SOMMARIO: Per la delegazione del Partito Radicale - l'unica non propriamente ungherese ad essere stata invitata al Congresso del POSU - l'Ungheria corre due rischi: la riproposizione del sistema elettorale proporzionale e il "non-allineamento". Al congresso del Forum Democratico i radicali indicano nella federazione europea il luogo per il superamento dei conflitti nazionali ed etnici. Se è vero che l'occidente ha raggiunto un alto grado di sviluppo economico, non si può dire invece - affermano i radicali intervenuti al congresso dei giovani democratici ungheresi - che lo stesso livello sia stato conquistato sul piano delle libertà e dei diritti civili e politici. Intervenendo al Congresso dei Liberi Democratici, Anne Losonczy ha sostenuto la necessità che l'Ungheria aderisca alla Comunità europea. L'adesione alla Cee, come ha dimostrato l'esperienza portoghese e spagnola, potrebbere rafforzare l'economia e la società politica, rendendo insieme irreversibile il ritorno alla democrazia.
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* 9 ottobre 1989 *
UNGHERIA: DELEGAZIONE RADICALE AL CONGRESSO DEL POSU.
DICHIARAZIONE DEL PRIMO SEGRETARIO DEL PARTITO RADICALE SERGIO STANZANI.
Roma, 9 ottobre -N.R.- Una delegazione del Partito Radicale transnazionale, composta dal Primo segretario del Partito Radicale, Sergio Stanzani, e dalla consigliera federale Anne Losonczy, figlia del Ministro del Gabinetto Nagy, ha partecipato, da venerdì mattina, ai lavori del Congresso del POSU. Si tratta dell'unica delegazione ufficiale non propriamente 'ungherese', invitata in quanto il Partito Radicale, come partito transnazionale, opera anche in Ungheria.
Stanzani ha rilasciato la seguente dichiarazione:
"Non è superfluo sottolineare il carattere nonviolento e la portata rivoluzionaria di questo Congresso. E' cosa risaputa e sentita in Ungheria come nel resto del mondo. Preferisco mettere l'accento sui rischi grossissimi che vedo pesare tuttora sul processo in corso. Lo faccio non per fare l'oiseau de mauvaise augure, come abbiamo sempre fatto da quando abbiamo stabilito rapporti con le forze politiche ungheresi, ma per tentare di dare il nostro contributo franco di partito transnazionale, democratico, nonviolento, federalista europeo a questa rivoluzione democratica in corso.
Credo che i rischi maggiori che corre oggi l'Ungheria siano principalmente di due tipi. Primo, quello di ripercorrere la strada, nostalgica o meno, del sistema elettorale proporzionale, di quel sistema che ha prodotto in questo secolo, con le "democrazie reali" - generate da sistemi partitocratici nazionali, consolidati e resi inamovibili dalla spartizione e dalla lottizzazione del potere, che hanno vanificato di fatto l'essenza stessa dello stato di diritto - grandi tragedie, anche in Ungheria e che oggi costituisce uno dei maggiori ostacoli al determinarsi sul continente di volontà e di capacità sostanziali di governo atte ad affrontare e a superare le grandi sfide che caratterizzano drammaticamente la fine di questo millennio.
Il secondo rischio per l'Ungheria può essere quello di inseguire, sia per mitiche ragioni di equidistanza, sia per nostalgia, la via ormai superata di un futuro nazionale, neutrale, "non-allineato". C'è quindi da una parte la scelta tra il sistema anglosassone, con una contrapposizione di due sole, o di poche tesi per il governo della grande riforma democratica e il sistema proporzionalista, di compromesso, di spartizione del potere. Dall'altra parte la scelta tra l'opzione federalista europea con l'immediata ed esplicita richiesta di adesione alla Comunità europea e le vie nazionali, neutrale "austriaca" o "non-allineata" iugoslava, ambedue superate.
