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Agora' Agora - 20 settembre 1989
PR: VITA E PROSPETTIVE DEL PR TRASNAZIONALE E TRANSPARTITICO.
INTERVISTA A STANZANI.

Roma, 20 settembre -N.R.- Questi alcuni stralci di una intervista del primo segretario Pr, Sergio Stanzani, a Mauro Paissan de

'Il Manifesto'. L'intervista, già trasmessa da Radio Radicale e Teleroma 56, domani alle 23.

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PAISSAN. Se mi è abbastanza facile capire cosa vuol essere in futuro il Pr, non mi è altrettanto facile capire cosa vuol essere in Italia: un partito vero e proprio, un'associazione, un club, o cos'altro?

STANZANI. E' un processo di trasformazione complesso e di non immediata comprensione, ma dal Congresso di Bologna ad oggi mi convinco sempre più che le nostre scelte son giuste. Sono scelte tese a superare le contraddizioni della nostra epoca e, al tempo stesso, del PR. Il dato di partenza è l'analisi che fa il PR della politica, del regime, di cui da tempo i radicali hanno evidenziato le carenze. Marco Pannella ha coniato un'espressione che ben si adatta al nostro ragionamento: "democrazia reale". Bene: in Italia non ci sono condizioni di democrazia effettiva, "reale".

La riforma del sistema politico, in Italia, è imposta dalla situazione, ma questo sistema la impedisce.

Inoltre, un'altra intuizione è quella di aver compreso di dover superare la soluzione dei problemi in ambito nazionale, per spostarli in quello "transnazionale", ed anche qui il termine lo opponiamo al più classico "internazionale".

PAISSAN. Quale differenze ci sono tra il Partito Radicale di prima e quello di adesso?

STANZANI. Questo è quello che c'è da scoprire. Ma che il PR, in questa nuova prospettiva, non può garantire da solo. Se non ci sarà l'apporto di cittadini comunisti, socialisti, laici.., dei quadri degli altri partiti che avvalorino le nostre tesi e che siano indotti a prendere la tessera del Pr, allora si chiude.

PAISSAN. Voi chiedete a iscritti di altri partiti la tessera del Pr per fare...

STANZANI. Noi diamo un giudizio. Il "vecchio" Pr è esaurito. In positivo dobbiamo pensare cosa costruire, e come, per un nuovo strumento "partito". Ecco, di fronte all'inadeguatezza del sistema politico italiano, all'inerzia per la costruzione degli Stati Uniti d'Europa, a un partito socialista che ha ruotato la sua politica di 180 gradi, il nuovo partito dobbiamo ancora costruirlo.

PAISSAN. In questi ultimi tempi si è assistito ad un miglioramento dei rapporti tra Pr e Pci. Cosa è cambiato e quali sono le nuove potenzialità che possono essere sfruttate ?

STANZANI. E' cambiato moltissimo dalle accuse di radical-fascisti che ci rivolgevano nel 1979 ad oggi. E, per fortuna loro e nostra, sono cambiati loro. Noi non siamo cambiati perché in questo Paese i problemi di democrazia sono sostanzialmente gli stessi da 40 anni: la DC al potere, ora con questo, ora con quello, ma sempre con se stessa. la consapevolezza che il Pci rappresenta un insieme di forze troppo importante per non essere considerato fondamentale per l'alternativa, è stata una convinzione sempre presente in noi del Pr...

PAISSAN. E' allora ipotizzabile uno schieramento alternativo di sinistra ?

STANZANI. E' fondamentale capire che il potenziale da sviluppare per la riforma passa trasversalmente per tutti i partiti. Questi partiti sono loro, oggi, un blocco per lo sviluppo democratico del Paese. Di fatto il Pci è cambiato, ma continua a vedere ancora la propria autoconservazione come il modo per andare avanti; un Pci, ad esempio, che rimprovera al Psi non di sbagliare totalmente tutto, ma di essere alleato alla DC.

Io oggi rifiuto il termine "sinistra", perché non so più cosa sia. In Italia, oggi, abbiamo bisogno di una rivoluzione nonviolenta. Se questo è di sinistra o di destra, lo lascio decidere agli altri. E' necessaria una ristrutturazione trasversale delle forze politiche.

PAISSAN. Attraverso quali passaggi?

STANZANI. Ad esempio c'era la proposta della lista "Nathan" per le elezioni al comune di Roma, e la prospettiva nella quale si inquadra. Se non si superano certi interessi da cortile, allora è la prova dell'incapacità delle forze di sinistra di essere protagoniste del proprio destino.

Occhetto, ad esempio, ha mostrato disponibilità, ma si è giustificato dicendo che tutti gli altri avevano risposto di no. ma questa, per il Pci non è una giustificazione accettabile! Se avessero provato a dire loro, per primi, di si?

In altre parole, aspettare di vedere cosa fanno gli altri è atteggiamento tipico della conservazione, non dei progressisti.

PAISSAN. C'è stato comunque da parte di Occhetto, un invito ad andare incontro al Pr.

STANZANI. Si, è vero, c'è stato questo invito, da noi rappresentato come un invito al tesseramento. Però, se il Pci fa tutto questo bailamme per la doppia tessera di Bordon, evidentemente devo concludere che questo invito era rivolto a tutti i democratici esclusi quelli con tessera Pci. Seppur assolto per, diciamo così, insufficienza di prove, Bordon è stato censurato politicamente.

Aggiungo che la preclusione, comprensibile, che lo statuto di quel partito prevede per le doppie tessere, è del tutto immotivata verso un partito come il Pr, che non si presenta più alle elezioni, e nei cui confronti, quindi, non ci sono contrapposizioni elettorali.

 
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