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Parlamento Europeo - 30 novembre 1994
Adesione dei PECO

A4-0081/94

Risoluzione sulla strategia dell'Unione europea per preparare l'adesione dei paesi dell'Europa centrale e orientale, in vista del Consiglio europeo di Essen (9 e 10 dicembre 1994)

Il Parlamento europeo,

-viste le comunicazioni della Commissione al Consiglio "Verso il superamento degli accordi europei: strategia in vista dell'adesione dei paesi dell'Europa centrale e orientale" (COM(94)0320 - C4-0137/94 e COM(94)0361 -C4-0138/94),

-viste le conclusioni dei Consigli europei di Edimburgo (11 e 12 dicembre 1992), Copenaghen (21 e 22 giugno 1993) e Corfù (24 e 25 giugno 1994),

-visti i risultati delle conferenze paneuropee sui trasporti di Praga (29-31 ottobre 1991) e Creta (14-16 marzo 1994),

-viste le domande di adesione già presentate dalla Polonia e dall'Ungheria,

-visti la relazione interlocutoria della commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa e i pareri della commissione per i bilanci, della commissione per gli affari sociali e l'occupazione nonché della commissione per i diritti della donna (A4-0081/94),

A.considerando la sua risoluzione del 20 gennaio 1993 sulla concezione e sulla strategia dell'Unione europea in vista del suo ampliamento e della creazione di un ordine paneuropeo , nella quale si dichiara favorevole a riforme istituzionali e strutturali che rafforzino la democrazia in seno all'Unione onde facilitarne l'ampliamento,

B. considerando la propria risoluzione del 27 maggio 1993 sugli sviluppi dei rapporti Est-Ovest in Europa e sul loro impatto sulla sicurezza europea , dove l'Unione politica dell'Europa viene indicata esplicitamente come la chiave di volta di una politica di sicurezza su base paritaria e duratura;

C.considerando che i paesi dell'Europa centrale e orientale candidati all'adeisione vogliono un'Unione europea forte, il che esprime fra l'altro il loro desiderio di far parte di un'Unione soggetta a pieno controllo democratico e il loro scarso interesse per un'Unione afflitta da debole struttura decisionale;

D.considerando che il Consiglio europeo di Copenaghen ha aperto ai paesi associati dell'Europa centrale e orientale (ossia legati all'Unione mediante un accordo europeo) la strada per una successiva adesione all'Unione, non appena saranno in grado di soddisfarne i requisiti di carattere sia politico che economico,

E.considerando che a Corfù il Consiglio europeo ha confermato tale orientamento e ha invitato la Commissione a proporgli una strategia in vista di preparare questi paesi alla prospettiva dell'adesione,

F.considerando la necessità di rispettare un equilibrio tra lo sforzo che l'Unione europea sta compiendo con i paesi dell'Europa centrale e orientale e il suo impegno con i paesi del Bacino mediterraneo,

G.considerando che a Corfù il Consiglio europeo ha preso atto che la prossima fase di ampliamento dell'Unione ingloberà Cipro e Malta, ricordando le proprie risoluzioni relative a questo tema e considerando che in ragione di ciò ai paesi in questione dev'essere data la possibilità di far opportunamente conoscere la loro posizione in occasione della riunione del Consiglio a Essen,

H.considerando che questo stesso Consiglio europeo ha invitato il Consiglio dell'Unione a proseguire il suo esame di un progetto di mandato in vista della conclusione di un accordo europeo con la Slovenia,

I.considerando il ruolo che il programma PHARE dovrà svolgere nel processo di transizione verso l'economia di mercato dei paesi dell'Europa centrale e orientale;

J.ricordando la sua risoluzione del 21 luglio 1994 sulle conclusioni del Consiglio europeo di Corfù con cui prevede l'estensione del programma PHARE alla Bosnia-Erzegovina e alla Croazia, auspicandone anche l'estensione all'ex repubblica jugoslava di Macedonia, allorché e qualora vi siano le condizioni minime richieste, in relazione alla specifica situazione di ciascuna repubblica,

K.richiamandosi alla propria risoluzione dell'11 marzo 1994 su ulteriori iniziative verso una politica paneuropea dei trasporti - Misure connesse con la Prima Conferenza paneuropea sui trasporti (Praga 29-31 ottobre 1991) con cui aveva posto le basi per l'organizzazione della Seconda Conferenza paneuropea sui trasporti di Creta (14-16 marzo 1994) e nella quale aveva esplicitamente rivendicato il diritto a cooperare all'impostazione dei rapporti esterni dell'Unione europea,

