Con una iniziativa indipendente dal mio appello di ieri, un gruppo di
quattromila fedeli di Monsignor Milingo ha inviato una lettera al
Cardinale Carlo Maria Martini e, in copia, a Papa Giovanni Paolo II,
in cui tra l'altro si chiede a Papa Wojtyla di"..... non permettere che a
Monsignor Emmanuel Milingo vengano posti ostacoli nel suo ministero, perchè
ciò andrebbe solo a discapito delle persone per le quali Gesù ha sparso il
Suo sangue. Monsignor Milingo si preoccupa delle persone, mentre i suoi
oppositori lasciano la chiara impressione di preoccuparsi più di leggi,
teorie e strategie, per le quali Cristo non è mai morto in croce.
Dall'esperienza dei fedeli -prosegue la lettera- risulta che nell'ambiente
religioso tradizionale o non si parla più del demonio o se ne parla come di
cosa che valeva per il passato........chi si azzarda a ipotizzare che i
propri mali possono essere dovuti a qualche influenza demoniaca viene preso
per sprovveduto e deriso..........."
Come ho detto non condivido nulla delle pratiche magiche messe in opera da
Monsignor Milingo, ma mi sembra ingiusto che chi ha detto "Guardatevi
dall'eterno nemico" proibisca a un suo Vescovo di provvedere al riguardo.
Nella chiesa cristiana originaria non c'era nessun Papa, mentre è assai
probabile che esistessero i Vescovi, e su un piano di parità. Se dalla
gerarchia della Grande Chiesa non fossero usciti i mostri che sono usciti,
uno potrebbe fare le spallucce e dire "sono affari loro". Ma così non è,
il ritorno dell'inquisizione è sempre possibile. Bisogna tenere gli occhi
bene aperti su quello che accade a Milingo.
G.Francia@agora.stm.it