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mar 23 apr. 2024
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VI Congresso di Radicali Italiani: i documenti delle Commissioni tematiche, allegati alla Mozione Generale
Il Congresso si è tenuto a Padova, dal 1° al 4 novembre 2007.

Commissione 1 - Per la riforma radicale dell’economia

Il Congresso di Radicali Italiani nel ribadire la necessità e l’urgenza di porre al centro dell’iniziativa politica il fronte delle riforme economico-sociali, liberali, liberiste, individua le seguenti grandi priorità di politica economica, da perseguire con forza nell’ambito di un disegno riformatore compatibile con l’irrinunciabile esigenza di un progressivo rientro del debito pubblico, mediante la realizzazione di consistenti avanzi primari, condizione necessaria non solo per dare respiro alle forze produttive, ma anche per quel risanamento dei conti pubblici imposto dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea.

Anzitutto occorre conquistare condizioni politiche che consentano di incrinare e superare l’attuale assetto concertativo della governance del sistema economico, frutto di una evoluzione materiale degli assetti di relazione industriale al di fuori del circuito politico-rappresentativo e contro il chiaro dettato costituzionale. In particolare occorre superare la centralizzazione del sistema della contrattazione collettiva in favore di un deciso spostamento del baricentro delle relazioni industriali al livello aziendale e territoriale. Solo in questo modo è possibile porre le premesse per affrontare efficacemente la grande questione sociale della continua erosione del potere d’acquisto dei salari.

In secondo luogo, occorre porre mano ad una grande riforma del sistema dl welfare, in coerenza con la profonda ridefinizione dei rischi sociali che accompagna i mutamenti dei contesti economici e produttivi. Su questo terreno i Radicali Italiani individuano come prioritaria una seria e profonda riforma dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali che, al contrario di quanto oggi accade, sia efficace nel compensare la maggiore flessibilità del lavoro con un sistema di tutele di tipo universalistico, basato sul principio di reinserimento attivo nel mercato del lavoro.

Consapevoli che una simile prospettiva pone la necessità di reperire adeguate risorse finanziarie, individua come necessaria l’equiparazione dell’età pensionabile di uomini e donne, nel quadro di un progressivo innalzamento dell’età pensionabile.

Al fine di rimuovere gli ostacoli che si frappongono all’avvio di una nuova fase di sviluppo e di crescita economica, equilibrata ed inclusiva, occorre porre mano ad una graduale riduzione del carico fiscale, legandola ad una incisiva riduzione della spesa pubblica, oggi funzionale al mantenimento di quel regime partitocratico e corporativo ostile alle liberalizzazioni necessarie per restituire competitività all’economia italiana. A tal fine diviene irrinunciabile ridefinire gli strumenti e le procedure di finanza pubblica, per consentire al governo la realizzazione di una rigorosa politica di bilancio, e alle amministrazioni un controllo sull’efficienza e sulla qualità della spesa.

Infine, sul terreno delle professioni è sempre più necessario affermare il principio della loro equiparazione, ai fini della concorrenza, all’attività economica d’impresa, superando l’obsoleta struttura degli ordini professionali, ostacolo alla concorrenza tra professionisti e alle condizioni di una corretta informazione a vantaggio dei cittadini. In particolare, Radicali Italiani sostiene la lotta dei liberi farmacisti per il superamento, eventualmente anche attraverso l’iniziativa referendaria, del sistema chiuso e antistorico delle farmacie, a partire dalla liberalizzazione dei farmaci di fascia C.

Consapevole dell’importanza della sfida e della grandezza di questi obiettivi, impegna la dirigenza a individuare adeguate forme di associazione delle forze produttive e del lavoro, a partire da nuove forme organizzazione sindacale al fine di restituire rappresentanza e voce ai lavoratori, ai disoccupati, inoccupati, ai non garantiti orfani di qualsiasi tutela da parte delle burocrazie centralistiche, sindacatocratiche, corporativistiche.


