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Cicciomessere Roberto - 1 luglio 1982
L'ITALIA ARMATA: Capitolo 15 - NATO (capitoli 1168 e 4001)

SOMMARIO: Le spese per l'appartenenza alla Nato sono previste nei capitoli 1168 e 4001. Dal 1973 al 1982, per il primo dei due capitoli, siamo passati da 8 miliardi e 690 milioni a 47 miliardi e 200 milioni; per il secondo, invece, da 6 miliardi e 500 milioni a 57 miliardi e 580 milioni. Globalmente, nel 1982, la Nato costa al contribuente 104 miliardi e 780 milioni. - Pressoché impossibile, tuttavia, analizzare in dettaglio le spese effettive per il rifiuto del competente ministero a fornire informazioni. - Ai parlamentari italiani viene opposto il segreto, oltre che sulle spese, sulle modalità di utilizzo dei reparti Nato e in particolare sugli armamenti nucleari nel teatro europeo. In tutti gli altri paesi dell'Alleanza, al contrario, i parlamentari sono regolarmente informati specie per le questioni essenziali. - All'oscuro il nostro Parlamento anche relativamente alle basi militari Usa nel nostro territorio. - L'attività del ministro della Difesa tesa soprattutto a procurarsi attestati di stima da parte

degli Usa. - Da un documento distribuito non al Parlamento, ma solo a giornalisti »fidati , risulta che la base di Comiso per i missili Cruise non è la sola; esistono numerose altre basi di lancio disseminate in ogni parte del territorio fino alla Sicilia".

("L'ITALIA ARMATA" - Rapporto sul ministero della guerra - di Roberto Cicciomessere - Gammalibri, Milano, luglio 1982)

E' tutto segreto militare per i parlamentari italiani

Gli oneri conseguenti alla »ratifica ed esecuzione del trattato del Nord-Atlantico, firmato a Washington il 4 aprile 1949 (legge n. 465 del 1949) sono iscritti nei capitoli nn. 1168 e 4001 dello stato di previsione della spesa del Ministro della Difesa rispettivamente sotto le denominazioni: »concorso in spese derivanti da accordi internazionali , e »Spese e concorso in spese inerenti a lavori di infrastrutture connessi con l'applicazione degli accordi 4.3.49 .

Analizziamo lo sviluppo della spesa e dell'incremento negli ultimi dieci anni:

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TABELLA N. 44

In miliardi di lire

Capitoli 1168 % 4001 %

1973 * 8.690 6.500 *** -

1974 * 9.500 9,3 17.000 *** 161,5

1975 ** 10.500 10,5 19.700 15,8

1976 ** 13.500 28,5 30.000 52,2

1977 ** 16.000 18,5 26.000 - 13,3

1978 19.000 18,7 25.430 - 2,1

1979 23.700 24,7 41.000 61,2

1980 28.500 20,2 36.000 - 12,1

1981 34.700 21,7 46.000 27,7

1982 97.200 36,4 57.580 25,1

% = percentuale di incremento annuo.

* Negli anni 1973 e 1974 il capitolo di spera era il 3101.

** Negli stati di previsione della spesa degli anni 1977 il capitolo corrispondente era il 3671

*** Negli anni 1973 e 1974 il capitolo di spesa era il 3501

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A questi oneri bisogna aggiungere le somme iscritte nel capitolo n. 6741 dello stato di previsione del Ministero del tesoro con la denominazione: »Fondo occorrente per il finanziamento dei programmi di infrastrutture da eseguire nel quadro degli accordi di comune difesa, con i contributi multinazionali .

Questo capitolo, istituito nel 1975, prevede uno stanziamento di 16.600 milioni. Questa cifra non subisce variazioni dal 1975. Precedentemente la stessa spesa era iscritta nel capitolo n. 2426, sempre senza variazioni.

Per quantificare esattamente la spesa globale per la Nato è però necessario detrarre l'entrata di L. 14.600 milioni iscritta nel capitolo 3571 dello stato di previsione del 1982 sotto la seguente denominazione: »Concorso dei paesi della Nato nelle spese di infrastrutture da eseguirsi nel quadro degli accordi di comune difesa . Anche questa somma rimane invariata negli anni.

In definitiva l'appartenenza alla Nato costa al contribuente, secondo i dati di bilancio, 106.780 milioni nel 1982.

L'incremento degli stanziamenti per il capitolo 1168 è sostanzialmente costante con una punta massima nel 1982, superiore di quasi un punto all'incremento del bilancio della Difesa nel suo complesso (35,3 per cento). L'andamento invece del capitolo 4001 è alterno, con un incremento costante negli ultimi tre anni).

E' estremamente difficile analizzare nel dettaglio la spesa perché il Ministero della Difesa non ha mai fornito informazioni sulle modalità di utilizzazione degli stanziamenti iscritti in questo capitolo.

Probabilmente una quota a parte viene corrisposta dall'Italia quale contributo alle spese delle strutture NATO.

Nel 1979 è stato poi avviato il programma NATO di acquisizione degli aerei-radar AWACS che comporta la partecipazione dell'Italia alla spesa comune (*).