L.considerando che gli accordi di liberalizzazione degli scambi appena conclusi con gli Stati baltici sono la prima tappa verso la loro futura adesione all'Unione europea in quanto sfoceranno in accordi europei concepiti come tappa intermedia verso la loro adesione all'Unione,

M.considerando inoltre che gli Stati d'Europa centrale e orientale partecipano ormai alle strutture di cooperazione intergovernativa esistenti come la CSCE, il Consiglio d'Europa, il Consiglio di cooperazione del Nord Atlantico, il partenariato per la pace, che consentono di evitare la creazione di una nuova cortina in Europa, - e che la Russia in particolare è membro a un titolo o a un altro di questi diversi fori - nonché alla struttura di dialogo del Patto di stabilità,

N.auspicando che il processo che dovrà portare a un patto di stabilità mediante un'azione comune dell'Unione europea attualmente in piena fase di sviluppo contribuisca, attraverso la diplomazia preventiva, a instaurare un ordine di pace e di stabilità nella regione;

O.considerati gli stretti e positivi legami che gli attuali paesi candidati (Austria, Finlandia, Svezia e Norvegia) intrattengono con i paesi dell'Europa centrale e orientale;

P.considerando anche che i paesi dell'Europa centrale e orientale possiedono, dalla dichiarazione del Kirchberg del 9 maggio 1994, lo statuto di "partner associato" in seno alla UEO,

Q.insistendo sul fatto che, in qualsiasi valutazione dell'ulteriore ampliamento dell'Unione europea, è necessario considerare come parte dell'Europa centrale e orientale gli Stati Baltici dell'Estonia, della Lettonia e della Lituania, i quali dal punto di vista storico, culturale e geografico presentano legami particolarmente stretti con alcuni Stati membri e con i paesi nordici che entreranno nell'Unione europea il 1· gennaio 1995,

Sull'ampliamento stesso

1.rammenta che la speranza e la prospettiva dell'unione di tutti i popoli d'Europa in un ordine libero e democratico e sotto un tetto europeo comune hanno rappresentato un fattore di impulso sia per la fondazione della Comunità europea che per le trasformazioni democratiche nell'Europa centrale e orientale;

2.plaude pertanto alla proposta della Commissione di discutere, in una riunione congiunta con i paesi associati da tenersi in occasione del Consiglio europeo di Essen, degli ulteriori passi costruttivi verso l'integrazione nell'UE;

3.sottolinea che qualsiasi ampliamento dell'Unione europea ai paesi dell'Europa centrale e orientale richiede la soluzione dei problemi istituzionali connessi alla Conferenza intergovernativa del 1996, soluzione che deve essere accompagnata da misure concrete come una profonda riforma delle procedure e degli strumenti dell'Unione allo scopo di garantire modi democratici per la formazione della volontà e della presa di decisioni, e ciò sia a livello di procedure decisionali, che di politiche comuni e di finanziamento del bilancio comunitario, in modo che un'Unione più ampia rimanga in grado di funzionare;

4.ritiene in particolare che l'Unione europea debba non soltanto essere strutturata in modo più democratico, ma anche raccogliere una più vasta base di consenso fra i cittadini, se si vuole rendere il processo decisionale più efficace e più conforme agli standard politici condivisi dagli Stati membri e dagli Stati candidati all'adesione;

5.chiede di poter svolgere un ruolo paritario nella preparazione dell'adesione degli Stati candidati; ritiene necessario intensificare i lavori delle commissioni parlamentari miste e considera quanto mai auspicabile che le commissioni parlamentari possano consultarsi con le delegazioni degli Stati candidati sui temi di competenza delle commissioni miste, al fine di dare un'adeguata base democratica alle adesioni;

6.approva su tali basi il principio dell'ampliamento dell'Unione europea ai paesi dell'Europa centrale e orientale, fermo restando che esaminerà ogni candidatura per il suo merito, come è avvenuto per i precedenti ampliamenti, e che le adesioni saranno soggette alle decisioni istituzionali eventualmente adottate nel 1996 relativamente alla struttura dell'Unione;

7.prende atto della strategia proposta dalla Commissione per preparare l'adesione di questi paesi all'Unione europea riconoscendone i numerosi aspetti positivi ma anche le numerose lacune;

