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Agora' Agora - 4 ottobre 1989
PR-CL: "EUROPEO" INTERVISTA BENINCASA, CIELLINO E RADICALE:
"GIUSSANI CONOSCE BENE TUTTI I MOTIVI ( E SONO CERTO, AVENDONE PARLATO CON LUI, CHE RISPETTA ED APPROVA) CHE POSSONO PORTARE UN CRISTIANO, UN CIELLINO A STARE ASSIEME A CHI CERCA DI REALIZZARE LA 'FRATERNITE'".

Roma, 4 ottobre -N.R.- Il settimanale " L' Europeo" ha anticipato oggi l'intervista a Carmine Benincasa di Gabriele Paci, che apparirà domani sul settimanale. Ne riproduciamo il testo.

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L'assegno da una lira di Giussani è incorniciato davanti alla scrivania "Come simbolo dell'insondabile abisso di miliardi (gratitudine) che devo al professor Carmine Benincasa amico" ha scritto sul retro il fondatore di Comunione e Liberazione.

Don Luigi Giussani è da molti anni per Benincasa, quarantaduenne, storico dell'arte, docente universitario, a lungo consulente dei ministri dei Beni Culturali, il cardine della propria vita "Ha ricapitolato tutto il mio cammino di uomo, di studioso, di cattolico, dando un senso unitario alla mia esperienza." Tanto da convincerlo a sposare l'affascinante Pia Rivetti di Val Cervo da cui già aveva avuto tre figli. Altri tre se ne sono aggiunti, forse arriverà anche il settimo. E Giussani quasi tutte le volte che è a Roma sale nello studio di via della Consulta, alle spalle del Quirinale, e si ferma a parlare con lui, per ore, di tutto. Eppure questo ciellino intimo del padre fondatore, membro della 'Fraternità' (il livello adulto del movimento che ha anche il compito di indicare il successore di Giussani, si entra a farne parte solo dopo la sua personale accettazione) quando per la prima volta in vita sua ha deciso di prendere una tessera di partito ha scelto, scandalosamente, quella del Partito Radicale,

dopo l'impegno come 'battitore libero' con Psi e Dc. "Sono stato vicino al Psi dal '79 all' '84, una decisione presa assieme al professor Zevi. L'ho lasciato col Congresso di Verona del 1984,il momento di massimo trionfo. Vidi delinearsi l' arroganza, l' esibizione di forza finalizzata solo alla crescita del proprio consenso, l'unanimismo, che han portato alla svendita ed allo svilimento delle coscienze. Una dinamica di minacce, intimidazioni, veti con la quale non avevo nulla da spartire". Poi alle ultime comunali romane, nell' '85, la candidatura come esponente del Movimento Popolare nella Democrazia Cristiana, ottenendo diecimila voti.

Ma cosa hanno in comune Comunione e Liberazione ed il Partito Radicale, Giussani e Pannella? "L'attenzione al bisogno individuale, la lotta alle leggi che creano il male, la coscienza del disagio dell'uomo del XX secolo. I radicali non stanno dalla parte del potere, ma di chi alza le braccia ed un cristiano deve scovare e collaborare con chi lavora per individuare una domanda che attende risposta. C'è poi uno strano percorso che unisce questi due uomini: anni fa Pannella inviò una lettera a Giussani per Natale 'Non so perchè le scrivo, ma la invito ad avere cura di sè...' Sono, nella grande diversità, due uomini della Riforma. Pannella ha il rigore morale di Calvino, l'attenzione del legislatore di Zwigli, la ferocia di Thomas Munzer. Giussani evoca Lutero, ha chiuso l'epoca della dominazione illuministica con la riscoperta dell' evento cristiano, rimettendo al centro la persona invece dei valori. Come Francesco il movimento che ha creato è un fatto 'unico' nella storia della Chiesa. E Francesco quand

o tornò dopo due anni trascorsi a Gerusalemme non riconobbe più i suoi: frate Elia aveva preso il comando di tutto, preoccupandosi in primo luogo della sapienza della gestione economica della comunità..."

Ma perchè non continuare a lavorare nel Movimento Popolare? "L'immagine di Cl è devastata sulla base di eventi che non ne esprimono la vera realtà. Spero che un domani non dovremo più occuparci solo di posti letto e mense. In molti di noi c'è amarezza e solitudine dinnanzi al modo di tradurre politicamente una ebbra esperienza ecclesiale, che viene storicamente interpretata con la pretesa di privilegi. La fede (ormai così appare esternamente l'agire di Cl) è nelle opere invece che nella carità, senza cui le opere sono nulla."

Certo che la scelta di stare con gli abortisti-divorzisti... "Sono gli stessi che hanno saputo 'inventare' la lotta allo sterminio per fame nel mondo, risollecitando il mondo cattolico, come Woitjla stesso ha riconosciuto; e poi l'obiezione di coscienza, la giustizia..." E poi la droga... " Un problema che angoscia il nostro futuro: introdurre il divieto, però, significa scatenare maggiormente la trasgressione, favorire sistematicamente il consumo. Non mi risulta che il terrore nella storia abbia mai vinto, alla lunga. Dobbiamo anche in questo caso farci carico assieme della coscienza individuale, contro l'oppressione dello Stato. La legge uccide, lo spirito libera."

E Giussani che ne dice? Benincasa sorride sornione: "Lui conosce bene tutti i motivi ( e sono certo, avendone parlato con lui tempo fa, che rispetta ed approva) che possono portare un cristiano, un ciellino, a stare accanto e assieme a chi tenta di realizzare la terza parte mancante della Rivoluzione Francese, la 'fraternitè'."

 
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