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- 6 giugno 1997
Lettera a Giorgio Pagano

Caro Giorgio,

per cominciare, ti direi che non riesco a capire la familiarità da te usata nel nominarmi nella tua ultima lettera, né mi piace.

Poi ti vorrei ringraziare per avere risposto in questa conferenza (come vedi non mi lamento perché tu non me l'hai recapitata). Credo in effetti che l'uso di questa conferenza sia ormai diventato indispensabile. E spero che questo ti risulterà ancora più chiaro alla lettura di questa lettera.

Per quanto riguarda le premesse fatte nella mia precedente lettera, devo confessare che ho l'impressione di non essere stato in grado di farmi capire. E ti confesso che non so più bene che cosa farci.

Sui punti da te sviluppati, mi duole sottolineare alcune (grosse) falsità.

1. Giornale del Partito.

Massimo ti ha già risposto e NON ci sono state "ritrattazioni"...

2. "prestito del Partito all'ERA per concludere il progetto UE"

"Ancora cambi parole e senso rispetto agli accordi presi."

Per un attimo mi è venuto il dubbio che ero completamente rincoglionito. Sono quindi andato a trovare Danilo e gli ho dato copia della tua lettera. Mi spiace doverti dire che anche lui si ricordava molto bene che i termini della questione erano quelli da me scritti, ovvero un prestito del Partito all'Era di 30 milioni, di cui una parte poteva essere "coperta" dall'acquisto da parte del partito di un certo numero di copie da distribuire al PE.

3. New York

Ribadisco quanto già detto ovvero che:

1. ho preso io la decisione di fare partire questa lettera. Quindi non capisco perché devi tirare in ballo Marino in questa storia;

2. dopo l'incontro avuto con te e Danilo, ti ho detto che se ce ne fossero ancora le condizioni tecniche, la lettera sarebbe partita a doppia firma Perduca/Pagano in quanto partito. A verifica fatta, questo si è rivelato non più possibile. E cosi ti è stato comunicato.

3. Quanto al tuo stupore rispetto al Transnational Fax N·10 ... consentimi di dirti che mi pare proprio grottesco. Un mezzo Transnational Fax parla dell'Esperanto e tu provi stupore perché si sia parlato dell'ERA come di un'associazione federata al Pr.

Un caro saluto,

Olivier

 
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