8.rileva in particolare la necessità di adattare le politiche dell'Unione in diversi settori per rendere possibile l'ampliamento sul piano sia politico che economico e invita la Commissione a rendergli nota la sua posizione in materia;

9.è del parere che l'unificazione politica dell'Europa conseguita mediante l'adesione di nuove democrazie e la necessaria riforma dell'Unione debbano avere priorità sull'unione economica ottenuta attraverso il perfezionamento del Mercato unico e auspica che i criteri posti dalla Commissione e dal Consiglio per l'adesione dei paesi dell'Europa centrale e orientale siano definiti in modo conforme;

10.dichiara che tutti gli Stati dell'Europa centrale - compresi gli Stati baltici - che condividono i valori e le norme fondamentali dell'Unione europea hanno vocazione a divenirne membri, sempreché soddisfino i requisiti dell'adesione, con particolare riguardo all'edificazione di strutture tipiche della democrazia e dello stato di diritto, alla convivenza civile, alle garanzie per i diritti dell'uomo e i diritti delle minoranze e alla risoluzione dei reciproci problemi in tale ambito;

11.dichiara che, per venire incontro agli Stati associati nell'adempimento dei loro obblighi, l'UE dovrebbe considerare la possibilità di un processo di ampliamento differenziato; che occorre risolvere le controversie bilaterali per via negoziale ed evitare che esse pongano ostacoli a una rapida adesione da parte di singoli Stati;

12.ritiene inoltre che l'Unione europea debba, quale condizione preliminare di un ampliamento verso l'Europa centrale e orientale, formulare una chiara visione del nuovo ordine europeo democratico e pacifico che desidera veder instaurato;

13.ritiene che tutti gli Stati dell'Europa centrale e orientale candidati all'adesione, nonché gli Stati dell'Europa balcanica, debbano preliminarmente diventare membri del Consiglio d'Europa, la cui vocazione è quella di vigilare sul rispetto dei valori e delle norme democratiche,

14.afferma che la sempre crescente partecipazione degli Stati d'Europa centrale e orientale alle strutture di cooperazione intergovernativa citate in precedenza presuppone che l'ampliamento dell'Unione europea verso est sia accompagnato da un'intensificazione della cooperazione con gli Stati della CSI;

15.ritiene che l'ampliamento dell'Unione europea all'Europa centrale e orientale abbia lo scopo di rafforzare la solidarietà tra paesi che condividono la stessa storia e cultura e che debba quindi contribuire a instaurare un ordine di giustizia sul continente europeo, a condizione che gli Stati in questione dimostrino il fermo desiderio di appartenere a una comunità democratica, di far propri i principi democratici europei, di partecipare a un ordine internazionale fondato sulla giustizia e la sicurezza, di promuovere il proprio sviluppo economico e di innalzare il tenore di vita delle loro popolazioni;

16.ribadisce la propria richiesta, avanzata nel quadro dell'attuale processo di ampliamento, di basare i negoziati di adesione sull'acquis comunitario, escludendo clausole di opt-out;

Sul metodo

17.approva lo sviluppo di "relazioni strutturate" tra l'Unione europea e i paesi dell'Europa centrale e orientale, in occasione di sessioni del Consiglio europeo o del Consiglio dell'Unione europea;

18.segnala l'importanza che si dia congrua rilevanza, nell'ambito delle "relazioni strutturate", alla trattazione degli aspetti politici fondamentali della PESC;

19.sottolinea in particolare la necessità di un dialogo multilaterale tra l'Unione e questi paesi - nel cui ambito vanno compresi l'instaurazione e il rafforzamento delle relazioni interparlamentari - in modo da creare abitudini di cooperazione prima dell'eventuale adesione di tali paesi all'Unione;

20.ritiene che tale dialogo debba basarsi sulle disposizioni contenute nei già esistenti accordi europei tra l'Unione e tali paesi;

21.plaude alle proposte che mirano a una più stretta integrazione reciproca tra gli Stati candidati, come passo fondamentale sulla via dell'adesione all'Unione europea;

22.sottolinea tuttavia che il dialogo multilaterale e le "relazioni strutturate" non devono minare l'autonomia del processo decisionale in seno all'UE e, in particolare, i poteri del Parlamento europeo;

