Caro Capanna, leggo la tua intervista su "Il giorno" del 17 agosto, grazie al rilancio che di essa ne fa L'Avanti che non so bene se qualche volta abbia citato le tue proposte politiche ma, certo, gli piacciono molto le tue dichiarazioni sui radicali e su Pannella.
In una intervista, in cui tu spieghi i destini della sinistra, leggo ciò che ti ho sentito sostenere anche ad un'assemblea post-elettorale che facemmo all'Ergife nel giugno scorso - noi candidati della lista Verde arcobaleno - e che mi aveva preoccupata ed indotta ad intervenire nel dibattito.
Il fatto é questo, caro Capanna: tu forse sei un ex DP (ma davvero ti piace essere ex qualcosa?), ma noi radicali e - credo con questo di parlare non solo per me ma anche per gli altri che tu hai chiamato in causa nominalmente nella tua intervista - non siamo ex radicali. Le ragioni di questa situazione sono molte e risiedono sia nella tua esperienza di leader di un Partito la cui cultura democraticista e intollerante non ha sopportato il peso della tua immagine esterna e l' ha espulsa per poi andarsi a fracassarsi altrove; sia nel fatto che - per contro - quello che a voi é costato fratture e divorzi, angosce ed insulti, da noi radicali é stato fatto nell'accordo e nella intelligenza collettiva più totale, su proposta politica esplicita di Marco Pannella. (Di questo esiste ampia documentazione sonora; si tratta, infatti, del Consiglio federale di Trieste-Bohini del gennaio scorso, naturalmente registrato e trasmesso da Radio radicale)
Perché, vedi, i radicali possono avere molte ragioni di crisi legate alla difficoltà di immaginare e costruire un partito nuovo come proposta di rifondazione della organizzazione democratica e nonviolenta della politica, ma certamente non hanno mai avuto il problema di "ammazzare il padre" per impedirgli di mangiarsi i figli.
Nel Partito radicale si "fabbricano" campioni della politica, da Rutelli a Negri, da Adelaide Aglietta a Emma Bonino, da Cicciomessere a chi ti pare per parlare degli ultimi dieci anni, l'allenatore era sempre lo stesso e la palestra da cui sono usciti, anche. Ed era quella dell'integrita della nonviolenza e della tolleranza e della fantasia come necessità.
In questo scenario, noi radicali candidati nella lista Verde arcobaleno, non abbiamo dovuto rinnegare nulla, non eravamo "ex" quando parlavamo pubblicamente e, adesso che ci sono due eletti, non credo che qualcuno abbia intenzione di non avere più una tessera in tasca come suggerivi tu all'assemblea dell'Ergife, per "liberarsi" ed essere più alternativi.
In realtà c'é il rischio che, invece che una sola tessera, i radicali ne abbiano in tasca almeno due...
(Ma poi una volta me lo spiegherai nei fatti cosa vuole dire per te "alternativo"? Pensa, che perfino per il riconoscimento delle Medicine altre da quelle di Stato si parla di "non convenzionale" e si rigetta la parola "alternativo" come espressione di giovanilismo non autorevole, minoritario e, comunque autoriducente e marginale, rispetto ad un potere ufficiale e riconosciuto).
Ancora una volta, caro Capanna, non vorrei venire a scuola di libertà da te, anche se sei così "sinistrese" da pensare che l'antifascismo sia l'avversione verso il colore nero, perché magari mi troverei a scoprire che hanno ragione quelle culture del conformismo e del fondamentalismo verde che ritengono che chiunque abbia una tessera é un appestato e che, quanto meno, debba pulirsi rinnegando.
Per finire, rilassati circa le rivendicazioni di Pannella sugli "averi" che non sono i suoi, ma - spero - non siano di nessuno e che, anzi, non ci siano proprio. (Sarebbe un bel guaio esprimersi contro la cultura della "appartenenza" per passare a quella della "proprietà" sull'elettorato!)
E se questo é vero, e se non é vero che stiamo andando a costruire un partito nato vecchio, di frattaglie e ritagli, seppure verde, allora forse, puoi anche avere la generosità di leggere diversamente quel che viene proposto ad un'area politica non in camera charitatis, ma dalle tribune dei giornali, e che ci richiama ad un ruolo più grande di quello che abbiamo immaginato.
Se farai questo, magari non sarai d'accordo per quelle stesse paure di "orticello" che attribuisci agli altri (succede a tutti, non credi?), ma forse ti fermerai per una volta a giudicare le opere invece delle persone e potrai cominciare un'altra intervista dicendo "Prima di tutto voglio ringraziare Marco Pannella..."