della ipotesi che, a partire dal 1976 - anno in cui entra in bilancio la prima trance della legge promozionale per la Marina Militare - la spesa militare si è accresciuta ciascun anno rispetto a quello precedente in ragione del 3%.

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TABELLA N. 9

(in miliardi di lire costanti) 1975:

spesa ipot. incremento % spesa reale incremento % reale

1975 2.451 - 2.451 -

1976 2.524 + 3 2.537 + 3,5

1977 2.599 + 3 2.587 + 1,9

1978 2.677 + 3 2.788 + 7,7

1979 2.757 + 3 2.859 + 2,5

1980 2.839 + 3 2.666 - 6,8

1981 2.924 + 3 2.915 + 9,3

1982* 3.011 + 3 3.400 + 16,6

* Infl. 16%

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Dal momento che entrambe le serie - quella reale e quella ipotetica - sono espresse in moneta costante, è possibile confrontare la spesa complessiva reale con quella ipotetica per qualsiasi periodo compreso tra il 1975 ed il 1982. Quindi, se il bilancio fosse stato aumentato ogni anno del 3% a partire dal 1975, nel periodo 1976-1980 si sarebbero spesi per la difesa 13.397 miliardi; in realtà ne sono stati spesi 13.437, 41 in più - il tutto in lire costanti 1975.

Tutto questo significa che a il critico bilancio 1980 è ampiamente compensato da quelli degli anni precedenti. Ricordiamo, tra l'altro, che la crescita delle spese per la difesa del 3% l'anno in termini reali corrisponde a quanto stabilito dal Consiglio Atlantico nell'autunno del 1978. Si dimostra quindi che l'Italia ha anticipato questa direttiva prima ancora che venisse emanata.

Sempre a proposito del »critico bilancio 1980 riportiamo una tabella che ci è stata fornita dal servizio relazioni comunitarie e internazionali della Camera dei deputati, dalla quale risulta che la Nato ci attribuisce ufficialmente, nel 1980, un incremento del 4.9% rispetto al 1979. Gli incrementi sono naturalmente valutati in termini reali. Sempre per gli stessi anni la Repubblica federale tedesca ha incrementato le spese militari dell'1,9%.

Note

(*) I=C (1+r/100)t-C

(I=capitale finale; C=capitale iniziale; t=tempo; r=saggio)

Incremento spese militari dei Paesi della Nato

A - Fonte NATO (Bruxelles)

NOTA:

I dati si riferiscono all'anno solare anche se gli esercizi finanziari di alcuni Paesi della NATO sono sfasati rispetto ad esso. Gli incrementi si intendono in termini reali.

Incremento 1980 rispetto al 1979

BELGIO 2,0 %

CANADA 3,6

DANIMARCA 0,7

FRANCIA 3,9

RFT 1,9

GRECIA - 8,8

ITALIA 4,9

LUSSEMBURGO 16,3

OLANDA - 1,5

NORVEGIA 1,8

PORTOGALLO 10,1

TURCHIA 2,1

REGNO UNITO 2,8

USA 5,0

Massimo servilismo di Lagorio

Ancora più sconvolgenti sono i calcoli dell'Unione dell'Europa Occidentale (Parigi) e dell'Istituto per gli studi strategici (Londra), che ci sono stati forniti sempre dal servizio relazioni comunitarie e internazionali della Camera, sugli incrementi di spese militari, sia a prezzi correnti, sia a prezzi costanti, nel periodo 1970-1979 e in quello 1970-1980.

Secondo le tabelle che riportiamo appresso, nel primo periodo considerato mentre l'Italia ha aumentato la sua spesa militare del 135,6% in termini reali, la Germania Federale ha invece potuto sostenere un incremento del 127,6% e il Regno Unito del 117,1%. A prezzi correnti gli incrementi sono invece del 395,8% per l'Italia, del 119,2% per la RDF e del 366,4% per il Regno Unito. Ciò significa che la Germania ha avuto, nel periodo considerato, una solida situazione monetaria ed economica, ma nonostante ciò non ha ritenuto di incrementare la spesa quanto l'Italia che è stata scossa invece da un processo inflattivo simile solo a quello della Gran Bretagna.

Per il periodo 1970-1980 l'Italia ha incrementato la spesa militare nella stessa misura della Germania Federale, superando ancora il Regno Unito.

E' chiaro, dai dati riportati, che la direttiva Nato non è percepita come un obbligo vincolante dagli altri paesi Nato. Solo l'Italia ha invece ritenuto di adeguarsi piattamente alle volontà degli Usa, dimostrando, soprattutto negli anni 1981 e 1982, con il Ministro Lagorio, il livello massimo di servilismo e di appiattimento alla politica Nato. Probabilmente non è stato neppure richiesto.

