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Conferenza Hands off Cain
Partito Radicale Elisabetta - 23 gennaio 1996
RESOCONTO SOMMARIO DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DI NESSUNO TOCCHI CAINO (ROMA 17 DICEMBRE 1995). PROGETTI E IMPEGNI PER IL 1996.

SERGIO D'ELIA, segretario - Italia. Vorrei procedere alla distribuzione degli incarichi ai membri del Consiglio direttivo di Nessuno tocchi Caino in modo da assicurare il raggiungimento degli obiettivi discussi e approvati durante i lavori di questo congresso.

Il primo degli impegni assunti è la promozione di una campagna internazionale che abbiamo chiamato "10 paesi, 100 città e 100.000 firme alle Nazioni Unite per fermare la pena di morte".

Oggi in congresso il Commissario Europeo Emma Bonino ci ha ricordato l'importanza di far inserire nel programma per il semestre italiano di presidenza dell'Unione europea la campagna per la moratoria delle esecuzioni capitali. Riteniamo estremamente importante cercare di avere il maggior numero possibile di paesi europei promotori della richiesta di moratoria universale delle esecuzioni capitali. Sotto questo profilo vorrei ricordare che membro della nostra presidenza d'onore è Emma Bonino commissario europeo, poi abbiamo Adelaide Aglietta copresidente dei Verdi al Parlamento europeo che è stata relatrice in questa sede di un rapporto sulla pena di morte che ha fatto storia. Abbiamo anche l'europarlamentare Ernesto Caccavale.

Penso che le questioni europee possano essere seguite da queste figure istituzionali e da Olivia Ratti visto che vive e lavora a Bruxelles ed è segretaria di un gruppo parlamentare.

Poi vi sono i paesi scandinavi. Antonio Stango è presidente della sezione italiana del comitato Helsinki e periodicamente incontra i vari segretari di questo comitato. Darei a lui l'incarico di trovare almeno un paese scandinavo che presenti alle Nazioni Unite una richiesta di moratoria.

Per quanto riguarda la Spagna l' Ministro degli esteri Xavier Solana, attualmente Presidente della Nato, aveva assicurato l'adesione del suo paese all'iniziativa. Occorre però verificare con lo stesso se anche con il nuovo Ministro, rimane comunque l'adesione della Spagna all'iniziativa.

Nella mozione abbiamo poi parlato di ex URSS, Moldova e Ucraina .

Dobbiamo cercare di capire nell'arco di poco tempo se il Presidente della Moldova, paese che ha recentemente abolito la pena di morte, presenterà alle Nazioni Unite nel '96 la richiesta di moratoria delle esecuzioni capitali. Al nostro membro del Consiglio direttivo Petru Munteanu, che molto ha fatto per portare il suo paese su posizioni abolizioniste, affiderei il compito di seguire questa vicenda.

Per l'Ucraina, paese che recentemente ha decretato una moratoria delle esecuzioni, cercheremo, attraverso il Ministro della giustizia Golovati, membro del Partito Radicale, di ottenere che questo paese presenti la richiesta alle Nazioni Unite.

Per quanto riguarda il mondo arabo, è indubbio che noi, dopo la conferenza di Tunisi e gli incontri di altissimo livello che abbiamo avuto con il Presidente del Parlamento e il Ministro della Giustizia, possiamo immaginare una firma della Tunisia in calce

alla richiesta di moratoria alle Nazioni Unite. Darei l'incarico di seguire questo a Samir Labidi.

Per quanto riguarda il Sud Africa, ricordo che in congresso abbiamo detto che scriveremo un appello a Mandela per vedere se questo paese può affiancare la richiesta di moratoria.

Poi c'è il Parlamento latino-americano che ha espresso una importante risoluzione che, come il Parlamento europeo, invita gli stati membri a chiedere alle Nazioni Unite una moratoria delle esecuzioni.

Chiedo a Perly quali possono essere altri parlamenti latino americani che affiancano la richiesta di moratoria.

