CI APPELLIAMO A TUTTI GLI OPERATORI DELL'INFORMAZIONE AFFINCHE' NON PASSINO SOTTO SILENZIO EVENTI E SCELTE FORSE SENZA PRECEDENTI NELL'ULTIMO CINQUANTENNIO DELLA REPUBBLICA ITALIANA.
Roma, 9 marzo 1996. Il governo italiano si assume la gravissima responsabilità di impedire a oltre 300 enti locali italiani di issare la bandiera tibetana sulla casa comunale. Almeno altrettanti enti locali degli altri paesi europei vedranno invece sventolare domani 10 marzo, anniversario dell'insurrezione di Lhasa, la bandiera del Tibet. Già all'inizio di febbraio la Presidenza del Consiglio dei ministri italiana aveva per iscritto sconsigliato che gli enti locali issassero la bandiera dichiarando la cosa non opportuna. Dunque manifestando una chiara posizione politica.
Ieri dai prefetti la minacciosa circolare a tutti i sindaci affinché non aderiscano all'iniziativa internazionale "Libertà per il Tibet". Ci chiediamo quali siano i motivi, gli interessi, le ragioni che con tanta solerzia vedono lo Stato italiano impegnato nel sabotare una iniziativa che un tale enorme successo ha raccolto: seicento enti locali in Europa, circa trecento in Italia. Vedremo domani se questo è un Paese di autonomie cittadine e di contrada o se il potere dello Stato, anche quello ispirato a coprire gli interessi più biechi, è totalmente pervasivo di ogni articolazione della società. E già sappiamo che molti sono i sindaci che isseranno comunque la bandiera del Tibet come atto di solidarietà con il popolo del Dalai Lama, popolo massacrato da una delle peggiori dittature del pianeta.
Intanto domani a Bruxelles, mentre su centinaia di città non italiane la bandiera tibetana sventolerà, nessuno potrà impedire a migliaia e migliaia di europei e tibetani di manifestare insieme per l'affermazione non solo della libertà del Tibet, ma del diritto nuovo per tutti coloro che non ne godono. Manifestazione che vede per la prima volta insieme l'Intergruppo per il Tibet al Parlamento europeo, il Partito Radicale Transnazionele e Transpartito, le Comunità tibetane in esilio in Europa e i Comitati europei di sostegno al Tibet.
Intanto questa sera vedremo su Rai Uno una non casuale intervista all'ambasciatore cinese.
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