Commissione 2 - Legalizzare l’Italia

Il Congresso, visti i lavori della “COMMISSIONE LEGALIZZARE L'ITALIA: la riconquista di condizioni minime di legalità, contro i furti di democrazia, di conoscenza e di denaro nell'anti-democrazia italiana. La riforma anglosassone delle istituzioni”:

Denuncia che la crisi, in tutto il mondo, dello stato di diritto e degli ordinamenti democratici, determinata dal declino dello stato nazionale, mette a rischio il principio di legalità, i diritti fondamentali, la corretta e libera formazione del consenso. In particolare, nell’individuare l’obiettivo della Organizzazione mondiale delle e della democrazia quale strumento per governare la crisi in corso, denuncia lo stato avanzato e strutturale del degrado della vita istituzionale e civile italiana, a causa degli innumerevoli strappi, violazioni e inottemperanze recate in questi anni dai pubblici poteri ai principi della democrazia costituzionale.

Rivendica la centralità dell’azione svolta in questi anni dal movimento radicale, unico soggetto politico organizzato che ha fatto dell’analisi e del contrasto alla generale erosione dei diritti civili e politici dell’individuo un momento caratterizzante della propria attività politica. Ritiene, quindi, indispensabile proseguire le lotte volte ad attivare la legalità e a mantenere il potere all’interno della sfera pubblica e del processo democratico, a partire da quelle dirette all’affermazione del diritto dei cittadini a conoscere per deliberare.

Rileva come, nei 18 mesi successivi alle elezioni politiche del 2006, le televisioni pubbliche e private hanno impedito all’opinione pubblica di conoscere le istanze e le iniziative politiche condotte dai soggetti radicali. Ciò è avvenuto in palese violazione delle regole vigenti e tramite la costante marginalizzazione nei telegiornali, l’esclusione dai principali dibattiti e dalle più seguite trasmissioni di approfondimento politico, l’ostinata espulsione di Marco Pannella dall’approfondimento politico e la sostanziale censura nei confronti dei Segretari di Radicali Italiani e dell’Associazione Coscioni, la ghettizzazione del Ministro Bonino nella specificità del suo ministero, l’utilizzo del termine “sinistra radicale”.

Ricorda l’azione per ripristinare quote di legalità istituzionale svolta all’interno della Commissione parlamentare di vigilanza dal deputato radicale della Rosa nel pugno Marco Beltrandi, ivi compresa la mozione con cui si è chiesto il rinnovo dell’intero Consiglio di amministrazione della Rai, nonché gli atti fatti approvare dai deputati radicali al fine di ridurre i costi dell’antidemocrazia e permettere la conoscenza di tutto ciò che riguarda la vita del Parlamento.

Individua quali iniziative prioritarie ed impegna gli organi dirigenti a:

- intensificare in ogni sede la lotta per assicurare ai cittadini il diritto a conoscere per deliberare, attraverso il rispetto delle regole vigenti in materia di informazione e comunicazione politica e l’attuazione dell’innovativo contratto di servizio tra Stato e Rai; il rafforzamento delle iniziative parlamentari di riforma del sistema radiotelevisivo, ivi comprese quelle volte a riformare i vertici e il sistema di governance della Rai, non escludendo anche la possibilità dell'assunzione diretta di responsabilità editoriale da parte di esponenti radicali;

- rivolgere al mondo accademico, istituzionale, intellettuale gli interrogativi conseguenti alla crisi della legalità costituzionale, organizzando un percorso di iniziative ed appuntamenti politici da presentare al primo Comitato di Radicali Italiani;

- proseguire la pluridecennale azione di lotta al regime partitocratrico italiano, attraverso la garanzia, ovunque sia possibile, della trasparenza degli atti pubblici e dei comportamenti dei destinatari di pubblici incarichi, a partire dalla anagrafe degli eletti;

- studiare gli strumenti e le modalità per impedire che l’istituto referendario continui ad essere impraticabile a causa delle innumerevoli violazioni di legge cui è stato vittima in questi decenni, anche attraverso ipotesi di riforma dell’art. 75 della Costituzione;

