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VIII Congresso di Radicali Italiani: la mozione generale approvata
Il Congresso si è tenuto a Chianciano Terme, dal 12 al 15 novembre 2009. Eletti Mario Staderini alla segreteria, Michele De Lucia alla tesoreria e Bruno Mellano alla presidenza.


Chianciano Terme, 15 novembre 2009

L’VIII Congresso di Radicali Italiani, riunito a Chianciano dal 12 al 15 novembre 2009, saluta l’arrivo in Italia del Dalai Lama, in occasione del V Congresso mondiale dei parlamentari per il Tibet, che si terrà a Roma nei giorni 18 e 19 novembre. Al riguardo, è indispensabile che l’opinione pubblica mondiale sappia quanto ancora una volta il Dalai Lama ha solennemente proclamato: che da oltre vent’anni il fine della lotta nonviolenta del popolo tibetano è l’autonomia e non l’indipendenza della propria terra, autonomia da perseguire sull’esempio istituzionale dello Statuto del Sud Tirolo- Alto Adige italiano, come recentemente riaffermato dalla stessa guida spirituale e politica. Il Congresso rivolge un appello affinché riprenda subito la lotta nonviolenta, il Satyagraha per l’affermazione della verità: solo così si potranno aiutare i tibetani, gli uiguri e lo stesso popolo cinese a trovare la strada della democrazia, nell’interesse anche della grande nuova realtà della Cina di oggi.

Di fronte al precipitare della crisi politica e morale, degli stravolgimenti di politica europea e internazionale, all’incalzare di ulteriori controriforme e in particolare quella sulla giustizia, fino alle ipotesi “presidenzialiste” di stampo putiniano, alla semplificazione autoritaria in corso delle istituzioni, ormai esse stesse strutturalmente anti o a-costituzionali, come ultimo atto della sessantennale degenerazione partitocratica documentata nel Libro Giallo sulla “Peste italiana” redatto nella primavera scorsa, l’VIII Congresso di Radicali Italiani chiama da subito a una rivolta gandhiana, sociale, politica, morale.

Il Congresso denuncia l’ulteriore aggravarsi delle condizioni di sostanziale non democraticità del regime italiano, a partire dalla sottrazione del diritto dei cittadini a conoscere per deliberare e dalla generale e sistematica violazione della legalità che caratterizza la vita pubblica e istituzionale del paese.

In quest’ambito è particolarmente grave e intollerabile la sistematica, proterva, deliberata esclusione di Marco Pannella e del movimento radicale dai network informativi e dai programmi di approfondimento politico. E’ cosa non di oggi, ma che oggi si è particolarmente acuita e aggravata. Pannella è escluso e dalla comunicazione politica e da ogni dibattito sull’attualità: dal testamento biologico e fine vita, alla giustizia e le carceri; dalla voragine del debito pubblico alla politica estera; e in generale da tutte le iniziative che pure vedono i radicali protagonisti attivi. Si tratta di un evidente, indiscutibile attentato ai diritti dello stesso Pannella, sottoposto a una discriminazione “ad personam” che non ha precedenti, ma anche di un attentato ai diritti di tutti i cittadini. E’ questione che non deve e non può essere accettata e che ci deve vedere mobilitati per ripristinare condizioni di diritto e di legalità.

