non mi sembra che mai nella storia della umanità sensibilità diverse, ispirate ad altro che a questo abbiano prevalso. Parlo politicamente. E mi sembra che - a parte Malcolm X, la cui sotria è diversa da quel che è rimasto dalla memoria sommaria nella memoria sommaria di molti - M.L.King abbia vinto non proprio perché vinsero i diritti civili, sia pure parzialmente, ma per altro.Il fatto che al Lincoln Memorial - come Angiolo rammenta - vi fossero molti bianchi, dovrebbe far pensare ad altro, e non solo al fatto che quelle parole, quelle parole d'ordine avevano colpito l'emotività e l'intelligenza anche di non negri. Perché poi, leggendone le pagine, pure King era un separatista, per moltissimi versi tattici e strategici.
King vinse - nei limiti ampi in cui vinse - perché seppe giocare la realistica caratteristica e il realistico meccanismo delle dinamiche sociali, e non perché egli era più ispirato o perché i suoi valori erano più alti. King vinse perché seppe far comprendere ad altri gruppi sociali non negri che attraverso la affermazione di certi diritti e di certe norme passava anche l'affermazione dei diritti di altri gruppi sociali. Non solo valori. Ma interessi. Interessi di non negri. King era grande come politico. Politico. Non perché , o no solo perché sapeva far piangere e sognare. Non solo.
E la nonviolenza è assai meno , in Gandhi, almeno, affare di valori, di quanto semmbri.
Scusate.
Paolo