Occorre poi impegnarsi a raccogliere 100.000 firme sulla petizione internazionale per la moratoria e trovare il sostegno di almeno 100 città di tutto il mondo.

E poi ci sono le conferenze a Mosca e a New York, il progetto per le Olimpiadi, il rapporto sulla pena di morte nel mondo e l'iniziativa non violenta.

"10 paesi 100 città 100.000 firme alle Nazioni Unite per fermare la pena di morte".

OLIVIA RATTI, tesoriere - Belgio. Mi assumo l'impegno di coordinare da Bruxelles le istituzioni europee, non sarà facile perchè visto da lontano sembra che siano una sola cosa mentre spesso non c'è comunicazione tra loro.

EMILIO VESCE, membro del Consiglio direttivo - Italia. Si assume la responsabilità di coordinare i rapporti tra le istituzioni territoriali italiane affiancato da Roberto Spagnoli da Roma.

ELISABETTA ZAMPARUTTI, giurista, membro del Consiglio direttivo - Italia. Vorrei chiedere a tutti i presenti, per meglio verificare la fattibilità del nostro progetto che vuole vedere 10 paesi chiedere congiuntamente alla prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite una moratoria universale delle esecuzioni capitali, che per ogni paese venga indicata la possibilità concreta di ottenere il sostegno del rispettivo governo e i tempi della relativa risposta.

PETRU MUNTEANU, ex MP; Consiglio direttivo - Moldova. Un grande merito per la revoca della pena di morte in Moldova va al nostro presidente che da democratico è riuscito ad ottenere questo risultanto nonostante la resistenza di altre forze politiche. Posso findora dire che la nostra Repubblica aderirà alla richiesta alle Nazioni Unite non solo di una moratoria ma dell'abolizone completa della pena di morte. E posso garantire che il nostro Presidente farà di tutto perchè questa nostra esperienza abbia una risonanza internazionale.

Per quanto riguarda la conferenza di Mosca credo sia importante che tutti i parlamentari iscritti al Partito Radicale di tutte le repubbliche ex sovietiche siano raggiunti da un invito perchè nei rispettivi paesi facciano tutto il possibile per avere l'appoggio alla nostra inziziativa.

Noi, come rappresentanti della Moldova faremo tutto il possibile per raggiungere gli obiettivi decisi nella mozione finale.

ALBERTO CASTIEL, direttore Istituto per i diritti dell'uomo e la pace IDEPAZ; Consiglio direttivo - Brasile. Per quanto riguarda il Brasile è molto probabile che il nostro paese presenti una richiesta di moratoria delle esecuzioni capitali.

IGOR BEZRUKOV, membro commisssione presidenzaile per la grazia; Conisglio Direttivo - Russia. Innanzitutto occorrerà verificare qual è la situazione politica in Russia dopo le elezioni che sono avvenute proprio oggi. Il Presidente aveva messo un veto sul codice penale relativamente all'applicazione della pena di morte. La nuova duma tornerà ad esaminare il codice e se il veto sarà tolto dovremo chiedere al Presidente di rimetterlo. Vorrei inoltre preparare una lettera personale al Presidente Eltsin per comunicargli i risultati di questo congresso a cui andrebbe allegato un appello del nostro consiglio direttivo per sensibilizzare la Russia, quale più grande paese dell'ex URSS, alla nostra iniziativa. Io, su incarico di D'Elia scriverò i testi e se necessario incontrerò il Presidente. Occorre poi organizzare una raccolta di firme e mobilitare la stampa ricordando sempre che Mosca si prepara ad accogliere la conferenza.

CIPRIANO PERLY, rappresentante del Governatore dello Stato di Santo Spirito, Presidenza d'onore - BRASILE. Sul tema dei diritti umani vorrei informarvi che in Brasile si terrà una conferenza promossa dal governo brasiliano con la partecipazione di varie Assemblee e di ONG e che dovrà dar vita ad un programma nazionale per la difesa dei diritti umani. E' questa la sede in cui cercheremo di sollevare la questione dell'abolizione della pena di morte nel mondo poichè il Brasile non la prevede.

