Al convegno "L'ultimo Ottobre, ragionamenti sul comunismo come problema irrisolto" che si è svolto oggi al Liceo Tasso di Roma il segretario dei DS Valter Veltroni, ad un certo punto ha detto che tra le priorità e le emergenze che la sinistra deve porre nella sua agenda, c'è "la questione della fame nel mondo". Affermazione generica,così come è stata espressa. Veltroni ancora non è arrivato a quantificare esattamente come e in quanto debba corrispondere questo impegno; insomma, buone intenzioni e basta; ma è già la seconda volta, almeno, che Veltroni individua nella fame del mondo una questione da affrontare. Magari fra un po' arriverà anche a stabilire la percentuale minima del PIL, come molti anni fa fece, tra lazzi e sberleffi, Pannella.
Sempre al Tasso Veltroni ha confermato quanto sostenuto su "La Stampa", e che cioè ovunque il socialismo si sia realizzato in Europa e nel mondo, ha strangolato le libertà, e che dunque comunismo e libertà confliggono tra loro. E queste cose le ha dette e le dice, mi pare, con toni e accenti di sincerità. Ribadisce che nel suo pantheon ci mette, alla Jovanotti, un po' tutti: da Gramsci a Dossetti, dai fratelli Rosselli a Norberto Bobbio, Ferruccio Parri, Riccardo Lombardi e quant'altri; per fortuna in questa sua ammucchiata per ora lascia fuori Gaetano Salvemini ed Ernesto Rossi. Ad ogni modo mi chiedo se non sia il caso di incalzarlo, Veltroni, su questi terreni. E forse attraverso la "Radio Radicale" potrebbe venire fuori un qualcosa di interessante. Sono poco più che pensieri ad alta voce, motivati dal fatto che da una parte mi rallegro, se qualche elemento "nostro" fa breccia in "loro"; e dall'altra mi immalinconisco: perché, perbacco!, arrivano - quando arrivano - sempre con anni di ritardo