- ribadire l’alternativa antiproibizionista sulle droghe e sulla prostituzione, documentando il fallimento ed i costi del proibizionismo, sostenendo l’attività parlamentare per abrogare la legge Fini-Giovanardi, superare le norme che prevedono al perdita dell’elettorato passivo per i disobbedienti civili


Commissione 3 - Ambiente, energia, territorio, demografia

(nota della Segretaria di Radicali Italiani: di seguito trovate l’allegato alla Mozione generale presentato nei tempi e secondo le modalità previste dal VI Congresso; subito dopo, pur se non può considerarsi “allegato” alla Mozione Generale in quanto non consegnato (per una serie di disguidi) nei tempi prescritti, ritengo utile far conoscere anche il documento De Pascalis-Mellano)

Allegato alla mozione generale

Il Congresso, considerato:

il perpetuarsi di condizioni di grave povertà in molti paesi in via di sviluppo, in presenza di una continua crescita della popolazione;

l’avverarsi delle previsioni meno ottimistiche relative al picco del petrolio e all’innalzamento delle temperature globali;

l’impatto ambientale della specie umana in termini di consumo delle risorse naturali;

individua negli strumenti di informazione di massa, accompagnati da altre misure politiche e culturali di promozione dei diritti delle donne, uno dei metodi informativi e motivazionali piu’ efficaci per il superamento dei limiti che ostacolando la liberta’ e la salute riproduttiva della donna, sono alla radice del problema della sovrappopolazione.

Impegna gli organi dirigenti a promuovere:

l’adozione di un Piano nazionale integrato dell’Energia e dei Trasporti, con l’obiettivo dell’abbandono, al più presto, di tutti i combustibili fossili;

l’immediata adozione di misure atte a scoraggiare l’utilizzo delle fonti fossili, anche attraverso uno spostamento di quote di tassazione - a parità di pressione fiscale generale - dal lavoro alle attività inquinanti e all’uso di risorse naturali;

la promozione di quelle fonti di energia rinnovabile che diano sufficiente garanzia di non essere marginali, in particolare l’energia solare e l’eolico d’alta quota, come nel progetto Kitegen proposto da Massimo Ippolito e in corso di realizzazione;

la transizione verso un sistema di mobilità fondato sul trasporto elettrico, collettivo e capillare, che preveda anche la liberalizzazione e la promozione della trasformazione dei veicoli a motore endotermico esistenti in veicoli elettrici;

l’incremento dei fondi di cooperazione internazionale finalizzati al contenimento della crescita demografica, in particolare attraverso le trasmissioni a puntate previste dal metodo Sabido.

Documento De Pascalis-Mellano

Il Congresso, considerato:

- la sensibilità ecologista, che i Radicali hanno contribuito a far nascere in Italia, volta ad affermare un nuovo rapporto della specie umana con le altre specie ed in alleanza con il pianeta;

- l’ambiente come la vera “risorsa scarsa” di questo periodo storico, con cui anche lo sviluppo economico deve fare i conti;

- le condizioni di grave povertà di molti paesi in via di sviluppo, in presenza di una continua crescita della popolazione;

- le previsioni relative al picco del petrolio e all’innalzamento delle temperature globali;

- l’impatto ambientale dell’uomo in termini di consumo delle risorse naturali, di depauperamento del territorio, di distruzione della biodiversità;

impegna gli organi dirigenti del partito a promuovere un “pacchetto” di proposte politiche e parlamentari in campo ambientale, come è già stato fatto nelle materie economiche, che verta sui seguenti punti:

- la predisposizione urgente di un “Piano nazionale integrato dell’Energia e dei Trasporti” da discutersi con il metodo della democrazia partecipata e trasparente;

- l’adozione di misure atte a scoraggiare l’utilizzo delle fonti fossili, anche attraverso uno spostamento – nel quadro di una riduzione generale della pressione fiscale – di quote di tassazione dal lavoro e dall’impresa alle attività inquinanti e al consumo di risorse naturali;