Il Congresso indica nella disastrosa bancarotta della Giustizia italiana una delle più gravi questioni sociali del nostro tempo. L’amnistia strisciante, clandestina, di massa e di classe, praticata attraverso la sistematica prescrizione dei reati, sembra essere ormai lo strumento privilegiato di gestione del sistema giudiziario. Sono circa 140.000 ogni anno i reati prescritti, mentre lo spaventoso arretrato dei processi raggiunge l’iperbolica cifra di 11 milioni fra civili e penali. La legislazione criminogena in materia di ordine pubblico, le norme che puniscono gli extracomunitari in quanto tali e la forsennata, inutile e dannosa politica proibizionista sulle droghe, sono fra le cause principali di sovraffollamento degli istituti. La popolazione carceraria – malgrado l’indulto conquistato dai Radicali nel 2006 – ha superato la soglia critica dei 65.000 detenuti, metà dei quali in attesa di giudizio, rispetto a una capienza ordinaria di 43.000 reclusi. I cittadini privati della libertà sono costretti a vivere in condizioni fisiche, psicologiche e sanitarie incostituzionali e indegne di un paese civile. Sono oltre sessanta i detenuti che, nel solo 2009, si sono tolti la vita, migliaia gli episodi di autolesionismo, frutto di disperazione. L’unica soluzione immediata per fare fronte a questa situazione è una riforma radicale della Giustizia, da accompagnarsi a un’ampia amnistia finalizzata al ripristino della legalità. Questa riforma deve essere incentrata sull’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale, su una definitiva separazione fra magistratura giudicante e pubblica accusa, sulla responsabilità civile dei magistrati, sul potenziamento e l’ammodernamento a tutti i livelli del sistema giudiziario.

Da questa situazione di degrado nascono casi come quello di Stefano Cucchi, cittadino arrestato per un non-reato (detenzione di pochi grammi di sostanza stupefacente) entrato vivo in un’istituzione dello Stato e uscitone morto. Questi casi sono drammaticamente numerosi: emblematico quello di Aldo Bianzino, arrestato e condotto nel carcere di Perugia e di lì uscito morto in seguito a ferite non si sa procurate da chi e perché. Il Congresso si schiera al fianco dei famigliari di Cucchi e Bianzino nella loro giusta richiesta di verità, e appoggia le iniziative già poste in atto da Rita Bernardini e dai parlamentari radicali per una commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno dei suicidi e delle morti in carcere o in altre istituzioni dello Stato (caserme dei carabinieri, commissariati, questure, eccetera).

Il Congresso dà mandato agli organi del Movimento di promuovere un seminario di approfondimento del ricco e complesso progetto presentato da Mario Patrono per la riforma radicale delle istituzioni, ispirata al modello costituzionale americano, che possa rilanciare il “sogno” di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi di un governo federale europeo.

E’ un fatto significativo e di grande rilievo che, in un tale contesto, abbiano portato la loro voce al congresso nuove e importanti realtà sociali.

Il Congresso saluta il movimento sindacale di tutte le forze di Polizia (Siulp, Sap, Siap, Silp Cgil, Ugl Polizia di Stato, Coisp della Polizia Penitenziaria; Sappe, Osapp, Sinappe, Fns, Uil P.A., Fp Cgil, Uspp Ugl del Corpo Forestale dello Stato; Sapaf, Ugl, Fe.Si.Fo, F.N.S., Uil P.A. Forestali, F.P.Cgil) che hanno dato vita a Roma il 28 ottobre scorso, a una manifestazione di ispirazione democratica e nonviolenta di 40.000 poliziotti, completamente censurata dagli organi di informazione. Ringrazia in particolare il rappresentante del Siulp Felice Romano, che nel suo intervento al Congresso a nome di tutte le organizzazioni promotrici, ha denunciato il tentativo in corso di militarizzare e depotenziare le forze di sicurezza, mortificandone la professionalità e distruggendone le risorse umane, anche con demagogici e dannosi provvedimenti quali l’impiego dell’esercito in funzioni di ordine pubblico e l’improvvida creazione di ronde di cittadini privati; ne condivide la denuncia, si impegna a sostenerne le legittime rivendicazioni.

Il Congresso sottolinea la straordinaria iniziativa di grande significato politico assunta da Salvatore Usala, Giorgio Pinna, Mauro Serra e Claudio Sabelli, malati di sclerosi laterale amiotrofica, che hanno intrapreso uno sciopero della fame, per loro particolarmente oneroso. Come già Luca Coscioni e Piergiorgio Welby, hanno deciso in prima persona di lottare con gli strumenti della nonviolenza gandhiana, perché sia finalmente riconosciuto il fondamentale diritto a un’assistenza adeguata, come stabilito dalla legge. Ringrazia Maria Antonietta Farina Coscioni, co-presidente dell’Associazione Coscioni e deputata radicale, e gli altri 380 cittadini che si sono associati all’iniziativa; il Congresso denuncia la grave inerzia e la colpevole, sorda, indifferenza del Ministero della Salute, e fa propri gli obiettivi dello sciopero della fame.

