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Agora' Agora - 7 luglio 1989
CUBA: TORTURE, INTIMIDAZIONI, PROCESSI STALINIANI DIETRO IL PROCESSO AL GENERALE CUBANO OCHOA ?
INTERROGAZIONE E RICHIESTA DI INTERVENTO AD ANDREOTTI.

Roma, 7 luglio - N. R. - I deputati radicali Mauro Mellini, Emilio Vesce e Peppino Calderisi, hanno rivolto al ministro degli Esteri la seguente interrogazione.

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Chiediamo di interrogare il Ministro degli Esteri per conoscere se abbia avuto notizie, eventualmente difformi o comunque diverse o più dettagliate di quelle rese note dalla stampa, sul caso del generale cubano Arnaldo Ochoa accusato di traffico di droga in un processo il cui clamore, chiaramente voluto dal regime castrista, sembra esserne prova di strumentalizzazione e, comunque di almeno discutibile obiettività.

Chiedono di conoscere se il ministro interrogato non ritenga che le modalità del processo, l'atteggiamento dei difensori, le confessioni e le autocritiche degli imputati, la conclamata e preventiva affermazione da parte delle autorità militari che il generale, già esponente di spicco del regime e del leggendario gruppo di promotori della rivoluzione castrista, merita la pena di morte, non rivelino allarmanti somiglianze con i peggiori processi dell'epoca staliniana ed evidente utilizzazione quali alibi e diversivo politico.

Chiedono di conoscere se il ministro interrogato, in considerazione del fatto che l'Italia è Paese firmatario della convenzione di Nuova York contro la tortura, si sia posto il problema se le sconcertanti, complete confessioni degli imputati non siano per caso ottenute con la tortura, come potrebbe sospettarsi anche a causa delle immagini degli imputati stessi fornite dalla stampa e dalla televisione oltre che da ragionevoli valutazioni del comportamento degli imputati nel contesto di un siffatto processo.

Chiedono di conoscere se il ministro interrogato non intenda compiere passi quanto meno per chiarire l'atroce dubbio e comunque per rappresentare al governo cubano che la pena di morte, tanto più se inflitta in circostanze ed in processi come quello in corso all'Avana, offende profondamente la coscienza civile del popolo italiano.

 
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