- la promozione di quelle fonti di energia rinnovabile che diano sufficiente garanzia di non essere marginali, in particolare l’eolico d’alta quota e l’energia solare;

- la transizione verso un nuovo sistema di mobilità, compatibile con gli obiettivi europei in campo ambientale e orientato ad un progressivo e pianificato aumento di importanza del trasporto collettivo, elettrico, ciclabile e comunque tecnologicamente efficiente e meno inquinante, che preveda anche il completamento, nei tempi più rapidi possibile, dei sistemi di trasporto ferroviario metropolitano nelle maggiori aree urbane del paese;

- una nuova politica urbanistica volta al risparmio del suolo, limitando in particolare l’ulteriore cementificazione del territorio rurale, e che contemporaneamente favorisca interventi di rottamazione dell’edilizia moderna priva di qualità;

- una nuova regolamentazione della produzione alimentare italiana delle colture estensive e degli allevamenti intensivi nell’ottica del superamento della “Politica Agricola Europea” e della sostenibilità ambientale;

- l’incremento dei fondi di cooperazione internazionale finalizzati al contenimento della crescita demografica e a favore di una genitorialità responsabile e contro ogni politica natalistica, individuando nell’informazione di massa, accompagnata da attività politiche e culturali di promozione dei diritti delle donne e delle generazioni future, uno dei metodi motivazionali più efficaci per il superamento dei limiti che, ostacolando la libertà e la salute riproduttiva della donna, sono alla radice del problema della sovrappopolazione.


Commissione 4 -Libertà Digitali

Il Congresso di Radicali Italiani, riunito a Padova dall'1 al 4 novembre 2007.

Saluta la decisione di Radicali Italiani di convocare, per la prima volta, una Commissione specificamente dedicate alle libertà digitali che ha consentito un approfondimento sui problemi inerenti alle libertà politiche, economiche e culturali che attengono a internet, la programmazione di software nonché tutto quanto, in virtù della digitalizzazione crescente di diritti, beni e servizi, deve essere preso in considerazione in questo nuovo contesto "virtuale". Ringrazia tutti coloro che vi hanno partecipato auspicando che si possa rafforzare la collaborazione avviata in quell'occasione.

Saluta il deposito di due proposte di legge, risultato del lavoro di Daniele Bertolini e Marco Ciurcina, e presentate dai Deputati radicali della Rosa nel Pugno, Marco Beltrandi, Sergio D'Elia, Bruno Mellano, Donatella Poretti e Maurizio Turco che legalizzano e regolamentano la tecnologia del peer to peer e rendono possibile l'accesso per via digitale degli archivi della Rai.

Ricorda l'organizzazione nel 1998, in anticipo sui tempi politici italiani, del "convegno lungo un mese" intitolato "Quali lotte e leggi subito per la rivoluzione tecnologica per la rivoluzione liberale" dove furono elaborate proposte legislative per l'attivazione elettronica dei diritti civili e politici in Italia.

Ricorda le iniziative di Marco Cappato al Parlamento europeo nella legislatura 1999-2004 come relatore sulla privacy nelle comunicazioni elettroniche, in particolare contro sistemi di sorveglianza generalizzata e contro la brevettabilità del software; ricorda inoltre la disobbedienza civile realizzata da Cappato, con l'aiuto di Fabrizio Veutro, contro il decreto Urbani di criminalizzazione del peer to peer.

considerando che 10 dei 31 punti di Fiuggi, documento fondativo della Rosa nel Pugno del settembre 2005, erano dedicati alla "e-democracy" e ponevano come punti prioritari per la XV legislatura ancora del tutto validi:

- la delega al Governo per l’introduzione del voto elettronico con la previsione di procedure di controllo pubbliche, ripetibili e verificabili dei relativi sistemi informatizzati, per la disciplina della sottoscrizione per via telematica delle liste elettorali, delle candidature e dei referendum popolari;