Cercheremo inoltre di impegnare in questa battaglia non solo i governatori di stato contrari alla pena di morte ma anche i prefetti, i sindaci, le assemblee e i comuni che parteciperanno a questa conferenza.

PAOLO CESARI, giornalista, Consiglio direttivo - Italia. Credo che l'Europa debba avere un ruolo sempre più importante in questa battaglia e per questa ragione vorrei che aumentassero le iniziative che, come avvenuto per la Conferenza che si è svolta a Tunisi grazie al contributo della Commissione Europea, danno l'idea di un'Europa abolizionista anche al di là dei suoi confini. Credo che anche gli accordi commerciali tra l'Europa e altri paesi vadano utilizzati come strumenti di pressione per sensibilizzare i governi sulla questione della pena di morte. Vorrei inoltre sottolineare l'importanza di contattare l'Irlanda che fu molto attiva alle Nazioni Unite nel 1994 poichè questo paese avrà la presidenza europea dopo l'Italia.

Dobbiamo inoltre chiedere ai nostri amici tunisini e alla lega araba di metterci in contatto con il Marocco, dove già siamo stati invitati a parlare del nostro progetto, perchè dobbiamo porci l'obiettivo di avere la Tunisia come paese che richiede la moratoria e tra i paesi islamici il Marocco che si astiene. Vorrei richiamare la vostra attenzione su una questione che viene data per scontata ma che invece non lo è. La pena di morte non riguarda i diritti dell'uomo formalmente. La stessa Amnesty ha una sezione sulla pena di morte staccata da quella sui diritti dell'uomo. Bene dobbiamo renderci invece conto che il problema dell'abolizone della pena di morte è attinente al rispetto dei diritti umani perchè ne è un elemento centrale.

SAMIR LABIDI, giurista, Consiglio direttivo - Tunisia. Per quanto riguarda la Tunisia dopo la nostra Conferenza il Governo tunisino è stato incoraggiato a fare notevoli passi avanti. Posso dire findora che nella prossima sessione avremo una posizione molto più

avanzata rispetto a quella che tenemmo nel 94. Per quanto rigurda il Marocco insieme a Sergio d'Elia e ad Elisabetta Zamparutti dobbiamo coordinare una riunione con il Ministro degli Esteri marocchino ed il Ministro dei diritti umani. Vi informo che il nuovo ambasciatore tunisino in Italia è l'ex segretario responsabile delle questioni giuridiche della lega araba che potrà far si che, non dico tutti i paesi, ma almeno tre o quattro paesi arabi si astengano. Dovremmo riuscire ad ottenere questi risultati entro giugno o luglio.

ABOUBAKRY BA, Responsabile relazioni esterne Istituto africano per la democrazia; Consiglio direttivo - Senegal. Il Senegal mantiene la pena di morte ma dal 1960 è stata applicata solo due volte. E poichè il Senegal dal 1970 è entrato in una fase di democrazia, penso che non sarà difficile far aderire il Senegal a questa iniziativa.

MIKE TSHISONGA, Presidente del Comitato direttivo presso il Ministero della Giustizia; Consiglio direttivo - Sud Africa. Ritengo importante inviare subito una lettera formale al Presidente Nelson Mandela. Io posso parlarne con il Ministro della Giustizia del mio paese e quello che dirò sarà riferito al Presidente. Io mi impegno a fare questo ma bisognerà tenere i contatti anche con il segretariato.

SERGIO D'ELIA Scriveremo assieme la lettera.

IBRAHIM N'DOURE, MP; Consiglio direttivo - mali. Come il Senegal anche il Mali non ha abolito la pena di morte che però in pratica non è applicata. Inoltre le organizzazioni dei diritti umani come LMH militano per far partire un dibattito all'interno del Mali su questo punto e la delegazione di parlamentari qui presente al congresso ha fatto in modo che il parlamento sia già pronto a discutere questo punto.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Credo, per il peso politico che le loro decisioni possono avere, sia particolarmente importante cercare di attivare i vari organismi sovranazionali in modo che adottino decisioni che invitano gli Stati membri a promuvere la richiesta di una moratoria universale alle Nazioni Unite. Per questa ragione, vorrei chiedere alla rappresentante del Consiglio d'Europa se è possibile presentare e far approvare in questa sede una risoluzione di tale contenuto.

RENATE WHOLWEND, membro commissione affari legali e diritti umani presso il Consiglio d'Europa, Liechtenstein. Certo già era stata adottata l'anno scorso una risoluzione contro la pena di morte. Quando tornerò al Consiglio d'Europa cercherò di vedere anche come membro della commissione affari legali e diritti umani come presentare la richiesta di questa nuova risoluzione al Consiglio d'Europa.

GEORGE BIZOS, avvocato - Sud Africa. Vorrei ricordare che il 10 ottobre si svolgerà presso la Commissione per i diritti umani la giornata antiapparteid e credo che potremmo cercare di essere presenti per l'alta partecipazione che vi sarà. Inoltre per sensibilizzare il mio paese all'iniziativa della moratoria, vorrei ricorcardivi che occorre coinvolgere il Ministero degli affari esteri che insieme a quello della giustizia devono essere i nostri punti di riferimento per arrivare nel modo migliore al Presidente. Penso che questo sia il percorso giusto. E noi questo dobbiamo fare.

CONFERENZA DI MOSCA

da realizzarsi nella primavera 96, aprile massimo primi di maggio.

OLIVIA RATTI. Vorrei informarvi che su questa iniziativa abbiamo depositato una richiesta di finanziamento alla Commissione Europea e penso che potremmo avere tra i 30/40 mila dollari che sono quindi solo una parziale copertura delle spese.

A Mosca serve quindi un appoggio organizzativo che penso potrebbe essere Memorial che come ha fatto l'Istituto arabo per i diritti dell'uomo ci dovrebbe dare un supporto logistico, ma poi occorre trovare anche degli sponsor locali.

VALENTINE OSKOTSKI, scrittore, membro della commissione presidenziale per la grazia, Russia. Credo che il lavoro di preparazione della conferenza debba essere affidato a tre persone: Pristavkin, Bezrukov e Oskotski. Noi tre ci suddivideremo vari compiti tanto più che abbiamo già diverse sfere d'azione. Bezrukov si è assunto il compito di contattare i nuovi e vecchi deputati della duma e mi dice che può anche cercare degli sponsor. Per quanto riguarda Pristavkin, proprio per il suo status sociale potrebbe gestire i contatti con Memorial di cui Kovaliov è il Presidente, con la commissione per i diritti umani e con il gruppo Helsinki che è molto attivo in Russia. Per quanto riguarda me, io sono pronto ad assumermi tutto il lavoro collegato con il lavoro di edizione poichè lavoro per una casa editrice e sono in contatto anche con altre case editrici democratiche. Un lavoro di propaganda via stampa vero e proprio è indispensabile. Io sono anche direttore di un giornale e sono pronto a dedicare 1 o 2 numeri specia

li a Nessuno tocchi Caino. Credo poi che debbano essere invitati giuristi pro ma anche contro la pena di morte.

SERGIO D'ELIA. Noi dobbiamo invitare a questa conferenza anche rappresentanti di altre repubbliche ex URSS, Golovati dall'Ucraina che senz'altro verrà ed altri rappresentanti di questi paesi.

CONFERENZA DI NEW YORK

OLIVIA RATTI. Anche questa conferenza è oggetto di una richiesta di finanziamento alla Commissione Europea, ma credo che il fatto che la conferenza si svogerà negli Stati Uniti sia pregiudizale al finanziamento stesso. Se ci daranno qualche cosa sarà molto poco per cui occorre trovare uno sponsor.

