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Notizie lista Pannella
Agora' Agora - 20 aprile 1996
MARCO DA LEGARE

CUORE 20 APRILE 1996

Articolo di Michele Serra

pag.9

Fare un accordo elettorale cinque giorni prima del voto: la più squallida e ridicola delle manovrine partitocratiche porta la firma di Marco Pannella, nemico numero uno della partitocrazia. Insultare gli avversari di turno (uno diverso ad ogni cagar di piccione) con una violenza, un'intolleranza, una spocchia che non hanno riscontri persino nella paranoica politica italiana: parliamo sempre di Marco Pannella, il nonviolento che usa le parole come spranghe e ha già spiegato a chi voterà a sinistra che è "fascista", perché l'Ulivo è un "fascio". L'ho invitato due (o tre) volte alla festa di Cuore, non molti anni fa. Non mi è mai piaciuto il suo dannunzianesimo minoritario, quel piacere puerile (puerile e così italiano) di sentirsi libero e perseguitato in un mondo di servi conformisti. Ma mi piacevano il coraggio di certe opinioni, e il metodo di individuarle non per deduzione ideologiche o per appartenenza, ma per la loro pura "giustezza". Non lui, così insopportabilmente pieno di sicumera, ma molti di coloro

che all'epoca (anno Ottanta) gli erano vicini -per esempio Adriano Sofri- mi avevano insegnato, senza per giunta volerla fare, un'autonomia di giudizio alla quale non ero abituato. E gliene sono ancora grato. Consideravo Pannella e i radicali un pezzo anomalo e per questo utile della sinistra italiana: quasi tutti incapaci di guardare al mondo come espressione sociale (il sociale, per Pannella, semplicemente non esiste: non lo conosce, e se non lo conoscesse non se lo potrebbe permettere), ma attenti ai principi e ai diritti individuali. Non era di moda, allora, dire "liberali", ma "libertari" serviva ugualmente a capire. Pannella si prese, in pari misura, fischi e applausi di una platea larga, difforme e molto più "laica" di lui, il pubblico di Cuore, e li prese bene. lo trovai, di persona, enorme, con una capoccia che pareva una rupe, due spalle e una giacca da one-man-party, non simpatico ma intelligente e a tratti dolce nelle conversazioni a tavola. Mi iscrissi (era l'89, direi) al partito radicale, pri

mo o secondo iscritto al Pci a fare la doppia tessera (tra l'altro era Willer Bordon: pessimo auspicio), anzi la quadrupla perchè mi tesserai, la sera stessa, anche per i verdi e per gli antiproibizionisti, volevo dire che ero di sinistra, ma di tutta la sinistra, e che prendevo quattro tessere perchè le divisioni della sinistra mi impedivano di prenderne una sola. (O più nessuna, come poi mi capitò). L'iscrizione al partito radicale è il solo atto politico della mia vita del quale sono dispiaciuto, anche se le intenzioni erano le migliori. Come unico retaggio, mi restano solo gli incredibili materiali di propaganda radicale (di una violenza e di una faziosità consentite solo ai fanatici religiosi) che mi arrivano per posta. Dai quali apprendo, via via, che sono "mafioso" e "fascista" perchè non sto con il "presidenzialismo all'americana", ultima mania escatologica del forsennato reverendo Marco, salvatore d'anime.

Ogni tanto (non troppo spesso) ci penso. Capisco alcune cose, ma non tutte. capisco, per esempio, che vive di soli principi, alla fine, non capisce più un cazzo del mondo, e nemmeno di se stesso. Che le persone attratte sono alla fine le più pericolose, le più ostinate e inumane. Che del marxismo mi resta, almeno, l'umile e geniale insegnamento che gli uomini sono figli, sempre, di un'epoca e di una struttura sociale, di rapporti di forza tra ceti e interessi, e mai dei loro famosi "principi", che indossano come maschere per nascondersi ciò che non hanno potuto diventare, se hanno perso.Che avrei io, adesso, qualcosa da insegnare a Pannella, se mai avesse, ed è una pura follia pensarlo, il dubbio di avere qualcosa da imparare. Un poco mi dispiace. Non per Marco, che oramai è solo con la sua vanitosa crudeltà e la sua sordità irreversibile. Mi dispiace per Montecchio, per quelle serate afose, intelligenti, aspre e gentili, nelle quali nessuno era indispensabile ma tutti necessari.

Nasceranno presto, da qualche parte, altre cose e altre sere di parole dure e di amicizia. Ma senza Marco Pannella e i suoi fedeli ormai privi di ogni discernimento e logica, al di fuori della loro missione ossessiva. La presidente dei Club Pannella di Bologna ha invitato i suoi a votare Berselli (che è proprio un fascista, e An non c'entra) perchè "anche se è antiabortista, è per il presidenzialismo". Brava.

 
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