B - Fonte Unione dell'Europa Occidentale (Parigi) e Istituto per gli studi strategici (Londra)

NOTA:

L'UEO di Parigi, seguendo l'esempio dell'Istituto per gli studi strategici di Londra, calcola gli incrementi di spese militari sia a prezzi correnti (che includono quindi il tasso di inflazione) sia a prezzi costanti, cioè in termini reali (senza tener conto del tasso di inflazione). L'UEO fa notare che i bilanci di difesa dei Paesi della NATO non sono strutturati in maniera omogenea in quanto alcuni tipi di spese, ad esempio quelle che riguardano il personale, l'assistenza e la previdenza, sono da alcuni Paesi inclusi in bilanci di altri dicasteri. Pertanto i termini di raffronto utilizzati dall'UEO possono non essere gli stessi di quelli utilizzati da altre organizzazioni; ciò spiega la possibile difformità dei dati forniti. Inoltre le statistiche dell'UEO fanno riferimento al 1970 preso come anno base e con indice eguale a 100.

Dati 1979 (rispetto al 1970 = 100)

Prezzi correnti Prezzi costanti

BELGIO 282,7 148,2 %

CANADA 230,8 117,6

DANIMARCA 285,1 125,4

FRANCIA 290,0 133,7

RFT 119,2 127,6

GRECIA 199,2 139,3

ITALIA 395,8 135,6

LUSSEMBURGO 300,0 167,5

OLANDA 260,9 137,3

NORVEGIA 261,5 129,6

PORTOGALLO 261,5 62,4

TURCHIA 1152,1 178,1

REGNO UNITO 366,4 117,1

USA 151,1 80,9

Dati 1980 (rispetto al 1970 = 100)

Prezzi costanti

BELGIO 150,4 %

CANADA 113,5

DANIMARCA 134,6

FRANCIA 139,6

RFT 129,2

GRECIA 122,0

ITALIA 128,9

LUSSEMBURGO 187,3

OLANDA 132,8

NORVEGIA 131,2

PORTOGALLO 61,9

TURCHIA 202,2

REGNO UNITO 122,7

USA 81,9

L'UEO non dispone ancora dei dati definitivi relativi al 1981.

Passiamo ora ai bilanci 1981 e 1982. Per quanto riguarda il primo, si potrebbe effettivamente parlare di un recupero rispetto all'anno precedente: la serie ipotetica ci dà un valore di 2.924 miliardi per il 1981, quella reale di 2.915. La spesa, in lire 1975, del periodo 1976-81, è stata di 16.352 miliardi; per lo stesso periodo la nostra serie ipotetica fornisce un valore di 16.320 miliardi: 32 miliardi a favore della spesa reale.

La spesa del 1982 è invece chiaramente esuberante, ed è assolutamente improponibile giustificarla con »la esiguità dei bilanci degli anni precedenti . Infatti la serie ipotetica ci dà un valore di 3.011 miliardi, mentre il bilancio del 1982 espresso in lire 1975, è pari a 3.400 miliardi. In moneta corrente, se il bilancio della difesa per il 1982 si fosse assestato attorno ai 9.000 miliardi - per la precisione 8.988 - l'Italia avrebbe comunque tenuto fede ai suoi impegni in ambito NATO. Quindi, anche prescindendo dalle nostre valutazioni rigorosamente pacifiste ed antimilitariste, una riduzione di almeno 1.200 miliardi dello stato di previsione del Ministero della Difesa è ineccepibile e conforme agli indirizzi della NATO. In ogni caso non è ammissibile considerare in modo rigido le spese per la difesa, facendo meno della valutazione di altri fattori, come per esempio la crescita negativa del prodotto nazionale, l'incremento della disoccupazione e del deficit della spesa pubblica. Con queste stesse considera

zioni il Cancelliere Schmidt ha giustificato l'inadempienza della Germania Federale nei confronti dell'obiettivo del 3% stabilito dalla NATO. Infatti l'incremento della spesa militare di questo paese nel 1980 è stata, in termini reali, del 2,8%.

Analizziamo ora l'andamento della spesa per armamenti nello stesso periodo 1975-1982. Questa spesa viene calcolata sommando i capitoli 1802, 1832, 1838, 1872, 1874 della rubrica 4 (costruzione armi, armamento e munizionamento), tutti i capitoli della rubrica 5 (assistenza al volo, difesa aerea e telecomunicazioni), il capitolo 2102 della rubrica 6 (motorizzazione e combustibili) e tutta la rubrica 12 (ammodernamento e rinnovamento della difesa).