23.è persuaso che, per sviluppare forme più dinamiche di cooperazione economica e accelerare in tal modo il processo di convergenza delle economie, l'Unione europea debba procedere sulla base degli accordi europei;

24.è persuaso che la Commissione debba predisporre per i paesi dell'Europa centrale e orientale una strategia che permetta loro di partecipare pienamente a una moneta unica;

25.invita altresì la Commissione a stilare un rapporto sulle implicazioni di bilancio, politiche e economiche dell'adesione dei paesi dell'Europa centrale e orientale per l'Unione europea, riservando particolare attenzione alle ripercussioni sul funzionamento della politica agricola comune e della politica regionale dell'UE;

26.ritiene indispensabile che si stabilisca quanto prima un "dialogo strutturato" tra l'Unione e i paesi dell'Europa centrale e orientale, onde trovare le soluzioni adeguate ai difficili problemi posti dall'integrazione dei paesi dell'Europa centrale e orientale nelle politiche dell'Unione europea, soprattutto nel settore agricolo;

27.si compiace dell'iniziativa di elaborare un Libro bianco sul ravvicinamento delle legislazioni che consenta ai paesi dell'Europa centrale e orientale di integrarsi nel mercato interno secondo un calendario e priorità adeguate alla situazione di ciascuno di tali paesi;

28.sottolinea l'importanza della politica dei trasporti per il progresso comune dei popoli e rivendica il diritto a partecipare allo sviluppo della cooperazione fra l'Unione europea e i paesi dell'Europa centrale e orientale, come ha già fatto per l'organizzazione e la realizzazione della Conferenza paneuropea sui trasporti, anche se occorrerà stare particolarmente attenti a che l'inserimento di questi paesi in una più intensa rete di trasporti passeggeri e merci non comporti danni ambientali irreparabili, motivo per cui è necessario prestare la massima attenzione alla messa a punto di una politica dei trasporti ecologica;

Su taluni aspetti politici dell'ampliamento

29.incoraggia tutte le forme di cooperazione, sia tra l'Unione e i paesi dell'Europa centrale e orientale sia fra questi stessi paesi, nei settori della cooperazione interregionale, del potenziamento microinfrastrutturale, della legalità e dei diritti delle minoranze, della giustizia e degli affari interni, del ravvicinamento delle legislazioni, dell'ambiente, della politica sociale, della sicurezza nucleare, della riconversione delle industrie militari, della cooperazione scientifica, tecnica e culturale, della cooperazione in materia di formazione e istruzione universitaria, delle piccole e medie imprese, nonché della convergenza verso l'alto delle politiche sociali ed economiche e del livello di protezione sociale, il che deve comportare una particolare attenzione alle strutture a livello sociale ed economico esistenti nelle regioni dei paesi candidati all'adesione;

30.invita la Commissione a esercitare attivamente in tali settori il proprio diritto di iniziativa;

31.sottolinea la necessità di informare le donne in Europa centrale e orientale sulla situazione della donna negli Stati dell'Unione nonché sulle disposizioni legislative europee in materia di parità di diritti e sui programmi di sostegno dell'UE che le riguardano;

32.sollecita gli Stati membri a prevedere nei programmi comunitari azioni mirate di sostegno atte a promuovere e a mantenere i posti di lavoro femminili nell'Europa centrale e orientale, soprattutto mediante il rispetto di un'adeguata quota destinata alla donna all'interno dei programmi comunitari (PHARE, TEMPUS);

33.chiede che a Essen il Consiglio europeo prenda le necessarie decisioni in materia di comunicazione e di informazione nei confronti dei cittadini sia dei futuri paesi candidati all'adesione che degli Stati membri, in modo da renderli consapevoli della loro responsabilità politica verso l'Europa e farli partecipare al processo decisionale dei rispettivi paesi in materia di ampliamento dell'Unione;

34.sottolinea che, in occasione delle trattative di adesione, non dovranno più essere concesse clausole derogatorie, come avvenuto per la partecipazione all'UEM e alla politica sociale dell'Unione;

35.sollecita il Consiglio a esaminare, tanto per la Croazia quanto soprattutto per la Bosnia-Erzegovina, quali elementi del programma PHARE potrebbero essere destinati alla ricostruzione di tali repubbliche e ad adottare immediatamente conseguenti e opportune misure;

36.reputa indispensabile che l'ampliamento dell'Unione verso est sia corredato da una potenziata politica di cooperazione con gli Stati europei dell'ex Unione Sovietica;