- la delega al governo per la messa in rete di atti e attività istituzionali. Norme in materia di trasparenza degli atti comunali e istituzione dell’albo pretorio telematico;

- l'elaborazione di progetti nazionali, e partecipazione a, progetti internazionali per la digitalizzazione di archivi e biblioteche;

- la richiesta che il materiale pubblico – inclusi gli archivi istituzionali e della RAI - fosse liberamente divulgabile (licenze creative commons o similari ) e i lavori istituzionali accessibili anche in modalità peer-to-peer;

- la “libertà di parola”: investimenti e iniziative di adeguamento normativo per mettere a disposizione gratuitamente strumenti e tecnologie che aiutino i disabili nella comunicazione e nell’acquisizione e produzione di informazioni; aggiornamento della base di dati relativa alle strumentazioni informatiche e investimenti per mettere a disposizione gratuitamente le nuove tecnologie relative all’ausilio per i disabili;

- la libertà di lettura: garantire la disponibilità dei libri in versione digitale per disabili e non vedenti;

- la libertà in rete: abolizione della legge Urbani sulla criminalizzazione del peer-to-peer;

- il no alla brevettabilità del software, sul quale comunque può essere fatto valere il diritto d’autore;

- la libera conoscenza e creatività: abolizione della SIAE e ridefinizione paritaria del ruolo di autori; ed editori nella politica di gestione dei diritti sulle opere dell’ingegno e riduzione a 20 anni dei tempi dei diritti d'autore;

- l'adozione dei principi della “dichiarazione di Messina” e della “dichiarazione di Berlino” sull’accesso aperto alla letteratura scientifica e ai risultati della ricerca scientifica finanziata con denaro pubblico.

individuando come obiettivo prioritario la liberalizzazione della Rete e del suo accesso senza il necessario ricorso a soggetti intermediari, (dà mandato agli organi dirigenti) si impegna a verificare la possibilità dell'istituzione di una Commissione di rango parlamentare o un intergruppo sui temi digitali in seno alla XV legislatura.

anche al fine di rafforzare le proposte di legge depositate alla Camera dei Deputati dai deputati radicali della Rosa nel Pugno (dà mandato agli organi dirigenti di) si impegna ad organizzare un appuntamento a livello nazionale che affronti i temi al centro dei documenti parlamentari che, in particolare, ponga l'urgenza della liberalizzazione del "diritto d'autore" in Italia, attraverso un avvio di riforma della SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) che consenta una reale concorrenza nel mercato della gestione dei diritti degli autori e dei fruitori delle opere d'ingegno e riconsegni alla gestione pubblica diretta tutte le altre funzioni che col passare del tempo sono state assegnate alla SIAE a partire dall'abolizione del cosiddetto "bollino”.


Commissione 5 - Primo Grande Satyagraha Mondiale per la Pace, la libertà e la democrazia in Medioriente

Premesso che:

- occorre riconoscere nel dato strutturale di Stati nazionali e autoritari, nelle aspirazioni e illusioni nazionaliste e nelle ideologie fondamentaliste illiberali, la causa prima di guerre e un’ipoteca pesante e distruttiva sullo sviluppo civile e democratico del Medioriente che da mezzo secolo coincide con il focolaio di crisi e conflitti, internazionali e anche interni ai diversi paesi;

- la risposta alla follia “fascista” e distruttiva di Ahmadinejad nei confronti di Israele non può essere la follia “democratica” e autodistruttiva della “terza guerra mondiale” di Bush, ma la forza e la tutela che possono dare a Israele il suo essere parte di uno spazio politico e giuridico sovranazionale, di una comunità non di sei milioni ma di mezzo miliardo di persone come può essere quella europea;

- Il sondaggio più recente, che è del febbraio scorso, mostra che il 75% dei cittadini israeliani vuole l’ingresso di Israele nell’Unione Europea;

Impegna Radicali Italiani a sostenere, insieme agli altri soggetti dell’area radicale, l’elaborazione e la messa a punto del progetto di Marco Pannella di “Primo Grande Satyagraha Mondiale per la Pace, la libertà e la democrazia in Medioriente”, di cui Israele e Turchia nell’Unione Europea costituiscono il primo obiettivo, volto a costruire una alternativa strutturale alla realtà che strutturalmente genera o provoca guerre e conflitti in Medioriente e che, dal Medioriente, rischiano di propagarsi nel mondo.

