Roma, 7 novembre - N.R. - Emma Bonino, presidente del Partito radicale, ed il deputato Verde Arcobaleno Francesco Rutelli hanno tenuto questa mattina una conferenza stampa illustrando quanto accade nella politica di cooperazione e lotta allo sterminio per fame nel mondo. Il Governo, secondo Bonino e Rutelli, liquida gli stanziamenti per le organizzazioni non governative e le agenzie delle Nazioni Unite e si appresta ad un'ulteriore virata in senso commerciale della politica nord-sud.
La Bonino ha rilevato come il ministro degli Esteri De Michelis abbia convocato per domani il Comitato Interministeriale per la Cooperazione e lo Svipuppo per ridefinire arbitrariamente i nostri criteri di intervento.
Forniamo di seguito sintesi degli interventi di Rutelli e Bonino.
Francesco Rutelli
1) La legge 49 del 1987 è rimasta inattuata in alcuni dei suoi punti essenziali: non è stata attivata la "Banca Dati" prevista all'art.36, e l'accesso alle informazioni, per decisione della Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo, è stato illecitamente condizionato e di fatto reso impossibile; non è in funzione l'Unità Tecnica Centrale, ovvero la struttura fondamentale per l'attuazione della legge; resta caotica, sul piano amministrativo e funzionale, la situazione del personale della DGCS, a tutti i livelli; non è stata perseguita ed attuata la realizzazione di "Programmi-Paese"; ovvero degli strumenti organici per la cooperazione fondata, come prevede la legge, sulla concentrazione degli interventi e la priorità al settore rurale, anziché alla politica infrastrutturale.
2) Soprattutto, non è stata data alcuna attuazione all'obiettivo fondamentale della salvaguardia delle vite umane indicato dalla Legge 49. Si è realizzata una generale commistione sul piano politico ed attuativo tra interventi volti a combattere la fame e le condizioni di "sotto-sottosviluppo" e gli interventi per uno sviluppo di medio-lungo periodo; tra interventi nei paesi della miseria e interventi nei paesi di nuova industrializzazione. E' impensabile, e l'esperienza lo ha dimostrato definitivamente, che le stesse - carenti - strutture si occupino degli interventi in Africa saheliana e in Argentina. Il prodotto di questa abnorme situazione è il trasformarsi della politica Nord-Sud del nostro paese in una confusa azione di sostegno commerciale alle nostre aziende ed imprese nelle più diverse parti del globo e di completa rimozione delle azioni centrate sulla salvaguardia e la promozione del "fattore umano", strettamente legate alla difesa dell'ambiente.
3) Non è stata mai messa in pratica una valutazione di efficacia degli interventi, né in sede preventiva, né in sede consuntiva. Decine di migliaia di miliardi sono stati spesi o impegnati senza rispondere ad alcun criterio, senza che sia possibile giudicare la loro compatibilità, il loro impatto, i concreti risultati che essi hanno determinato. E' proseguita un'indiscriminata politica di dispersione a pioggia, da "supermarket" degli aiuti allo sviluppo.
E' indispensabile:
- Procedere ad una immediata e completa attuazione della Legge 49. Se questo si confermasse impossibile con le attuali strutture, occorre fare una nuova legge e una nuova struttura.
- Svolgere una Sessione di dibattito parlamentare sulla politica Nord-Sud, di lotta allo sterminio per fame e per la cooperazione allo sviluppo, per determinare i nuovi e rigorosi indirizzi generali al Governo prima di assumere qualunque altra decisione in sede di Ministero degli Affari Esteri.
- Bloccare comunque la follia degli "impegni" presi ai quattro angoli della terra in modo slegato ed irresponsabile, procedendo ad attuare solo quelli compatibili con le nuove direttive del Parlamento e del Governo.
- Separare comunque sul piano politico e funzionale gli interventi nei paesi più poveri, dove maggiori sono i tassi di mortalità e più negativi gli indicatori socio-sanitari e dove occorre intervenire innanzitutto a salvaguardia della vita umana, dagli interventi infrastrutturali nei paesi in via di sviluppo.
- Non utilizzare i fondi della Cooperazione per gli interventi nei paesi dell'est europeo, per i quali vanno stabilite, come da impegni assunti dal Ministro del Tesoro, apposite poste di bilancio.
- Confermare l'obiettivo dello 0,7 del PNL da destinare ad Aiuto Pubblico allo Sviluppo.
- Confermare e rafforzare le contribuzioni volontarie alle Agenzie ed Enti del sistema delle Nazioni Unite, che corrispondono ad una fondamentale priorità della politica estera del nostro paese, anche in ordine al nuovo e centrale ruolo che essa assegna all'ONU.
- Rafforzare il ruolo delle Organizzazioni Non Governative, aumentando i contributi a quelle che corrispondono ad una reale presenza nella società italiana e ad una reale capacità di intervento nel Terzo e Quarto Mondo.
- Definire rigorosi criteri, e condizionare alla loro applicazione ogni intervento, di compatibilità e sostenibilità ambientale.
- Ribadire il principio, e darvi attuazione attraverso la realizzazione di Country Programmes (Programmi-Paese), della necessità che gli interventi di Aiuto allo Sviluppo siano multisettoriali ed integrati, volti a conseguire innanzitutto nei paesi più poveri la autosufficienza alimentare attraverso lo sviluppo rurale ecologicamente compatibile.
- Non riavviare i programmi di cooperazione con la Cina, in attuazione della decisione dei Ministri degli Esteri della CEE riuniti a Madrid dopo i fatti di Tien an Men.
Emma Bonino
Per quanto riguarda gli Organismi delle Nazioni Unite per il 1989 la cifra ammontava a 300 miliardi per i contributi volontari e 450 miliardi per progetti (management service, cost sharing, trust funds).
I contributi per progetti sono computati in sede OCSE in linea di massima nel settore "bilaterale" poiché si tratta di progetti scelti dal paese donatore che ne stabilisce non solo i dettagli, ma anche le ditte fornitrici etc. (specie per il management service).
Per il 1990 il Ministro proporrebbe uno stanziamento complessivo, tra contributi volontari e progetti, di 340 miliardi rispetto all'ammontare totale di 750 miliardi dell'anno in corso, quindi con un taglio netto di 400 miliardi.
Vale la pena di ricordare che i contributi volontari sono fondi che contribuiscono sia al funzionamento strutturale dell'Organismo in questione sia dei progetti avviati autonomamente.
Per capire l'entità dei tagli facciamo alcuni esempi.
1989 1990
contributi volontari
(cifre in miliardi)
UNDP 110 + progetti 32 + 78 di progetti
(United Nations
Development Programm)
UNICEF 52 + progetti 20 + 90 di progetti
PAM 30 10
(Programma alimentare
mondiale)
UNHCR 10 2
(Commissariato delle
Nazioni Unite per i
rifugiati)
OMS 10 3
(Organizzazione
Mondiale della Sanità)
CROCE ROSSA 7,5 2
Un aumento sostanziale lo riceverà UNFDAC (United Nations Fund for Drug Abuse Control).