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Parlamento Europeo - 27 ottobre 1994
Pace nel Golfo

B4-0249, 0264, 0274, 0290, 0292 e 0296/94

Risoluzione sulla situazione nel Golfo

Il Parlamento europeo,

A.ricordando le sue precedenti risoluzioni sulla situazione in Irak e nel Golfo e la mancata osservanza delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite da parte delle autorità irachene,

B.compiacendosi per la ferma posizione diplomatica presa dai governi occidentali, tra cui gli Stati membri, a seguito dei rinnovati segnali di intenzioni aggressive del governo iracheno nei confronti del Kuwait e per il fatto che la risposta degli americani e degli alleati di inviare immediatamente truppe nella regione ha avuto l'effetto di dissuadere gli iracheni e di fare ritirare le divisioni della guardia repubblicana al di là del 32· parallelo,

C.consapevole del fatto che le conseguenze principali delle sanzioni non ricadono sui responsabili della politica irachena ma sulla popolazione oppressa dal regime e sottolineando che il regime di Bagdad è responsabile del mantenimento delle sanzioni economiche decretate dalle Nazioni Unite e conseguentemente della miseria in cui versa la popolazione irachena,

D.sottolineando che la dittatura irachena continua gli attacchi terroristici ai curdi dell'Irak settentrionale, non smette di perseguitare gli arabi delle paludi e di distruggere il loro ambiente e trattiene tuttora come prigionieri 700 kuwaitiani,

E.considerando che la "Commissione speciale incaricata del disarmo iracheno - UNSCOM" sorveglia permanentemente 183 siti militari in Iraq, come disposto dalla risoluzione n. 715 del Consiglio di sicurezza, per la cui applicazione è stato già istituito un sistema di controllo a lungo termine, e che comunque i successi ottenuti nel sottrarre all'Irak le armi di distruzione di massa e i relativi mezzi di produzione sono il risultato del fermo atteggiamento assunto dalle Nazioni Unite e dai suoi agenti;

F.rilevando tuttavia con preoccupazione che non si potrà garantire la pace nella zona del Golfo fintantoché sussiterà in Irak una dittatura che dà prova di disprezzo per gli esseri umani,

G.ritenendo altresì che l'instaurazione della democrazia e del rispetto dei diritti dell'uomo in tutta l'area del Golfo soprattutto in Kuwait contribuirà in modo considerevole alla pace e alla stabilità,

1.condanna fermamente le manovre di intimidazione compiute dalle forze irachene ai confini con il Kuwait, che sembravano presagire una nuova invasione e appoggia le azioni intraprese da taluni Stati membri dell'UE, d'intesa con gli Stati Uniti, per prevenire un'eventuale invasione irachena del Kuwait;

2.chiede con forza al governo iracheno di rispettare tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che lo riguardano nonché di ottemperare agli obblighi che ne derivano e, in particolare, a quello del riconoscimento costituzionale del Kuwait;

3.appoggia il mantenimento pieno delle sanzioni economiche delle Nazioni Unite finché il governo iracheno non avrà riconosciuto le frontiere kuwaitiane e ritiene che soltanto allora possano essere consentiti un certo allentamento delle sanzioni e una loro applicazione più morbida per quanto riguarda i medicinali e la distribuzione dell'aiuto alimentare; ritiene tuttavia che le sanzioni non possano essere totalmente eliminate finché non saranno rispettate tutte le clausole inerenti ai diritti umani contenute nelle risoluzioni del Consiglio di sicurezza;

4.prende atto della decisione irachena di far ispezionare gli impianti della sua industria bellica dalle autorità internazionali;

5.invita il Consiglio ad avviare, in seno alle Nazioni Unite e d'intesa con gli Stati Uniti e altri alleati dell'Unione europea, ulteriori positivi passi al fine di giungere a una composizione definitiva della situazione nell'area del Golfo che garantisca gli Stati limitrofi da eventuali aggressioni, riconosca a curdi, arabi delle paludi e altri cittadini iracheni i diritti fondamentali di cui devono poter godere e assicuri la restituzione dei prigionieri kuwaitiani ed eventualmente di altri paesi trattenuti illegalmente in Irak;

6.ritiene che l'UE e i suoi Stati membri debbano dare il loro appoggio all'instaurazione di sistemi democratici e del rispetto dei diritti dell'uomo in tutta l'area del Golfo;

7.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, ai governi di tutti gli Stati che hanno partecipato alla guerra del Golfo, agli Stati membri del Consiglio di sicurezza, al Segretario generale dell'ONU, al Segretario generale della Lega araba e al governo dell'Irak.

 
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