Siamo stati, nel 1994, il motore anche internazionale, anche all'Onu, a partire del fronte dal fronte italiano, di tre iniziative fondamentali: quelle per Tribunale Internazionale ad hoc sulla ex Jugoslavia, per il Tribunale permanente, per la abrogazione della pena di morte entro il 2000 nel mondo. Iniziative di respiro e di valore mai assunte dall'Italia nel passato, rese possibili dal governo Berlusconi. Domani la commissaria europea Emma Bonino sara' a Sarajevo, a Mostar, a Zagabria, prima di recarsi in Rwanda, il che e' possibile grazie al governo fascista e reazionario malgrado le opposizioni democratiche, antifasciste e per bene italiane.
Le tre iniziative suddette deperirebbero senza il Partito Radicale e non crescerebbe quella antiproibizionista del mondo intero, oltre che in Italia, con il Cora e con il Movimento dei Club-Riformatori.
Come per il divorzio, per l'aborto, per l'obiezione di coscienza per i diritti civili e umani, "antiproibizionismo" (faticammo molto per fare passare questo termine, del tutto dimenticato e ripudiato, non a caso) significa regolamentazione, umiltß e forza di legislatori laici, creazione di diritto positivo nuovo per la citta' anche attraverso metodi e mezzi di dialogicita' socratica, di non violenza gandhiana, di presenza non alla terra dell'etnia e del potere, ma - inermi anche se non inerti - in " partibus infedelium " e nei deserti dei conformisti, delle culture che diventano terroristiche perche' vissute come "civilta'" con la responsabilita' di proposte puntuali anziche' l'evasione e l'illusione di profezie o di espressione del corpo mistico dei veri-democratici o della comunione dei santi progressisti, oggi, frontisti, ieri. Pierpaolo Pasolini (il cui testamento politico ci fu destinato, come Brogna potrebbe raccontarvi e ricordarvi) vi fu compagno e ci amo' per questo, ci prescrisse anche la tappa di
oggi a San Patrignano, oggi tanto lontane dal luoghi perbene e di successo, dell'intolleranza arrogante e legante, curiale e sprezzante di che da ben pie' di mezzo secolo di costituisce a giudice e - a buon coscienza a buon mercato - a giustiziere dell'anormalita' liberale, libertaria, liberista non appena si organizza e assume forza di proposta e di alternativa.
Il Congresso che si svolge grazie all'ospitalita' che ci e' stata non slancio offerta a Muccioli a San Patrignano, e non in una qualche sede Arci, o dei poteri locali, o del sindacato, o del mondo cooperativo, o di quelle delle "fondazioni" prestigiose, o degli incontri televisivi "progressisti" della Montedison Tmc, e' il Congresso antiproibizionista e radicale, me il fondale del palco illustra. Le proposte gia' avanzate e quelle che prenderanno corpo e forza saranno tutte radicalmente antiproibizioniste, militanti e per l'oggi, preparate con la professionalitß politica e civile che e' nostro patrimonio, dal costo umano e di coscienza, pratico e politico per noi tradizionale.
Abbiamo invitato, per l'ennesima volta, tutti gli "antiproibizionisti" di grido progressista, gli stessi che si escludono, dallo scorso anno, da ogni incontro "antiproibizionista". Ci hanno risposto con l'insulto e l'anatema, il rifiuto di dialogo. Continueranno ad invitarli. Anche in questo non ci somigliamo. Non siamo ne' preti di una setta, ne' di mestieri spretati come qualche deputato ex radicale d'anagrafe.
E' possibile che si riesca di individuare qualche iniziativa legislativa o referendaria d'intesa con Vincenzo Muccioli.
Lo svolgimento e i risultati del VI Congresso dimostreranno, comunque, che al contrario di tutta la legislazione italiana partitocratica, frutto di una mentalitß strumentale e compromissoria, noi non accettiamo di indebolire le nostre pur di avere questa o quella adesione di avversario. Saremmo, altrimenti, anche noi trasformisti, come la Sinistra storica sociologica.
Oggi portera' il suo saluto e il suo contributo al Congresso un deputato europeo di Forza Europa, berlusconiano , Caccavale. Egli e' anche iscritto al PR, ed al CORA e il suo voto e' stato determinante per l'adozione del parere Cohn-Bendit, avanti ieri in una Commissione del P.E., dove
- oltre lui - siamo in due commissari del gruppo di Alleanza radicale europea, ovviamente antiproibizionisti. Ma la storia si ripete; "divorzisti" a scoppio ritardato usavano crocefiggerci come venduti e traditori perche' e quando assicurammo l'apporto di quel 25% di elettori democristiano e missini al referendum (referendum "jattura" contro la quale fino al 25 marzo 1974 gli "antiproibizionisti" puri di allora furono mobilitati) sul divorzio, che vincemmo solamente o innanzi tutto grazie a loro, al loro ripudio della logica etica.
Francamente, la presenza di Caccavale, del radicale Caccavale, berlusconiano sul fronte italiano, ci pare piu' importante dell'assenza del deputato progressista Corleone, tanto per citarne uno dei tanti. Anche se questa assenza ci dispiace, come dimostrano i nostri inviti, se non a Corleone, tanti suoi compagni di fede e di etnia.
Resta, poi, il vero "crimine" svolgendosi a San Patrignano i mass media, anche televisivi, pronunciando la parola "antiproibizionista", parlando del nostro congresso. Meglio gli altri congressi, nei quali il Manifesto poteva non scrivere, mentre oggi ci onora con due inviati. meglio la Rai Tv lottizzata, dell'Usigrai, del monopolio e non solamente del "servizio pubblico", ferocemente censoria verso di noi, in particolare contro l'antiproibizionismo. Meglio il monopolio muccioliano, che questa breccia di "par condicio" Rai-Tv e sul Manifesto, cosi' strappata da noi in questi giorni. Ai tempi del nostro referendum, appena due anni fa, la censura funziono' ancora magnificamente. Ma, per fortuna, ora in televisione non ci sono piu' solamente i democratici Santoro e magari i Costanzo, i Funari e i Chiambretti, i Curzi e i De Matte'. Vi sono anche i fascisti e berlusconiano, e
- peggio che mai - dei giornalisti. Da questo peccato capitale saremo difficilmente assolti.