37.considera essenziale accompagnare la strategia di ampliamento dell'Unione verso l'est con una nuova strategia verso i paesi del bacino del Mediterraneo, anche tenuto conto delle nuove possibilità aperte dal processo di pace in Medio Oriente e dall'attuale situazione nel Maghreb;

38.plaude all'iniziativa della Commissione per una nuova politica mediterranea; invita il Consiglio a rafforzare le sue azioni e le sue relazioni, orientate dal punto di vista politico e finanziate in termini di bilancio, con i paesi del bacino mediterraneo non membri dell'Unione e a prevedere in particolare un'azione comune volta a istituire un foro di dialogo e di cooperazione istituzionalizzata nel Mediterraneo;

39.invita il Consiglio a stanziare le risorse necessarie per la prevista politica a favore del bacino del Mediterraneo;

40.sottolinea che i paesi dell'Europa centrale e orientale provano il bisogno di consolidare le loro riforme politiche ed economiche attuate nel periodo 1989-1990; che aspirano inoltre, per tale ragione, ad aderire all'Unione europea e a integrarsi nelle strutture di sicurezza occidentali;

41.ritiene che la partecipazione di questi paesi alla "partnership per la pace", il loro regime di "partner associato" in seno all'Unione dell'Europa occidentale, così come la loro prospettiva di adesione all'Unione europea e la loro piena adesione alla CSCE, potrebbero contribuire a instaurare un ordine permanente di sicurezza e di stabilità nella regione basato sulla legalità internazionale e il rispetto dei diritti dell'uomo;

42.afferma che "il partenariato per la pace" non è la risposta che questi paesi attendevano per soddisfare il loro bisogno di sicurezza;

43.ritiene altresì che l'adesione di tali paesi alla NATO, che costituisce il presupposto per l'adesione all'Unione europea, non sia opportuna solo per i paesi in questione ma costituisca anche un fattore di sicurezza per l'Europa intera;

44.ritiene che l'Unione debba sostenere gli sforzi di pace e sicurezza dei paesi dell'Europa centrale e orientale, in particolare quelli finalizzati al rafforzamento della democrazia e della legalità, e che il sostegno a tutte le forze democratiche presenti negli Stati dell'Europa centrale e orientale debba essere al centro dei progetti operanti nel quadro di PHARE;

45.ritiene che l'Unione debba continuare a incoraggiare la cooperazione di tutti i paesi dell'Europa centrale e orientale nel settore economico, politico e culturale e sviluppare la cooperazione transfrontaliera tra questi paesi e quelli dell'Unione; reputa in particolare che la cooperazione transfrontaliera nell'Europa balcanica possa contribuire in modo decisivo a stabilizzare la regione nel lungo periodo, a condizione che tutte le parti rispettino i valori fondamentali della democrazia, il diritto internazionale, compresa l'inviolabilità delle frontiere, e tutti i requisiti fondamentali per giungere alla coesistenza pacifica e al buon vicinato;

46.invita il Consiglio europeo di Essen a considerare la questione fondamentale dell'identità europea in materia di salvaguardia della pace e di difesa e a integrare in tale riflessione la dimensione di un'Unione europea ampliata a oriente rispetto alle sue attuali frontiere e a Malta e Cipro, paesi mediterranei candidati all'adesione;

47.invita il Consiglio europeo a comunicare quali tempi abbia previsto per le varie fasi dell'adesione;

48.sollecita, nel frattempo, lo sfruttamento di tutte le opportunità offerte dagli attuali accordi di associazione e accordi europei;

Sugli aspetti finanziari dell'ampliamento

49.sottolinea che un ampliamento dell'Unione europea sulla base delle attuali prospettive finanziare e dell'Accordo interistituzionale dell'ottobre 1993 non può comportare oneri finanziari supplementari, dato che risulta già esaurito il quadro finanziario convenuto;

50.ritiene che, in caso di trasformazione dell'accordo di associazione in accordo di adesione o di preadesione, le ripercussioni finanziarie debbano essere controllate conformemente all'Accordo interistituzionale;

51.conferma di conseguenza che un ampliamento proficuo - a prescindere da altre considerazioni finanziarie - può avvenire solo dopo una rimodellazione profonda e un incremento delle risorse proprie dell'Unione;