A tal fine, chiede al Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito di valutare la possibilità di tenere, nell’ambito della riunione del suo Consiglio Generale prevista a Bruxelles dal 6 all’8 dicembre 2007, una seconda sessione del seminario preparatorio per il Satyagraha Mondiale per Pace, Democrazia, Libertà, che si è svolto a Roma il 13 e 14 ottobre scorso.


Commissione 6 - Legalizzare la giustizia

Il Congresso Nazionale di Radicali Italiani:

- denuncia il mancato funzionamento dell’ Amministrazione della Giustizia in Italia ed individua quale nodo problematico essenziale quello rappresentato dalla invasiva presenza di un numero sempre maggiore di magistrati fuori ruolo chiamati a ricoprire delicati incarichi di diretta collaborazione politica del ministro della Giustizia e, pertanto, in grado di condizionarne le scelte politico – legislative;

- rileva che la dimensione della “questione sociale” rappresentata dall’inefficienza del “sistema giustizia” non ha trovato alcuna risposta né nella recente controriforma dell’Ordinamento Giudiziario, volta a soddisfare esclusivamente i desiderata della magistratura associata, né nel c.d. “pacchetto sicurezza”, le cui misure, ispirate ad una logica emergenziale, autoritaria e disorganica, rappresentano l’ennesimo tentativo di attacco al sistema di garanzie del giusto processo;

- evidenzia come il dibattito politico e la attenzione informativa sulla giustizia siano concentrati sui conflitti istituzionali che vedono contrapposti la magistratura e gli altri poteri, mentre il silenzio più assoluto circonda i temi di maggiore impatto sui cittadini;

Il Congresso di Radicali Italiani, in questo contesto:

- saluta la nascita del Comitato “Piero Calamandrei”, impegnato nella elaborazione di proposte di riforma ed iniziative di lotta politica sui temi della Giustizia;

- annuncia la preparazione di un Convegno teso ad illustrare i costi della malagiustizia per lo Stato e le imprese, e ad individuare – anche in una prospettiva comparatistica – gli strumenti utili ad una drastica riduzione dei tempi dei processi. Le priorità sono rappresentate: sul versante penale, dalla messa in discussione del principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale e dalla introduzione di un’effettiva responsabilità professionale e civile dei magistrati; sul versante civile dalla diminuzione del numero dei “riti speciali” e dalla perentorietà dei termini processuali anche per i Giudici;

- ribadisce l’ impegno legislativo volto a rendere effettivo il principio di separazione del potere giudiziario dal legislativo, a partire dal disegno di legge relativo al “collocamento fuori ruolo dei magistrati applicati al Ministero della Giustizia”, da depositare in Parlamento in tempi brevi e previa ricerca del più ampio consenso possibile tra le diverse forze politiche e parlamentari;

- riafferma l’assoluta urgenza di un provvedimento di amnistia che, sostituendosi alla amnistia mascherata e di classe rappresentata dalla prescrizione, possa sfoltire l’enorme carico dei processi pendenti così da consentire, unitamente all’introduzione delle necessarie riforme, tempi rapidi per lo svolgimento dei processi penali.


Commissione 7 - Il partito che non c’è (ancora)

Considerato che:

La nuova fase politica che si apre ha come connotato singolare il tentativo di rispondere alla domanda sempre più pressante e consapevole delle donne e degli uomini che in Italia chiedono maggiore trasparenza, legalità, democrazia effettiva e giustizia. Casa delle Libertà e Unione cercano – insieme – tardivamente, di autoriformarsi dal vertice, usando solamente l'arma medianica per mostrare un’immagine diversa.