Dobbiamo rilevare al proposito che le ragioni di segretezza che vengono opposte alla richiesta di conoscere i dettagli della spesa, è assolutamente ingiustificata. Negli altri paesi della NATO i parlamentari magari sotto il vincolo del segreto, sono messi al corrente delle notizie essenziali per la valutazione della spesa derivante da accordi internazionali.

Anche per quanto riguarda le modalità di utilizzo dei reparti militari Nato, e in particolare degli armamenti nucleari, nel teatro europeo, i parlamentari italiani, diversamente dai colleghi degli altri parlamentari dei Paesi aderenti alla Nato, sono estromessi da ogni fonte informativa. La lettura dei quotidiani e delle riviste rappresenta l'unico elemento di valutazione a nostra disposizione per tentare d'intervenire sugli indirizzi di politica militare dell'Alleanza Atlantica. A questo proposito alleghiamo tre interrogazioni, alle quali non è stata mai fornita risposta dal Ministro Lagorio, che tentano di aprire alcuni varchi nel muro di silenzio opposto dal Ministro della difesa ad ogni tentativo di conoscere la reale natura dell'»ombrello difensivo della Nato e degli Usa. Sono tratte da documenti del Congresso Usa.

Altra questione sulla quale i deputati italiani sono tenuti completamente all'oscuro è quella relativa alle basi militari USA nel nostro territorio e, in particolare, ai »compiti dell'Italia nella nuova strategia USA nel Mediterraneo e al tentativo di allargare le competenze Nato al Medio Oriente.

Si fanno sempre più insistenti le notizie sull'intenzione di usare la penisola italiana come trampolino di lancio per la »Rapid deployment force , e cioè quella forza di pronto impiego degli USA, costituita da circa 100 mila uomini, che dovrebbe »difendere gli interessi strategici dell'Occidente connessi alla produzione di idrocarburi e materie prime essenziali da parte dei paesi del terzo mondo, e di spostare sul nostro territorio parte delle forze attualmente di stanza nell'Europa continentale.

Così come sembra confermata dalle stesse dichiarazioni del Ministro Lagorio la direttiva della Nato per lo spostamento delle forze armate italiane dalla »soglia di Gorizia al Mediterraneo, con il conseguente rafforzamento della componente aereo-navale.

Note

(*) Il sistema AWACS (Airbone Warning and Control System) è un »radar volante destinato alla sorveglianza di vaste superfici e all'avvistamento di quei mezzi, terrestri o aerei, che non sono rilevabili dai radar installati al suolo o sulle navi a causa della curvatura del globo e degli ostacoli naturali. Il sistema è prodotto dalla Boeing e dalla Westinghouse ed utilizza il B 707 opportunamente modificato (E-3A »Sentry ). Dai primi mesi del 1983 il sistema AWACS diverrà operativo anche per i paesi della Nato (ad esclusione della Francia e dell'Inghilterra che adotta il sistema di radar volante NIMROD). Secondo notizie di stampa la copertura finanziaria del sistema è stata assunta per il 40% dagli Usa, per il 30% dalla Repubblica federale tedesca, mentre l'Italia concorrerebbe con un impegno di spesa di circa cento miliardi di lire frazionati in dieci anni.

Lagorio vuole accumulare attestati di stima Usa

Bisogna rilevare a questo proposito che se da una parte il Parlamento è completamente disinformato su questi problemi, dall'altra l'azione politica del Ministro socialista sembra tesa a procurarsi attestati di stima da parte dell'alleato Usa, attraverso una zelante dimostrazione di fedeltà, oltre il richiesto, per finalità estranee a quelle della difesa nazionale. Facciamo preciso riferimento all'azione insistente per ottenere, da parte dell'amministrazione Reagan, il »benestare ad una eventuale presidenza socialista del Consiglio dei Ministri.

Per quanto riguarda la questione dello schieramento in Italia presso l'aeroporto di Magliocco a Comiso, di 112 missili Cruise, decisa dal Consiglio dei Ministri della Nato, riteniamo utile allegare un documento che il Ministro Lagorio non ha mai distribuito ai deputati e senatori della Repubblica italiana, ma solo ad alcuni giornalisti »fidati .

E' questa una ulteriore dimostrazione del »rispetto e della »considerazione , nutriti dal Ministro socialista della difesa nei confronti delle prerogative degli eletti dal popolo.

Ma a prescindere da queste sconfortanti considerazioni, il documento allegato dimostra in modo inequivoco che quella di Comiso è solo la base principale (MOB - Main Operating Base) dei Cruise, mentre le basi secondarie di lancio sono disseminate nel territorio, probabilmente oltre lo stretto di Messina.

Premettiamo a questo documento il testo di una interrogazione nella quale sono contenute una serie di domande che, naturalmente, non hanno trovato risposta da parte di Lagorio.

Da rilevare la nota contenuta nella penultima pagina del documento: »da divulgare solo su consenso del Ministro .

Si è trattato di una imperdonabile dimenticanza di qualche funzionario che ha consegnato ai giornalisti, seppur »fidati , un testo non ancora autorizzato dal Ministro. La nota si riferisce al costo d'installazione dei Cruise che verrà sostenuto anche dall'Italia, diversamente da quanto dichiarato dal Ministro.

 
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