Il 50% di oppio arriva dall'Afghanistan
(ASCA) - Roma, 15 apr - La strategia globale delle Nazioni
Unite e' quella di sconfiggere lo spettro della droga
spacciata e consumata entro il 2008. Lo ha confermato Pino
Arlacchi, coordinatore del programma contro la droga delle
Nazioni Unite in un incontro al National Press Club a
Washington. Arlacchi si e' detto convinto del fatto che il
fenomeno droga abbia bisogno di una strategia globale
internazionale di attacco ma anche che ''siamo ad un
crocevia importante nel modo in cui la societa' si
confrontera' con il problema della droga. C'e' la sensazione
- ha aggiunto Arlacchi - che stiamo per voltare pagina e il
nemico droga possa essere sconfitto''.
Iran, Afghanistan e Myanmar rappresentano i tre punti
cruciali nella lotta al traffico e alla produzione di droga.
In Iran sono morti 2300 poliziotti in 10 anni di lotta alla
droga ma ''le autorita' locali sono piu' che intenzionate a
proseguire la battaglia''. Nel 1997 lo UNDCP ha stimato che
il 50% delle 4.860 tonnellate di oppio prodotte venivano
dall'Afghanistan. Le Nazioni Unite hanno presentato lo
stesso programma di attacco al fenomeno alle autorita'
afgane come alla realta' dei Talebani ''che controllano il
96% dell'area di produzione di oppio ma che hanno
acconsentito a distruggere tutte le nuove coltivazioni e i
laboratori di produzione di eroina''.
Arlacchi ha detto che il restante
50% della produzione mondiale di oppio viene dal Myanmar.
Gli Stati Uniti ''restano comunque una nazione chiave per
la lotta alla droga''. Gli Usa rappresentano il maggiore
mercato per il consumo illegale di droga. Nel '93 gli
americani hanno speso 48,3 miliardi di dollari in cocaina,
eroina e cannabis. Circa 15 milioni di americani fanno uso
di droghe e un quarto della cannabis consumata proviene da
coltivazioni domestiche. ''Clinton ha per obiettivo quello
di ridurre del 50% in 10 anni la domanda illegale di droga -
ha aggiunto Arlacchi - ma e' un fatto che l'uso di
stupefacenti e' negli Stati Uniti gia' in calo nonostante il
61% delle sentenze riguardino ancora reati connessi all'uso
e al traffico di stupefacenti''.
Arlacchi ha precisato che la lotta alla droga riguarda i
trafficanti e non i fruitori e ha detto di non conoscere
situazioni in cui liberta' civili siano state violate o
messe in pericolo a causa della lotta alla droga.
Quanto al mercato sudamericano,
Arlacchi ha ribadito che ''l'influenza dei grandi cartelli
sui governi nazionali e' stata esagerata''.
Attualmente meno del 2% del prodotto interno lordo della
Bolivia dipende dal commercio di droghe. Il valore delle
esportazioni illegali di droga in 10 anni e' passato dall'80
al 14% del valore delle esportazioni legali di altri
prodotti.