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TABELLA N. 10

Spesa per gli armamenti dell'Italia (carabinieri esclusi) 1975-1982. In miliardi di lire costanti 1975 (tra parentesi i valori in moneta corrente):

spesa incremento % (lire costanti)

1975 639 (639) -

1976 712 (830) + 11,4

1977 731 (1007) + 2,6

1978 870 (1347) + 19,0

1979 982 (1759) + 12,8

1980 961 (2084) - 2,2

1981 959 (2467) - 0,2

1982 1096 (3271) + 14,2

Fonte: per gli anni 1975-1980 l'annuario dello IAI (Istituto Affari Internazionali). »L'Italia nella politica internazionale . E per gli anni 1981 e 1982 sono stati usati gli stessi criteri dello IAI.

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Operiamo adesso alcuni raffronti interni ed esterni a questa serie storica:

1) paragonando l'andamento della spesa per armamenti a quello dell'intero bilancio (cfr. tab. 2) si nota subito che la crescita della prima - sempre in termini reali - è assai più sostenuta della crescita del secondo. Ciò vale anche per l'anno 1980, quando a fronte di una riduzione complessiva del 6,8%, la spesa per le armi decresce del 2,2%. Nel 1981 la spesa per armamenti rimane stazionaria, malgrado una crescita del 9,3% dell'intero bilancio, e ciò corrisponde ad una analisi che faremo successivamente sul rapporto spese per il personale/spese per beni e servizi. Nel 1982 l'incremento è minore (+ 14,2% per le armi, + 16,6% per l'intero bilancio), ma è comunque assai elevato. In ogni caso il tipo di spesa dell'amministrazione Lagorio è meno »qualificato di quello delle amministrazioni precedenti. Questa valutazione è però soltanto apparente poiché in questo periodo la amministrazione della difesa ha da una parte allungato i tempi di spesa per i programmi di ammodernamento e dall'altra ha impegnato l'Italia

, seppure con spese iniziali modeste, in nuovi programmi di acquisizione di sistemi d'arma che incideranno pesantemente sul bilancio a partire dai prossimi anni.

In poche parole il Ministro della Difesa ha incrementato le spese che possono dare un sicuro risultato elettorale, e cioè quelle per il personale e in particolare per gli alti gradi, lasciando nel contempo in eredità alle prossime amministrazioni della difesa faraonici programmi di riarmo.

Continuando i raffronti sulla tabella n. 10 si possono fare le seguenti ed ulteriori considerazioni:

2) nel 1982 l'Italia spende in armamenti il 71,5% in più di quanto veniva speso nel 1975 - in termini reali.

3) Il tasso di crescita medio annuo di questo tipo di spesa - sempre in termini reali - del periodo 1975-1982 è pari all'8% circa. In questo caso l'obiezione che con questa procedura si prescinda da eventuali oscillazioni è a nostro favore. Proviamo infatti a confrontare una spesa ipotetica per gli armamenti che aumenti dal 1975 dell'8% l'anno, con quella reale.

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TABELLA N. 11

spesa incremento % spesa reale incremento %

ipot. reale

1975 639 - 639 -

1976 690 + 8 712 + 11,4

1977 745 + 8 731 + 2,6

1978 805 + 8 870 + 19,0

1979 869 + 8 982 + 12,8

1980 938 + 8 961 - 2,2

1981 1.013 + 8 959 - 0,2

1982 1.094 + 8 1.096 + 14,2

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La spesa complessiva in armamenti nel periodo 1975-1982 è stata di 6.950 miliardi, contro i 6.793 miliardi dell'ipotesi - il tutto in lire 1975. La differenza - 157 miliardi - espressa in moneta 1982 è di 468 miliardi. E' evidente però che non esiste alcun atto parlamentare o impegno internazionale che vincoli l'Italia ad accrescere la propria spesa in armamenti in

ragione dell'8% annuo in termini reali.

Per quanto riguarda il confronto internazionale dell'incidenza sul prodotto nazionale lordo delle spese per la difesa, rappresentato dal Ministro Lagorio davanti alla Commissione Difesa del Senato (Stati Uniti 5,5; G. Bretagna 5,1; Grecia 5,1; Turchia 4,2; Francia 3,9; Portogallo 3,8; Olanda 3,4; Belgio 3,3; Germania F. 3,2; Norvegia 2,9; Danimarca e Italia 2,4; Canada 1,7; Lussemburgo 1,0; Unione Sovietica 12-14 per cento; Repubblica democratica tedesca 6,1; Cecoslovacchia 4,0; Bulgaria 3,4; Polonia 3,2; Ungheria 2,3; Romania 1,3; Israele 23,2; Siria 13,1; Libia 10,0; Cuba 8,5; Corea del Sud 5,7; Iugoslavia 5,6; Svezia 3,4.) è necessario inserire altri elementi di valutazione basati su parametri reali.

Proviamo infatti a valutare quanto resta effettivamente disponibile agli altri cittadini della NATO, una volta sottratta la spesa per le Forze Armate.