Sono queste le scelte che possono determinare il futuro dell'Ungheria, ma è anche con queste scelte che gli ungheresi potranno determinare il futuro dell'Europa intera. Sono perciò convinto che è anche su queste questioni che gli elettori ungheresi dovrebbero essere chiamati a pronunciarsi.
Il Partito Radicale, proseguendo nell'impegno che lo ha portato a tenere il suo ultimo Congresso in Ungheria e consapevole della responsabilità della propria presenza anche in questo Paese, non intende sottrarsi al dovere di contribuire, anche in vista delle prossime elezioni, allo sviluppo democratico del paese."
* 20 ottobre 1989 *
UNGHERIA: SALUTO DEL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE AI CONGRESSISTI DEL MAGYAR DEMOCRATAK FORUM
Budapest, 20 ottobre 1989 - NR - Il testo del saluto del Pr ai congressisti del Magyar Democratak Forum conclusosi ieri a Budapest.
Cari amici,
La partecipazione del vostro portavoce, KISS Gy. Csaba al nostro congresso, le sue stesse parole, hanno dimostrato la realtà e la consistenza dei terreni di pensiero ma sopratutto di impegno politico che ci sono comuni. In particolare il rifiuto dell'identificazione dello stato e della nazione, e la difesa conseguente dei diritti delle minoranze.
Queste preoccupazioni che ci sono comuni rischiano pero di non portare a nessuna comune occupazione, a nessun comune impegno concreto, se non viene affrontata la questione del quadro complessivo di una possibile risoluzione di questi problemi ma anche del problema generale del completamento del processo di democratizzazione in atto nel vostro paese, nel quale la vostra organizzazione ha assunto ed assume un ruolo di primo piano.
In quanto partito transnazionale crediamo che cosi come non c'è soluzione al problema basco nell'ambito spagnolo, a quello dell'Irlanda del Nord nell'ambito della Gran Bretagna, a quello del Kosovo nell'ambito della Yugoslavia, non c'è soluzione per le minoranze ungheresi e sassone nell'ambito romeno, od anche - se il regime di Bucharest non fosse quello che oggi è - nell'ambito rumeno-ungherese. Le nostre esperienze ci hanno portato a ritenere che solo nell'ambito di una unione federale degli stati liberi d'Europa, questi problemi possono trovare la loro giusta sede di risoluzione.
Su un altro piano le nostre esperienze ci hanno portato a ritenere che la strada di un'interdipendenza liberamente scelta nell'ambito federale europeo era condizione per ciascuno dei nostri stati di preservare i suoi singoli tratti, le sue singole ricchezze non solo culturali ed umane. In uguale misura crediamo che oggi nei paesi dell'Europa centrale ed orientale la strada dell'interdipendenza sia anche la condizione per un effettivo controlo e per una effettiva conduzione dei processi di trasformazione in corso, e che sia quindi determinante per il successo del processo - politico ma anche economico e sociale - di democratizzazione del vostro paese.
L'altra via, la via indipendente, nazionale e neutrale, non può non significare oggi per l'Ungheria la dipendenza, l'impossibilità, di fronte ai giganti mondiali dell'economia e della politica, di governare e di controllare effettivamente i cambiamenti nel vostro paese. E non possiamo qui non ricordare l'ipocrisia di chi in Europa occidentale vi incoraggia a perseguire quest'ultima strada quando loro stessi, a cominciare da dirigenti di paesi della dimensione della Francia, della Germania Occidentale, dall'Italia, l'hanno già in buona parte abbandonata e la stanno per abbandonare definitivamente.
E' proprio questo che ci appare oggi il punto centrale per il futuro dell'Ungheria ma non solo dell'Ungheria: la scelta tra la via indipendente e nazionale e quella interdipendente e federale europea. Ci auguriamo ma cercheremo anche, con umiltà e anche con determinazione, di lavorare affinché su questo gli elettori ungheresi siano chiamati a pronunciarsi in occasione delle prossime elezioni. Sperando di poter coltivare insieme nei prossimi mesi queste nostre comuni speranze, vi auguriamo un buon e proficuo lavoro congressuale.