I radicali sono già pronti nei fatti a un rapporto nuovo tra partito e cittadino dove il partito non rappresenta più la forma totalizzante della rappresentanza politica, ma deve sapersi collegare ad altri luoghi di partecipazione.

Da 40 anni i radicali conoscono: l’elezione diretta del segretario, i congressi annuali a data fissa, la figura del tesoriere, le organizzazioni federate e la possibilità della doppia tessera.

I principi federativi, aggregativi, de-centralizzanti, da “partito di servizio”, dello statuto del 1967 rappresentano ancora oggi, un modello e un programma di organizzazione politica per un soggetto politico che voglia aggregare cittadini e associazioni e poter divenire quel partito dei 200.000, dimensione indispensabile a condurre attività politica adeguata alle sue ambizioni.

Passare da un centro che manda impulsi alla periferia, a una molteplicità di impulsi che provengono da più aree – territoriali, sociali, tematiche e ora anche dalla rete - significa anche saper individuare la molteplicità e complessità delle strutture di potere e, rispetto a esse, far crescere le battaglie e i militanti in grado di saperle condurre, e gli strumenti di lotta a misura della gente nei luoghi in cui essa vive quotidianamente.

Propone di:

- dare finalmente attuazione all’ispirazione laburista dello statuto radicale del 1967 attraverso l’adeguamento dell’attuale statuto di Radicali Italiani e promuovendo la costituzione e la federazione di “sindacati” degli interessi non garantiti dall’attuale assetto corporativo e oligarchico del sistema economico e sociale

- promuovere appuntamenti di riflessione e confronto sulla forma partito e sui nuovi strumenti di partecipazione e organizzazione politica aperti a costituzionalisti, politologi e esponenti di altre formazioni politiche e movimenti civici.

- incardinare una campagna coordinata delle associazioni locali per l'uso degli istituti di democrazia diretta previsti a Legge Cost. n. 3/01, art. 7, che da attuazione al nuovo articolo 123 della Costituzione. Il primo passo per questa campagna è l’approvazione dei regolamenti attuativi che gli enti locali sono per legge chiamati a votare.

- produrre un “Rapporto Completo sui Finanziamenti, i Costi e le Spese delle Strutture e della Politica di Radicali Italiani” come operazione di trasparenza alla quale invitare tutti i partiti, da distribuire in quante più copie possibili e accessibile online.

- pubblicare i dati personali degli iscritti che esprimeranno il proprio consenso esplicito alla pubblicazione, in particolare relativamente alle quote di versamento in denaro, o ad altre forme di contributo militante, alle somme percepite a vario titolo da parte di Radicali italiani.

- attrezzare il sito www.radicali.it per ospitare uno spazio che permetta di organizzare e coordinare le campagne condotte dalle associazioni radicali e dalle altre organizzazioni federate.


Commissione 8 - Laicità e libertà di ricerca, scientifica e religiosa

si propone, d’intesa con l’Associazione Luca Coscioni, di prendere iniziative volte a:

- Convocare per il 20 febbraio 2008 la giornata nazionale per la libertà di ricerca scientifica, con il coinvolgimento di altri soggetti politici ed associativi;

- Istituire il 20 dicembre quale “Giornata nazionale per il diritto a morire con dignità”, in coordinamento con analoghe iniziative transnazionali;

- Aderire alla fiaccolata del 18 gennaio a Lecco per il sedicesimo anniversario della vicenda di Eluana Englaro;

- Sulla RU486, di cui a giorni dovrebbe arrivare la richiesta per la sua registrazione in Italia, chiedere di prevedere la somministrazione in ospedale senza obbligo di ricovero, come previsto dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMEA);

- Valutare la proposta di creazione di un sito sulle tematiche legate all’aborto, ai fini di entrare in contatto con cittadini i quali, mossi da singola urgenza personale, possano poi aderire a Radicali Italiani e alle sue iniziative;

