La materia oscura
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30 marzo 2007
di Luigi Castaldi
Considero assai felice l'immagine della galassia che da qualche tempo è d'uso tra i radicali per significare la loro complessa realtà organizzativa, e volentieri sarei portato a farla mia come utile semplificazione di qualcosa che in realtà è refrattaria ad ogni semplificazione, non foss'altro per il suo continuo mutare. Ma accetto questa immagine solo se per galassia si voglia intendere davvero galassia.
Purtroppo non è così, e penso che gran parte delle difficoltà che l'area radicale lamenta dipendano da un frainteso che in buona misura lo stesso Marco Pannella alimenta. Per esempio, nel corso di una puntata di Temporale (Sky/Canale Italia, 28.3.2007), Marco Pannella dice: "Cos'è una galassia? C'è un sole [il Partito Radicale Transnazionale] e, attorno, delle altre entità [i soggetti dell'area radicale: Radicali italiani, Associazione Coscioni, Nessuno tocchi Caino, ecc.] che roteano attorno". Gli si dovrebbe far presente che questo schema è quello di un sistema solare, non di una galassia.
C'è sempre più di un solo sistema solare, in una galassia. Spesso ce ne sono moltissimi, legati tra di loro da un unum gravitazionale. E tra l'uno e l'altro gravitano polveri, gas interstellari e la cosiddetta materia oscura, che prende questo nome perché non emette alcuna radiazione elettromagnetica, almeno nello spettro conosciuto, che va dalle onde radio e raggi gamma: è massa che non emette luce, ma è massa che c'è, alcuni dicono che si tratti del 90% della complessiva materia dell'universo.
Se una galassia è l'insieme di tutto questo - stelle, pianeti, satelliti, comete, meteore, detriti, polveri, gas e materia oscura - io sono d'accordo: quella radicale è una galassia. Le relazioni interne sono assai più complesse di quelle relativamente semplici che reggono un sistema solare - e vorrei porre l'accento su "relativamente".
Gran parte delle difficoltà che l'area radicale lamenta dipendono dal fatto che non si vuole accettare una complessità ulteriore e che non si riesce a capire che c'è massa anche dove non c'è luce. Â
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