MARIA GIOVANNA MAGLIE, giornalista, Consiglio direttivo - USA. Credo che questa conferenza dovrebbe svolgersi o i primi di luglio o a settembre, alla vigilia dell'appuntamento alle Nazioni Unite. Credo che la conferenza di New York di Nessuno tocchi Caino debba avere due obiettivi che sono ad un tempo minimi ma anche massimi.

Il primo luogo è quello di stabilire rapporti organici con le persone che negli Stati Uniti si occupano di abolizone della pena di morte. Queste persone sono riunite in diverse associazioni ma credo che dovremmo anche contattare le persone che lavorono attorno ai carceri di massima sicurezza. Per esempio, la rete che c'è attorno a Mumia Abu Jamal è più ampia rispetto a quella che sta attorno alle singole associazioni. E cosi ce ne sono altre

attorno ad altri prigionieri e credo quindi che Helen Prejan e Leo Weignlass su questo potrebbero aiutarci.

Occorre poi individuare nei sindacati e nelle associazioni degli attori, dei medici, degli avvocati e dei professori universitari le persone da mettere in contatto con quelli europei e italiani. E' necessario inoltre lavorare con le comunità come quella irlandese, greca, spagola e italiana. Per esempio, la comunità italiana fino al 92 ha votato per Clinton ed era democratica e dubbiosa sulla pena di morte ma è improvvisamente diventata repubblicana e ha contribuito nello stato di New York alla elezione di un pessimo governatore qual è George Pataki.

Vi sono quindi dei mutamenti di umore e di opinine molto più rapidi di quanto ci aspettiamo e la cosa è importante se si pensa che finora non sono mai state fatte delle sollecitazioni. Se non altro per questo non ritengo che tutte le comunità abbiano un atteggaimento negativo.

Occorre poi contattare personalità che possano contribuire ponendosi in prima persona alla pubblicità di una iniziativa che altrimenti rischia di esser soltanto tra addetti ai lavori. Bisogna poi preparare l'attenzione dei media e quindi cercare di costruire una rete che eviti quanto successo con il dibattitto all'ONU sulla moratoria che è passato sotto totale silenzio.

Quindi la conferenza dovrebbe creare un contatto dell'isola fortezza pena di morte in America con il resto della nostra organizzazione e dei paesi che intendono sostenere la moratoria e far conoscere lo strumeto moratoria anche perchè le Nazioni Unite non sono poi così conosciute in America.

Tutto ciò detto è necessario un lavoro preparatorio di 7, 8 mesi fatto da alcune persone con un budget. E sono sicura che la Commissione Europa non ci darà finanziamenti. Inoltre il prossimo anno ci saranno le elezioni e quindi trovare visibilità sarà più difficile del solito. Inoltre io non rinuncerei ad avere un approccio con quella parte del partito democratico che è abolizonista, potranno risponderci che in campagna elettorale non possono sbilanciarsi ma credo che comunque dovremmo tentare. In proposito mi vengono in mente nomi come Edward Kennedy ma ve ne sono anche altri.

Per fare tutto questo però occorre una vera e proria trasferata dell'associazione negli USA. Ecco perchè occorre trovare i soldi. Io ho qualche idea ma non credo di dover essere la sola a pensarci. Potremmo chiedere alla RAI una maratona per questa iniziativa all'ONU. Credo che per trovare finanziamenti si debbano percorrere vie pubbliche e private. Dobbiamo chiamare le grandi compagnie e vedere se hanno il coraggio o il timore di sostenere posizioni abolizioniste.

UMBERTO CROPPI, pubblicitario, Consiglio direttivo - Italia. Vorrei intervenire su questa idea delle comunità. Avendo avuto rapporti istituzionali con le comunità degli emigrati posso dire che costituiscono una realtà importante, organizzata, strutturata con un certo peso politico. Collegherei questa questione alle 100 città perchè tutte le comunità degli emigrati negli USA sono costituite in circoli in base alla provenienza anche se magari da un piccolo paese. Vorrei suggerire quindi di chiedere alle città aderenti all'associazione di attivarsi ufficialmente poichè questo costituisce un canale privilegiato visto che gli emigrati hanno un forte richiamo a quanto proviene dal paese d'origine.