- Abolire l’obbligo di ricetta per la pillola del giorno dopo, come avvenuto in molti altri paesi e come il Ministro Livia Turco si era impegnata sin dal maggio 2006;

- Impedire che l’obiezione di coscienza, una volta estesa ai farmacisti, comporti la lesione di un diritto di assistenza al cittadino; assicurare che sia comunque rispettato l’obbligo di garantire il servizio e la prestazione;

- Studiare una proposta di legge che affronti la questione dello stato vegetativo;

- Istituire - coordinandosi anche con le associazioni radicali locali - un sistema di rilevazione del numero di persone in stato vegetativo o che sono colpite da patologie degenerative gravemente invalidanti al fine di: a) definire i livelli più appropriati di assistenza e di supporto tecnologico, b) censire i risvolti economici e sociali di tale realtà;

- Sostenere l’indipendenza e l’autonomia della ricerca scientifica dalle ingerenze religiose come anche dalle ingerenze indebite della politica; studiare meccanismi di assegnazione dei fondi improntati ai criteri di efficienza, trasparenza ed economicità, per favorire l’avanzamento civile ed economico del paese;

- Eliminare dall’ordinamento italiano la possibilità – a seguito dell’annullamento Rotale – dell’annullamento anche degli effetti civili del vincolo matrimoniale.


Commissione 9 - Riforma del diritto di famiglia

Considerato che

sul fronte dei diritti civili, grazie alle battaglie nonviolente, parlamentari e referendarie condotte spesso in solitudine dai radicali, negli anni settanta vi è stata una travolgente stagione di riforme in particolare nell’ambito delle relazioni affettive, famigliari e sessuali, culminata con l’approvazione della legge sul divorzio, della legge sull’aborto e della legge di riforma del diritto di famiglia;

quelle riforme hanno tuttavia lasciato in vita alcune gravi discriminazioni e disconosciuto alcuni diritti;

dagli anni novanta in poi le scelte ed i comportamenti legislativi sono stati di segno diverso, impedendo riforme conseguenti alle trasformazioni e i nuovi bisogno sociali, o addirittura varando norme in palese contrasto con gli obiettivi delle campagne per i diritti civili e la laicità;

in conseguenza di ciò, la legislazione italiana in materia di matrimonio, divorzio, riconoscimento delle nuove forme di famiglia, in particolare delle unioni omosessuali, filiazione, adozione, parità tra i componenti della famiglia ha assunto connotazioni diverse da quelle degli altri paesi europei;

il doppio adeguamento della legislazione familiare italiana alle esigenze della modernità ed al passo dell’Europa non possa avvenire al di fuori di una visione culturale, di ideali e valori complessivi, e quindi non per frammenti o segmenti, ma soltanto con una riforma globale del diritto di famiglia, che completi e aggiorni l’opera del 1975;

rilevato che l’inizio di un percorso in questa direzione si è già avuto il 12 maggio scorso, in occasione della giornata per il “coraggio laico” e del convegno “Il mito della famiglia naturale, la rivoluzione dell’amore civile”;

il punto di partenza giuridico di questa iniziativa può identificarsi negli articoli 2 e 3 della Costituzione e nel rilievo che essi attribuiscono alle formazioni sociali ed al divieto di ogni discriminazione;

Impegna Radicali Italiani a:

- contribuire alla ricostituzione del Fuori, come movimento di liberazione di gay, lesbiche, bisessuali, transgender e eterosessuali;

- trasformare il convegno del 12 maggio in un tavolo permanente per la riforma del diritto di famiglia;

- coinvolgere nel progetto intellettuali, studiosi, forze politiche e associazioni, a partire dal movimento per i diritti degli omosessuali, che si è dimostrato in grado di mobilitare centinaia di migliaia di persone in manifestazioni di massa;

- sostenere iniziative di attivazione di massa di meccanismi giuridici per portare di fronte ai tribunali le istanze di parità e libertà riconosciuti dalla Costituzione e della legislazione europea, ma disattese dall’ordinamento interno italiano.






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