Il Congresso ritiene di straordinaria importanza il successo ottenuto sulla pillola abortiva RU486 e ringrazia l’impegno politico e professionale di Silvio Viale. La pillola abortiva simboleggia concretamente l’autodeterminazione della donna, la emancipa dalle mani del medico e dall’obbligo della chirurgi. Il nostro compito di Radicali, ora, è di vigilare affinché non vengano frapposti ulteriori ostacoli a questa tardiva conquista di libertà.

Il Congresso ringrazia gli imprenditori: Giorgio Fidenato, che ha deciso, con un’azione di disobbedienza civile, di rifiutarsi di prelevare gli importi dovuti allo Stato come sostituto di imposta, versandoli direttamente ai propri dipendenti, scelta per la quale subirà un processo la cui prima udienza è fissata per il prossimo 19 novembre; Luca Peotta, coordinatore dell’associazione “ImpreseCheResistono”; e Katia Bastioli, per avere tutti portato il loro saluto ai Radicali, presso i quali troveranno sempre sostegno militante nella lotta contro le tassazioni inique e le inefficienze pubbliche, che in Italia pesano spesso in misura esiziale sull’economia, sulle persone e sulle imprese.

Il movimento si impegna ad assicurare il massimo successo all’iniziativa promossa da Rita Bernardini nei giorni 6,7 e 8 dicembre, di visita dei parlamentari di tutti gli schieramenti politici ai Centri di Identificazione ed Espulsione, ai Centri di Accoglienza e ai Centri per i Richiedenti Asilo; e rinnova il suo sostegno ai parlamentari laici di maggioranza e di opposizione che intendono opporsi alla Camera dei Deputati al Pdl Calabrò, oscurantista e illiberale, promosso dallo schieramento clericale contro tutte le coscienze libere e consapevoli.

Il Congresso denuncia come il paese sia devastato dalle corporazioni partitocratiche, sindacatocratiche e confindustriali, che hanno fino a oggi impedito il realizzarsi di quelle riforme strutturali indispensabili per uscire dalla crisi, a cominciare dal passaggio dall’attuale sistema di welfare, particolaristico e iniquo, a un welfare democratico, universalistico, senza distinzione di qualifica, appartenenza settoriale, dimensione di impresa e tipologia di contratto di lavoro, i cui costi possono essere sostenuti con la contestuale equiparazione dell’età pensionabile delle donne a quella degli uomini e con il suo graduale innalzamento per entrambi. La crisi finora è stata vissuta in chiave di emergenze e contingenze, ma non può essere affrontata solo cercando di limitare i danni, specie nel momento in cui l’Italia rischia di subire un indebolimento strutturale del sistema manifatturiero delle PMI, a causa dell’uscita dal mercato di un gran numero di imprese, con ulteriori gravi conseguenze sull’occupazione.

Il Congresso saluta e sostiene lo sciopero della fame del Segretario generale della FAO Jacques Diouf e del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban-ki Moon per richiamare l'attenzione sul problema della fame nel mondo per il quale i Radicali condussero una storica battaglia nonviolenta ponendo all'Europa la necessità di aumentare le spese per l'aiuto allo sviluppo in Africa e che conosce oggi il tragico picco storico di 1,02 miliardi di persone che soffrono di fame nel mondo.