Partito radicale transnazionale
Via di Torre Argentina 18 - Roma
Tanacs Krt 11 - Budapest
* 21 ottobre 1989 *
INTERVENTO DELLA DELEGAZIONE RADICALE AL CONGRESSO DELLA FIDESZ
Al congresso della Fidesz (Federazione dei giovani democratici) svoltosi a Budapest dal 20 al 22 ott.89, ha partecipato una delegazione del Pr composta da Ferenc Parcz, Olivier Dupuis, Sandro Ottoni, Vito Cesmadziski, Massimo Lensi.
Ecco una sintesi del testo dell'intervento :
..."Voi dite nel vostro programma che l'Occidente ha raggiunto un grado di sviluppo economico e di libertà mai raggiunto prima.
Questo è certamente vero per quanto riguarda lo sviluppo economico.
Però non bisogna dimenticare che esistono nelle nostre società grandi percentuali di emarginati, di anziani, di immigrati, di giovani esclusi dal sistema scolastico, che sono poi spesso quelli che, per disperazione, usano droghe e necessariamente si danno alla delinquenza ...
Non bisogna dimenticare neanche che questo sviluppo è rimasto sviluppo del Nord del mondo, di un Nord incapace di coinvolgere in questo processo, se non per i suoi esclusivi interessi, un Sud del mondo, che è andato al contrario peggiorando. E questo ha generato e genera tutt'ora fame, carestie che hanno prodotto e producono tutt'ora lo sterminio per fame di decine di milioni di persone ogni anno.
Voi dite nel vostro programma che l'Occidente ha anche ottenuto un livello di libertà mai raggiunto prima. Consentiteci di dissentire drasticamente di questa vostra affermazione. Ci sembra fondata su una visione della democrazia come una ricetta definitiva che non la vede come processo evolutivo. Non tiene conto dell'incredibile involuzione del quarto potere, del potere dell'informazione, che è diventato letteralmente un potere all'interno del potere, in grado di condizionare la società intera, molto più forte anche perché molto più sofisticato, che nelle società del socialismo reale.
E questa degenerazione del sistema informativo è legata ad una degenerazione più profonda dei sistemi cosiddetti democratici: la degenerazione partitocratica, favorita dai sistemi elettorali proporzionalistici delle democrazie continentali. Secondo questo sistema, che non è -la- democrazia, i partiti gestiscono tutte le sfere di potere della società, a cominciare dal sistema informativo come abbiamo visto, ma anche della giustizia, delle imprese nazionalizzate, dei comuni, della funzione pubblica, ...
In questi sistemi non vige più la democrazia ma piuttosto "democrazia reale", democrazia reale che sta alla democrazia come il socialismo reale sta al socialismo, una pura parodia. Per questo noi lottiamo nei nostri paesi per la riforma dei sistemi elettorali, per l'instaurazione di sistemi sostanzialmente bipartitici, anglosassoni, unici capaci di configurare per la gente grandi programmi alternativi di governo dei grandi problemi del nostro tempo.
Noi sappiamo benissimo che molti di voi pensano ed anche dicono: "meglio comunque questa democrazia reale al nostro sistema attuale". Ma questo è assurdo perché non c'è il minimo dubbio che la strada oggi da percorrere in Ungheria sia quella della democrazia. Il problema è di costruirla, non di riprodurre pure e semplicemente quella di quarant'anni fa, o quella di altri paesi, senza voler neanche vedere le disfunzioni, le degenerazioni o semplicemente i cambiamenti sociali che sono avvenuti in tutti questi anni ed in tutti questi paesi. ....
...
Certo nel vostro programma abbiamo sentito parlare di necessaria solidarietà con gli altri paesi dell'Est europeo. Ma l'impostazione generale è quella della via nazionale ungherese all'uscita della crisi. Noi siamo convinti invece che l'unico modo per governare questo processo, e quindi anche l'afflusso di capitali stranieri che non mancherà, sia quello di integrarlo in un più vasto progetto, un progetto di interdipendenza, l'unico che possa essere effettivamente controllato, e cioè in un processo che veda il vostro paese iniziare sin d'ora il processo di adesione alla Comunità europea.
* 27 ottobre 1989 *
INTERVENTO DI ANNE LOSONCZY AL CONGRESSO DEI LIBERI DEMOCRATICI
Budapest - N.R. 27 ottobre 1989. Intervento di Anne Losonczy, membro del Consiglio federale del Partito radicale al congresso dei Liberi Democratici (SDS)
Care amiche, cari amici,
E' con grande gioia, con profonda emozione, che sono oggi qui con voi. E' una presenza per lo meno singolare dato che io sono qui come rappresentante del Partito radicale ma nello stesso tempo come nuovo membro dell'Alleanza dei Liberi democratici (SDS). Questa iscrizione, questa mia doppia iscrizione, illustra nel modo più chiaro una delle idee fondamentali della pratica radicale di oggi : l'idea transpartitica, ovvero l'indispensabile complementarità dell'impegno politico da una parte in un'organizzazione di cui gli obiettivi sono profondamente radicati in una realtà nazionale e d'altra parte al livello transnazionale per creare uno spazio politico nel quale sia possibile dare soluzioni ai molteplici problemi che vanno oltre il quadro strettamente nazionale.
Chi può ragionevolmente pensare oggi che problemi come quelli della diga sul Danubio, delle minoranze ungheresi nei paesi vicini, della crisi economica, della nostra collocazione nel mondo possano essere risolte nello stretto quadro nazionale ?
Per queste ragioni noi radicali pensiamo che sia necessario che l'Ungheria faccia senza ritardo la sua richiesta di adesione alla Comunità europea. L'adesione alla Cee, come hanno dimostrato le esperienze portoghese e spagnola, è stata un motore che ha rafforzato e stimolato l'economia e la società politica di quei paesi e ha consentito loro, nello spazio di pochi anni, di raggiungere gli altri paesi membri, rendendo insieme irreversibile il loro ritorno alla democrazia.
L'eredità politica, il programma, le idee e le battaglie politiche dei Liberi Democratici non consentono alcun dubbio sulla loro capacità e volontà di impegnarsi su questo obiettivo storico: la richiesta di adesione dell'Ungheria alla Comunità Europea nella prospettiva della creazione degli Stati Uniti d'Europa.
E' evidente che in una tale prospettiva il Partito radicale transnazionale sarebbe non soltanto pronto ma anzi felice di mettere a disposizione sin d'ora le sue strutture ed le sue esperienze transnazionali nonché il sostegno dei suoi deputati al Parlamento europeo.
Non c'è nessun dubbio che gli iscritti al Partito radicale, ed in particolare gli iscritti ungheresi, non mancherebbero di partecipare con entusiasmo ad una tale azione transpartitica, cosi come lo fanno per la difesa delle minoranze e lo faranno, il 15 novembre, di fronte alle ambasciate rumene di 10 capitali d'Europa, di questa Europa cosi come la vogliamo, da Lisbona a Mosca, da Bruxelles a Budapest.
Per quelli che mi conoscono e che conosco in questa sala è evidente che questo saluto non ha niente di rituale. Spero che potrete, che potremo - visto che sono ormai anche membro del SDS - dibatterne durante queste giornate congressuali. Spero anche - lo spero vivamente - che sia possibile adottare una risoluzione nella direzione che ho indicato.
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GLOSSARIO UNGHERESE
POSU: Partito Operaio Socialista Ungherese (MSZMP); partito-stato dal dopo guerra ad oggi. E' stato il partito di Imre Nagy, Janos Kadar, Laszlo Rajk, Geza Loconczy. E' stato il partito dei fatti del '56, ma anche quello dei rifugiati della DDR. Piu' che in altri paesi comunisti ha realmente rappresentato, nel bene e nel male, la societa' e la politica ungherese. Attualmente è sostanzialmente diviso tra le correnti dei Circoli Riformisti e i nostalgici kadariani. Leaders: Karoli Grozs, Imre Pozsgai, Rieszo Nyers, Miklos Nemeth.
Nel congresso di ottobre si è trasformato in Partito Socialista Ungherese.
MDF: Forum Democratico Magiaro; fondato nel settembre 1987; conta circa 17.000 membri in tutta l'Ungheria; di matrice popolare e cattolica è considerato una delle maggiori forze di opposizione; la sua classe dirigente si è formata nei corridoi del mensile "HITEL", il cui direttore Zoltan Biro è il leader del movimento. Altri leaders: Sandor Csoori-scrittore-, Istvan Csurka, Jozsef Antall.
SZDSZ: Unione dei Liberi Democratici; fondata alla fine del 1988; conta circa 7.000 membri, concentrati a Budapest; di tendenza liberal e composto prevalentemente da un ceto urbano di intellettuali e studenti, combattono per l'uscita dell'Ungheria dal Patto di Varsavia e per radicali cambiamenti in economia; altre battaglie: contro l'inquinamento di Budapest e contro la Diga sul Danubio; diritti civili e internazionalismo tra le opposizioni all'est. Leaders: Miklos Tamas Gaspar, Janos Kis, Imre Mecs, Miklos Vasarhelyi, Ferenc Koeszeg.
Fidesz: Lega dei Giovani Democratici, fondata nel marzo 1988; conta circa 5.000 membri; di difficile collocazione ideologica, composto prevalentemente da studenti universitari di Budapest, si battono per il libero mercato, contro il nucleare, per i diritti umani, per la democrazia parlamentare ecc. ecc.. Non ci si puo' iscrivere alla Fidesz se si supera i 35 anni di eta'. Il suo direttivo eletto all'ultimo congresso è composto da 13 membri con differenti responsabilita'. Leaders: .
Partito dei Piccoli Proprietari: ri-fondato nel 1988; conta circa 5.000 membri; nazionalisti ungheresi, cercano di costruire il loro consenso sulla base dei principi di una Ungheria popolare e nazionale. Leaders: Imre Boross, Ivan Baba, Pal Dragon.
Partito Socialdemocratico Ungherese: ri-fondato nel 1987; conta circa 10.000 membri; il loro scopo è quello di portare l'Ungheria sulla via delle riforme democratiche e di modificare in chiave social-democratica i comunisti del POSU; il loro simbolo è la rosa nel pugno; leaders: Tibor Baranyai, Istvan Gasko, Andras Revesz.
Tavola Rotonda delle Opposizioni (EKA): nata con lo scopo di istruire il Parlamento ungherese dei progetti di legge sulle principali questioni per il rinnovamento democratico. Ha discusso su questioni come la legge elettorale, la legge sui partiti e sul finanziamento pubblico, le riforme economiche, l'educazione nelle scuole. Le sue decisioni sono vincolanti per i firmatari. Il parlamento puo' solo rigettarle, rimettendole ad una discussione ulteriore della TR, ma non puo' modificarle.
E' composta da tre lati; nel primo siedono i rappresentanti del POSU e del Governo, nel secondo le forze politiche di opposizione (MDF, SZDSZ, Fidesz, il Partito Popolare Ungherese, il Partito Popolare Democratico Cristiano, l'Organizzazione Bajcsy-Zsilinszky, il partito dei Piccoli Proprietari, il partito Socialdemocratico e la Lega Democratica dei Sindacati Indipendenti), nel terzo lato le organizzazioni sociali (Associazione della Sinistra Alternativa, il Fronte Popolare Patriottico, la Demisz-gioventu' comunista ungherese-, la Lega Partigiana Antifascista, la Lega delle Donne Ungheresi, il Circolo F.Munnich, il sindacato SZOT).