52.riconosce che il sostegno al processo di riforma e di ricostruzione nei paesi dell'Europa orientale e centrale riveste un interesse particolare per l'Unione europea e che di conseguenza la promozione finanziaria di tali processi, congiuntamente ad altri strumenti finanziari nell'ambito del G 24, costituisce un elemento basilare della politica di bilancio; chiede che una quota adeguata delle risorse supplementari, che sono attribuite alla categoria IV nell'ambito della revisione delle Prospettive finanziarie ai sensi dell'articolo 24 dell'Accordo interistituzionale, sia utilizzata per i programmi PHARE e TACIS;

53.sottolinea che la dotazione finanziaria per il processo di riforma nell'Europa centrale e orientale costituisce già ora un elemento centrale, con una quota di quasi il 25% della categoria IV (relazioni estere), benché non vi sia ancora compreso l'aiuto agli Stati dell'ex URSS;

54.ricorda che per l'Unione europea, nel quadro delle relazioni estere, esistono e sono stati formulati ulteriori e nuovi elementi di interesse, per esempio quelli concernenti il Mediterraneo (MEDA), ai quali vanno destinati adeguati mezzi finanziari; un potenziamento della dotazione finanziaria per PHARE fino al 1999 che superi la quota attuale avverrebbe quindi a danno delle attuali quote finanziarie di altri programmi come TACIS e MEDA;

55.mette in risalto l'impegno politico assunto dal Parlamento di trasformare l'aiuto ai paesi dell'Europa centrale e orientale nell'elemento centrale della politica estera dell'Unione; sottolinea però fermamente che ogni pianificazione finanziaria a medio termine della Commissione può avere nel migliore dei casi un carattere indicativo, tanto più se prevede incrementi che esulano dagli importi attuali;

56.accoglie con favore la vasta gamma di settori e opzioni di impiego nell'attuazione di PHARE; esprime tuttavia dubbi in merito all'efficacia di una gamma quasi illimitata di possibilità di azione, che rischia di comportare più uno sperpero che un efficace impiego delle risorse, peraltro limitate;

57.raccomanda pertanto, dato il numero quantitativamente imponente di possibilità di azione, una concentrazione delle risorse nei settori degli aiuti alle infrastrutture, e a questo proposito in particolare nel settore della protezione dell'ambiente, della politica energetica, compresi la sicurezza nucleare e dell'ottenimento, trasformazione e sfruttamento ecologici dell'energia, nel settore della promozione dell'economia sociale di mercato, fra l'altro con misure di formazione e riqualificazione, nonché nel settore dei gemellaggi tra comuni ed enti regionali, tenendo presente che l'ordine e l'individuazione dei singoli punti chiave debbono orientarsi di volta in volta sull'obiettivo principale della costruzione e della stabilizzazione della democrazia;

58.accoglie con favore e appoggia la proposta di non limitare più al 15% la promozione degli investimenti e propone al riguardo di portare tale percentuale al 30% come minimo, onde ampliare le possibilità per partecipazioni a progetti multilaterali di finanziamento;

59.propone di prevedere la possibilità di un finanziamento comune di progetti transnazionali dei paesi PHARE tramite le risorse PHARE assegnate a detti paesi, nonché una cooperazione con TACIS; sottolinea che, in particolare nel settore delle infrastrutture di trasporto e dell'ambiente, misure efficaci possono essere attuate spesso solo a livello transnazionale;

60.accoglie con favore le vaste disposizioni in materia di controllo, accompagnamento, valutazione e informazione; chiede tuttavia interventi più efficaci in caso di lacune gravi; invita pertanto la Commissione a elaborare criteri riesaminabili e verificabili per il processo di democratizzazione in Europa orientale e centrale, tali da poter essere utilizzati da tutti i partecipanti come parametro nel corso dell'impiego delle risorse;

61.sollecita la Commissione a considerare con la massima attenzione i risultati dei controlli da parte della Corte dei conti e a trarne immediatamente le relative conseguenze, nonché a intensificare la cooperazione in materia con la Corte dei conti;

62.invita la Commissione a presentare per la metà del 1995 un'analisi dei costi dettagliata per singoli paesi nella prospettiva di un'eventuale adesione dei paesi dell'Europa centrale e orientale;

63.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai parlamenti degli Stati membri nonché ai paesi dell'Europa centrale e orientale, ai paesi baltici e ai parlamenti di Malta e Cipro.

 
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