Il cinema hollywoodiano, prodigiosamente imitato da quello europeo, ci ha regalato delle scene di sbornie memorabili.
Ci ha anche mostrato più di una volta, in chiave comica, il personaggio del bevitore inveterato che si affanna a rovesciare dei fondi di bottiglie vuote per ricavarne l'ultima "dose" prima di accasciarsi pesantemente e provocare quindi, nel pubblico, l'ilarità; e tra questo, si trovava sempre qualche semplice di mente per ripetere questa virile azione, sicuro di essere John Wayne.
Per l'eroina, questo "travasamento" è impossibile da realizzare - non perché la morale o l'etica lo vieti, anzi, si sono viste al cinema delle immagini sublimate da famosissimi registi internazionali che mostrano, sensa falsi pudori, l'ago che penetra nella carne dei nuovi eroi dell'era "post-perestroika" o "post-sentenza-tutti-innocenti", come si sono viste delle immagini riprese dai nostri ineffabili Speciali TG, 1, 2, 3 e A2, in tutta la ovvia e evidente banalità della sottocultura che permea la nostra civiltà, magari con zoommate abilmente studiate per fare vedere l'essenziale e cioè la penetrazione dell'ago nella carne, magari con tanti lividi di "buchi" precedenti, ma anche con tanto di appannamento per nascondere e rendere misteriosi e quindi appetibili, i piaceri dell'inferno - ma impossibile dunque, perché sarebbe troppo difficile recuperare i "fondi di siringhe".
Quindi non si può "travasare" quel che, maledettamente, rimane di una dose di eroina. Allora è nato il "trip" in comune: "mettiamo assieme, nella stessa siringa, le nostri dosi, cosicché le ultime gocce della preziosa sostanza riunite possano essere recuperate.
E poi, c'è il rito, la complicità con gli altri, magari con i più grandi. Vi ricordate delle "Lucky Strike" senza filtro di Humphrey Bogart fumate nei gabinetti della scuola?
Ma se si vuole fare un film francamente comico, allora bisogna buttarci dentro degli ingredienti tipo: "mi sono procurato 300.000 lire per una dose, ma siccome mi mancano 500 Lire, uso la siringa che qualche altro fuori-legge come me ha lasciato piantata nella corteccia dell'albero"; oppure "ho le 500 Lire ma il farmacista -che peraltro vende senza ricetta medica qualsiasi psicofarmaco o neurolettico - non vuole vendermela perché è vietato".
Ed ecco il magnifico spot ideato da qualche rimbambito ministro della Santità - scusate il lapsus - della Sanità, che ci mette in guardia: evitare i gabinetti, le segretarie, le mogli e via sproloquiando. Ma come è affascinante questo bianco e nero e come è affascinante quel cerchio rosso del peccato! L'AIDS minaccia ma è seducente, come lo era la tubercolosi di Greta Garbo nella "Dame aux Camélias", oppure con la più raffinata metafora del nenufaro che cresce nel petto della ragazza dell'"Ecume des Jours" di Boris Vian. Come è seducente questa nuova arma biologica, sfuggita chissà, forse dalle provette di quella sporca dozzina di "Doctors Strangelove" riunita su un atollo del Pacifico.
Ma questo è un altro copione, scritto... dal Diavolo probabilmente!