Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mer 24 apr. 2024
  cerca in archivio   NOTIZIE
Comitato Nazionale di Radicali Italiani: sintesi dell'intervento di Marco Pannella
rivista dall'autore

8 gennaio 2006

Questo Papa è incarnazione di culture mortifere

"Robetta da sacrestia e da colli torti", così Marco Pannella ha commentato le parole pronunciate oggi dal pontefice nella sua omelia alla Cappella Sistina sull' "anticultura della morte". "Ratzinger - ha detto il leader radicale - è uomo di eruditissimo, ma senza cultura".

"Quest'uomo – ha detto Pannella - guarda alla modernità come se fosse simboleggiata dai mostri di Goya.

"Se esiste oggi un insieme di persone, un elemento sociale di massa sottoposta ai tormenti e alle infelicità che noi normalmente abbiamo presenti per chi vive sotto i regimi autoritari, nelle carceri, è la sofferenza dei credenti nella religiosità, e ancor più nei credenti cristiani, e ancor più nei credenti e praticanti cattolici."

Pannella rivendica la vicinanza dei radicali con i credenti, con una religiosità che non si contrappone alla scienza. "Non dispiaccia al Papa – ha affermato il leader radicale - ma esiste un mistero. Quanto più la scienza ci fornisce strumenti vitali di conoscenza, tanto più acquisiamo consapevolezza della grandezza del mistero in cui siamo immersi, che si rinnova continuamente come cosa che ci trascende storicamente, così ricco da essere un fornitore costante di saperi e di fedi."

"Siamo a un punto in cui è possibile che ci sia una sorta di rivincita storica importante delle cose che hanno fatto la cultura europea e italiana anche contro le maledette culture mortifiche che predominano e di cui questo Papa è un'incarnazione."

L'unità socialista e l'unità di socialisti possono non avere nulla in comune

In previsione della riunione della Direzione della Rosa nel pugno, prevista per domani, Pannella si rivolge ai compagni dello Sdi: "non siete ancora abituati a gestire le crisi di crescita. E allora voglio dire a Enrico, Roberto, Ugo: abbiate fiducia in voi! Renderemo attuali attraverso l'amore critico che si deve ai propri antenati i nomi di Craxi, di Nenni, di Saragat. Ma ci stiamo distraendo dicendo, come ieri Ugo Intini, che l'unità socialista è la logica che la impone. C'è logica e logica. C'è una logica di potere, di annessione per governare, e c'è la logica dell'invenzione e della creazione. C'è la logica dell'unità rispetto agli obiettivi, è c'è la logica dell'unità dei socialisti."

Occorre chiedersi, rispetto all'evocazione dell'unità socialista, di quale socialismo si parla. "Quello di Riccardo Lombardi? di Vittorio Foa? di Ignazio Silone? del socialismo fabiano?"

Per Pannella, "l'unità socialista non è una logica, è una scelta difficile, che non passa attraverso l'unità 'di' socialisti".

Secondo il leader radicale "L'unità socialista non può esserci se si riduce a un esercizio di gestione dell'eredità del padre, che è legittima in tutto tranne che in politica. Noi come Rosa nel pugno chiamiamo ad essere uniti sulla rivoluzione socialista come su quella liberale."

In Italia è impedita la libera circolazione delle idee

Riferendosi alla nuova legge elettorale che impone soltanto alle nuove liste l'obbligo di raccogliere centinaia di migliaia di firme, Pannella sottolinea come "il vero problema che dobbiamo affrontare è come possiamo rispondere al fatto che è assicurata per legge l'ineguaglianza del momento costitutivo della partecipazione democratica, quella dell'elettorato passivo. La sacralità della legge non è più pregnante, presente alle nostre coscienze. Di fronte a questi crimini dello Stato si risponde con abitudine".

"Il parlare ci è vietato". Le battaglia liberali che rispondono a grandi questioni sociali non riescono a mobilitare le grandi masse che ne sono colpite direttamente. Questo si deve al fatto che in Italia "si è creata un'organizzazione sociale nella quale la parola, le idee non circolano".

"Quando un regime è oligarchico e illegale non circolano nelle scuole, nelle radio, nelle televisioni che le cose gradite e autorizzate."


Personalità come Vasco Rossi e Andrea Bocelli potrebbero rimettere in gioco le cose in cui credono

Possiamo accettare "la truffa di chiamare elezioni democratiche quelle che sono nomine di eletti fatte in modo oligarchico" solo rovesciandola. "Occorrerebbe che Vasco Rossi (che in queste ore probabilmente sta compilando a mano il bollettino postale della sua ventunesima iscrizione al Partito radicale) mettesse sé stesso al servizio delle cose alle quali crede, e si rendesse conto che le cose alle quali crede sono possibili, o altrimenti perdute. Se altre personalità popolari e di prestigio, come Andrea Bocelli, decidessero ad esempio di candidarsi simbolicamente all'ultimo posto delle liste della Rosa nel Pugno, potrebbero provocare un rivoluzionamento delle prospettive, sconfiggere in questo modo l'antidemocrazia, essere un medium per milioni e milioni di famiglie. Potrebbero passare alla storia d'Italia perché nel momento in cui sembrava tutto perso hanno rimesso in gioco le cose in cui credono".



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail