Il Parlamento europeo,
viste le sue proposte e prese di posizioni sull'Unione politica,
vista la riunione della Conferenza interistituzionale del 1 ottobre 1991,
ricordando gli avvenimenti e i suggerimenti che sono stati all'origine della Conferenza intergovernativa sull'Unione politica, in particolare la richiesta del Presidente Mitterrand e del Cancelliere Kohl di procedere alla trasformazione dell'insieme delle relazioni tra i paesi della Comunità in vera e propria Unione europea onde definire "le basi e le strutture di un'Europa forte e solidale, vicina al cittadino e impegnata sulla strada tracciata dalla sua vocazione federale",
considerando il processo di democratizzazione nei paesi dell'Europa centro-orientale, la volontà espressa dai dirigenti di tali paesi e dai loro cittadini di partecipare appieno all'integrazione politica, economica e sociale comunitaria, nonché la necessità di tenere in debito conto le difficoltà d'ordine economico e istituzionale che proverranno dall'adesione di questi paesi alla Comunità,
ricorda solennemente alle istanze comunitarie nonché agli Stati membri le loro responsabilità in materia di approfondimento della costruzione comunitaria, affinché quest'ultima sia dotata di strumenti che le permettano di costituire un centro di stabilità che contribuisca alla pacificazione e al rispetto dei diritti fondamentali in tutta l'Europa;
auspica che le riforme necessarie per conseguire tale obiettivo vengano definite in occasione del Consiglio europeo che si svolgerà a Maastricht il 9 e 10 dicembre 1991;
ricorda che queste trasformazioni sono auspicate dall'immensa maggioranza dei cittadini della Comunità e corrispondono anche alle attese di un'amplissima parte dell'opinione pubblica degli altri paesi europei;
ritiene che, al punto in cui si trovano i lavori, il metodo scelto dalla Presidenza, consistente nell'affrontare i problemi capitolo per capitolo, sia razionale, a condizione che venga in ogni caso assicurata la struttura unitaria del risultato;
chiede che, per quel che riguarda la politica estera, vengano scelte le seguenti procedure: il Consiglio europeo definisce gli interessi comuni essenziali che verranno sottoposti al Parlamento europeo per approvazione, la Commissione dispone, assieme agli Stati membri, di un diritto d'iniziativa, il Consiglio decide sull'attuazione della politica estera a maggioranza qualificata, conformemente al paragrafo 2, secondo trattino, dell'articolo 148 del Trattato CEE (con possibilità di deroga decisa alla stessa maggioranza), gli Stati membri e la Commissione garantiscono l'attuazione di tale politica e la rappresentanza esterna della Comunità in funzione delle loro rispettive competenze, il Parlamento europeo viene associato alla formulazione della politica estera e ne controlla l'attuazione;
chiede, per quel che riguarda la politica di sicurezza e di difesa, l'applicazione delle stesse procedure e che la strutturazione della politica di sicurezza e di difesa sia graduale, sulla base di uno scadenzario preciso e vincolante, che tenga conto delle scadenze del Trattato UEO alcune competenze di esecuzione di decisioni comunitarie possano essere affidate all'UEO sino al 1996 oltre tale data, le competenze dell'UEO vengano trasferite alla Comunità la definizione della politica di sicurezza e di difesa venga concepita come competenza della Comunità, tenendo nel contempo conto degli impegni internazionali dei vari Stati membri, in particolare nell'ambito NATO uno Stato membro che non possa partecipare a un'azione decisa in materia di difesa venga dispensato da tale partecipazione, senza che ciò possa ostacolare l'azione comune il Parlamento europeo disponga del potere di opporsi, a maggioranza dei membri che lo compongono, a qualsiasi ricorso all'uso della forza;
ribadisce la necessità che la politica esterna della Comunità assommi in sé la politica estera e di sicurezza comune, la politica commerciale, la politica di cooperazione allo sviluppo e la politica monetaria esterna, e ciò nel contesto di una struttura unica e comunitaria;
ricorda che non approverà un progetto di Trattato le cui norme si pongano al di sotto delle sue esigenze in materia di cittadinanza, di partecipazione del Parlamento europeo al processo legislativo su base di uguaglianza con il Consiglio, di votazione a maggioranza qualificata in seno al Consiglio - in particolare per quel che riguarda le politiche sociale, ambientale, energetica e fiscale - nonché in materia di revisione dei Trattati;
ribadisce che l'obiettivo ultimo permane la costruzione di un'Unione europea di tipo federale, per il tramite di una Costituzione che verrà elaborata dal Parlamento europeo;
incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alle Conferenze intergovernative sull'Unione politica e sull'Unione economica e monetaria, al Consiglio, alla Commissione e ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.