Io mi prendo l'incarico di seguire il rapporto tra le comunità e le città d'origine.

ALESSANDRA FILOGRANO giornalista, Consiglio direttivo - Italia. Secondo me la data della conferenza a New York deve essere vicina a quella dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite perchè ci serve per mobilitare l'opinione pubblica per la stampa. Credo che una nostra attività immediata potrebbe essere la costituzione di una rete di giornalisti non soltanto americani ma anche europei per l'abolizione della pena di morte un pò come rapporteur sans frontiers. Credo che la conferenza debba essere successiva anche ai giochi olimpici di Atlanta e per questo credo che la data utile sia appunto settembre.

MICHAEL KROLL, Consiglio direttivo - USA. Vorrei dire tre cose velocemente. Innazitutto ho fatto la mia lista di celebrità che sono contro la pena di morte che vi farò vedere. Vorrei poi sottolineare l'importanza di condurre una battaglia contro la pena di morte in ogni caso e non solo per gli innocenti. Dovremmo poi anche prestare attenzione alle 52 persone che ha citato Weinglass che sono state liberate dai bracci della morte nel corso degli anni poichè ciascun caso apre molti problemi che potrebbero esser contributi fondamentali per la conferenza degli Stati Uniti.

LEO WEINGLASS, avvocato difensore di Mumia Abu Jamal - USA. Ci sono degli elementi positivi sul progetto della conferenza a New York.

A New York c'è la più importante università che si oppone alla pena di morte, la New York University con Tony Amsterdam un docente molto conosciuto. Sempre a New York vi è la personalità più importante in fatto di abolizione della pena di morte, l'ex Ministro della Giustizia Ramsey Clark e so chè sarà molto contento di partecipare. Poi c'è l'ex Governatore Mario Cuomo persona molto importante e anch'egli contrario alla pena di morte. L'attuale procuratore di Manhattan Roger Morghentau è contro la pena di morte, e sarà contento di partecipare e ha anche un potere organizzativo. Vi è poi la Legal Defence Found che è un fondo degli avvocati molto attivo e che ha la sua sede a New York. Poi c'è la Irish Child Orgnanization che è contro la pena di morte. Vorrei far presente che poi c'è anche un edificio disponibile con grandi sale, la Art and Culture Society che ha una bellissima sede e sono certo che sarà pronta ad ospitarvi. Poi c' è la Cooper Union Hall dove anche qui potremmo essere ospitati. Ci sono anche a

ltri vantaggi come l'esistenza della rete di Mumia Abu Jamal che ha la sua sede a New York, a Washington e a Philadelphia. Penso che potrò impegnare tutti loro a lavorare per questa campagna. In conclusione la forza organizzativa a New York c'è, la struttura c'è e quindi vi incoraggio ad andare avanti. I dati negativi sono che, come avete sottolineato, i media nel settembre '96 saranno concentrati sulle elezioni. Sarà difficile penetrarli e anche se si occuperanno di Nazioni Unite faranno meno attenzione alla nostra conferenza.

PAOLO CESARI. Credo che sia importante per questa iniziativa di New York riflettere sulle iniziative delle varie associazioni perchè registro una molteplicità di associazioni americane ma dei risultati molto limitati. Evidentemente non si è ancora riusciti a scoprire dove si sbaglia e noi dobbiamo riuscirci per evitare di ripetere errori già fatti.

OLIMPIADI DI ATALANTA.

MICHAEL KROLL. Per contattare gli atleti ho bisogno di aiuto. Inoltre credo che non ci si debba limitare ai paesi abolizonisti, dovendo invece contattare e sensibilizzare i vari atleti personalmente.

