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Partito Radicale Angiolo - 23 gennaio 1996
DOSSIER SCALFARO. Testo n.1

ROTELLI: PEGGIO DI COSSIGA. NEI FATTI HA AFFOSSATO IL REGIME PARLAMENTARE.

Intervista, a cura di Dario Fertilio

Corriere della Sera, 11-1-1996

D. - Professor Ettore Rotelli, lei è un teorico del presidenzialismo, ma non ha mai mostrato di apprezzare gli atteggiamenti assunti da Scalfaro. Ci sono, a suo giudizio, i presupposti per una messa in stato d'accusa?

R.- "Tutti coloro che scelsero questa via, a suo tempo, nei confronti di Cossiga, cioè dapprima 51 costituzionalisti e poi i gruppi parlamentari del Pds, non potrebbero non riconoscere oggi che i motivi per mettere in stato d'accusa Scalfaro ci sarebbero. E duplicati, triplicati, quadruplicati, quintuplicati".

D. - Di conseguenza...

R. - "Se non lo riconoscessero, quei costituzionalisti (qualcuno dei quali, nel frattempo, è stato nominato membro della Corte Costituzionale dal presidente Scalfaro) oggi non avrebbero titolo per parlare".

D. - Mi pare di capire che, per lei, l'iniziativa giunga addirittura in ritardo.

R. - "Certo. Che non fossimo più in un regime parlamentare fu detto già nel '93 a Milano, quando alla presenza di Cossiga fu presentato il mio saggio "Una democrazia per gli italiani". Già allora il presidente Scalfaro si era permesso delle iniziative che in Francia Mitterand, in un regime semipresidenziale, non si sarebbe potuto permettere".

D. - L'accusa dovrebbe essere 'attentato alla Costituzione'?

R. - "Sì, cioè la stessa accusa rivolta a Cossiga: avere alterato le forme di governo. C'è però una differenza: Cossiga si era limitato a proporre, a parole, di passare ad un regime presidenziale. Scalfaro invece, nei fatti, ha affossato il regime parlamentare".

(a cura di A.B.)

 
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