Per quanto concerne la politica di gestione del territorio, il Congresso rileva che dal secondo dopoguerra è in atto nel mondo la più grande espansione demografica, urbana ed economica della storia, secondo un modello di produzione e consumo che ha provocato anche conseguenze negative, non solo ecologiche, sempre più ingovernabili se non intervengono politiche di riequilibrio, quali la decrescita demografica su scala globale e l’uso parsimonioso delle risorse non riproducibili. In una logica liberale, occorre usare soprattutto il sistema fiscale per dare un prezzo ai comportamenti insostenibili, dall’emissione di Co2 al consumo selvaggio del “territorio”, favorendo di contro comportamenti all’insegna del risparmio e dell’efficienza energetica, pur in una prospettiva di crescente benessere. Occorre perciò adottare un criterio di misurazione del benessere diverso dal PIL, come quello proposto dalla Commissione Stiglitz, che tiene conto anche dei fattori della legalità e della qualità dell’ambiente. In Italia, il sessantennio partitocratico, attraverso la sistematica violazione della legalità, ha causato le emergenze ambientali di cui la Regione Basilicata è tragica esemplificazione. Radicali Italiani, a fronte della sempre più accelerata urbanizzazione, con la violenta sottrazione di suolo che ne è conseguita e di cui il recente “piano casa per il rilancio dell’edilizia” è solo l’ultimo esempio, ritiene necessario l’avvio di una nuova politica nazionale per il governo del territorio che abbia come priorità:

· la messa in sicurezza del territorio e l’implementazione di efficaci forme di monitoraggio e gestione dei rischi che contraddistinguono strutturalmente il nostro paese e il consumo di suolo;

· il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio favorendo la rottamazione (con eventuale “delocalizzazione”) degli edifici post bellici, privi di qualità e non anti-sismici, riconoscendo priorità di intervento alle aree a elevato rischio idrogeologico, a partire dall’area vesuviana e dei Campi Flegrei.


Il Congresso saluta come un fatto nuovo e positivo l’intervento nella giornata iniziale del segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani, e auspica che esso segni una rottura della continuità, nella linea di ostilità e di negazione dell’identità e dell’autonomia radicale, linea che storicamente, da sempre, hanno seguito il Pci, il Pds, i Ds e ora il Pd, fino a provocare, da ultimo, l’esclusione dei Radicali dal Parlamento europeo. I Radicali intendono proseguire questo dialogo per quanto è possibile. Al contempo, denunciano la politica compromissoria con il governo Berlusconi che sta cercando di portare Massimo D’Alema alla carica di responsabile della politica estera europea, e che ha già prodotto i suoi effetti negativi con l’indecente accordo fra l’Italia e la Libia di Gheddafi.

Radicali Italiani ringrazia, infine, per il loro intervento al Congresso gli economisti Franco Debenedetti, Riccardo Gallo, Alessandro De Nicola e Alberto Pera, con l’annuncio dell’iniziativa “Club per l’economia di mercato”; saluta inoltre l’iscrizione al movimento di un qualificato gruppo di esponenti liberali.

Il Congresso ritiene che qualsiasi ipotesi di alleanza o di coalizione alle prossime elezioni regionali è subordinata alla capacità del movimento radicale nel suo complesso di raccogliere le firme necessarie, regione per regione, provincia per provincia, per la presentazione delle liste Bonino-Pannella alle prossime elezioni regionali: un compito che non sarà possibile senza che una vasta massa di cittadini, finora inattivi di fronte allo sfascio della democrazia, annunci da subito la disponibilità a firmare. Il Congresso prende atto degli interventi dei compagni Bonelli e Boato per i Verdi e Craxi e Zavettieri per i Socialisti e della profonda svolta che la maggioranza del recente Congresso del Sole che Ride ha impresso al movimento verde, sottraendolo, e noi speriamo liberandolo, dallo schiacciamento dell’estrema sinistra massimalista e comunista. Ai Verdi e agli ecologisti rivolge un appello perché con urgenza si esamini la possibilità di tutte le azioni da realizzare in vista delle prossime elezioni regionali. Uguale appello nel ricordo della Rosa nel Pugno, lasciata purtroppo fallire, rivolge ai laici, ai socialisti, ai liberali che non si arrendono e intendono sottrarsi all’assorbimento nei due blocchi di potere.


la relazione della segretaria, Antonella Casu

la relazione del tesoriere, Michele De Lucia

le Mozioni particolari

le elezioni degli organi dirigenti

le liste complete per il Comitato nazionale

gli audiovideo

il messaggio di Gianfranco Fini

relazione della I Commissione: Da subito RIVOLTA. Gandhiana, sociale, politica, morale?

relazione della III Commissione: Riforme economiche e sociali


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