PETRU MUNTEANU Credo sia molto importante che la nostra lega si rivolga a tutti i comitati olimpici nazionali. Esporremo anche i nostri scopi umanitari e non potranno rimanere indifferenti.

PETER HODGKINSON, docente universitario, Consiglio direttivo - Inghilterra. Credo che Paolo abbia perfettamente ragione. Negli Usa vi sono piccoli gruppi o persone che fanno cose individualmente anche relativamente alle Olimpiadi di Atalanta ed è difficile capire se, dove e come concentare le nostre energie. Vi saranno degli incontri ad Atalanta in gennaio per cercare di coordinarsi. Dovremmo essere molto fantasiosi per cercare di collegare i bracci della morte o con un paese o con una singola persona. L'idea potrebbe essere quella di abbinare un carcerato con un singolo atleta o con un singolo paese. Bisognerà vedere e trovare nuove possibili iniziative.

MICHAEL KROLL. Bisogna stare attenti a gestire i rapporti con le organizzazioni internazionali perchè ci sono anche problemi politici. Abbiamo visto per esempio che per una iniziativa di Amnesty l'anno scorso non c'è stata alcuna cooperazione con la squadra di football che aveva dato la sua disponibilità, proprio per la valenza politica che aveva l'azione. I comitati olimpici sono molto protettivi rispetto ai loro atleti e bisogna stare attenti per evitare ogni forma di politicizzazione dei giochi. Penso che avremo più successo se contatteremo le persone individualmente.

SERGIO D'ELIA. Non mi risulta che ci sia ancora nessun responsabile di Nessuno tocchi Caino sui giochi olimpici. Non so se lo possiamo trovare dopo un lavoro istruttorio. Per esempio credo che Peter Hodgkinson possa fare una mappa delle varie associazioni abolizioniste che si stanno occupando delle Olimpiadi di Atalanta. Dovremo verificare anche finanziarimanete che cosa significhi organizzare un simile evento. Per il momento vi informo che abbiamo preso accordi con una società che organizza eventi, Network che con noi è disponibile a curare tutte le iniziative di comunicazione e di ricerca di sposnsor su questa iniziativa.

L'idea che mi suggerisce Paolo Cesari è che per noi il 1996 deve essere l'anno della moratoria delle esecuzioni capitali alle Nazioni Unite. Il 1996 è anche l'anno dei giochi olimpici. Allora, perchè non legare le due cose nella maniera più suggestiva e simbolica che si può fare? Si usava in Grecia, durante i giochi olimpici sospendere qualsiasi conflitto, qualsiasi guerra. Il messaggio che deve circolare è che il 1996 anno delle Olimpiadi sia anche l'anno della moratoria delle esecuzioni capitali.

Sospenderei per il momento il punto della mozione relativo al suggerimento di Emma Bonino, quello relativo all'iniziativa non violenta. L'impegno che intanto prendiamo è che manderemo una circolare a tutti con il riassunto dei lavori di questo consiglio direttivo.

Rimane ancora un ultimo punto sul rapporto relativo alla situazione istituzionale della pena di morte nel mondo. Relatori in congresso sono stati Peter Hodgkinon ed Elisabetta Zamparutti. Io affiderei a Peter Hodgkinson, ad Elisabetta Zamparutti e al nostro presidente William Schabas di coordinarsi per un progetto che è stato già stilato per un finanziamento della Comunità Europea.

ABOUBAKRY BA. Vorrei dire qualche cosa sul progetto di cui ho parlato ieri e che insieme a "Nessuno tocchi Caino" vorrei organizzare a Dakar. In Africa in generale non si parla dell'abolizone della pena di morte anche se ci sono molte organizzazioni per i diritti umani per cui sarebbe utile portare in questo continente questo dibattito. Molti Stati africani ancora la prevedono e purtoppo se ne parla solo quando sono condannate persone importanti.

SERGIO D'ELIA. Aspettiamo entro qualche settimana un progetto dettagliato su questo e poi decideremo. Grazie a tutti.

 
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