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TABELLA N. 12

1979 in dollari USA:

1) spesa militare 2) prodotto lordo 2-1

pro-capite (a) procapite (b)

Belgio 363 10.920 10.577

Gran Bret. 314 6.320 6.006

Canada 157 9.640 9.483

Danimarca 303 11.900 11.597

Francia 349 9.950 9.601

Germania fed. 396 11.730 11.334

Grecia - 3.960 -

"Italia 124 5.250 5.126"

Lussemburgo 116 - -

Olanda 338 10 230 9.892

Norvegia 347 10.700 10.353

Portogallo 60 2.180 2.120

Turchia 58 1.330 1.272

U.S.A 520 10.630 10.110

(a) fonte IISS, Military Balance 1980-81

(b) fonte Banca mondiale, Rapporto annuale.

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La spesa effettiva supera gli stanziamenti di bilancio

Da questi dati emerge la pura astrattezza di un confronto fra la spesa militare e il prodotto nazionale lordo, che prescinda dalla valutazione dell'incidenza delle spese per le Forze Armate sulle risorse disponibili. Inoltre gli alti stanziamenti per le Forze Armate di alcuni paesi sono determinati da scelte precise di politica militare e da ben definiti ruoli nello scacchiere internazionale. E' il caso di U.S.A., Gran Bretagna, Germania Federale e Francia che, per motivi storici e geografici hanno un peso ben diverso dall'Italia all'interno della NATO. Per quanto riguarda la Turchia e la Grecia non bisogna dimenticare lo stato di tensione, e negli anni passati perfino di belligeranza, che caratterizza i rapporti fra questi due paesi. Un astratto confronto con i bilanci degli altri paesi può perfino divenire un boomerang per chi lo propone, perché necessariamente presuppone una volontà di concorrere con i citati paesi per un ruolo di »potenza militare nel mondo.

E' necessario quindi definire con esattezza il ruolo delle Forze Armate italiane all'interno della NATO prima di proporre devianti confronti con gli altri paesi.

Sempre in riferimento all'incidenza della spesa militare sui bisogni reali dei cittadini italiani può essere utile riportare il pensiero del Presidente dell'Oto-Melara, Gustavo Stefanini, che sicuramente non può essere tacciato di militarismo: »E' infatti da tener sempre ben presente che, malgrado l'enorme disparità dei prelievi per la difesa, ricerca e investimenti, la rimanenza residua a disposizione per la vita privata del cittadino e per pagare i rimanenti servizi pubblici (Giustizia, Scuola, etc.) è per il cittadino tedesco 2,53 volte e per il francese 1,95 volte quella del cittadino italiano. Il che vuol dire che i prelievi, ancorché molto inferiori, incidono già, se non sul pane almeno sul burro del cittadino italiano, mentre incidono forse sulla terza macchina del cittadino tedesco e sulla seconda casa di quello francese (*).

Per concludere questo capitolo dobbiamo rilevare che le cifre della spesa per la difesa, fin qui utilizzate per i confronti, sono tratte esclusivamente dallo stato di previsione per il Ministero della difesa, tabella n. 12.

Queste cifre coprono solo parzialmente la spesa complessiva effettuata per il mantenimento dello »strumento militare : sono infatti esclusi gli stanziamenti relativi al trattamento pensionistico dei dipendenti militari e civili dell'Amministrazione della difesa (**). E' invece indubbio che gli oneri derivanti dal pensionamento fanno parte integrante della spesa della difesa. Una insospettabile conferma di questa affermazione viene dalla Nato che, annualmente, pubblica una tabella sulle spese per la difesa dei paesi aderenti alla Nato che alleghiamo.

Bisogna precisare che le cifre indicate nella tabella »rappresentano i pagamenti realmente effettuati o quelli da effettuare nel corso degli anni solari .

Ebbene, questa fonte, certamente attendibile, ci fornisce i dati reali della spesa per la difesa dell'Italia, che superano di molti miliardi gli stanziamenti iscritti esclusivamente nello stato di previsione del Ministero della difesa.

Nel 1980, a fronte di una previsione di spesa di 5.780 miliardi (Bilancio dello Stato), la Nato ci attribuisce una spesa effettiva di 8.242 miliardi e cioè di circa 2.400 miliardi superiore a quanto comunicato dal Governo italiano alle Camere.

Nel 1981, a fronte di una previsione di spesa di 7.510 miliardi (Bilancio dello Stato), la Nato fa una previsione di spesa effettiva di 9.447 miliardi e cioè superiore di circa 2.000 miliardi a quanto riportato nel documento sottoposto all'approvazione del Parlamento.

Note

(*) (Cfr. »Città e Regione n. 4, 1981)

(**) Dal 1975 le spese per le pensioni »ordinarie sono state trasferite al bilancio del Ministero del Tesoro.

 
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