piccola riflessione per stimolare l'iscrizione.Il Cora è un'associazione del partito radicale, quindi un gruppo di iscritti ad un partito non nazionale, che fa politica su argomenti che coinvolgono gli Stati e i cittadini al di là dei loro confini.
Nel congresso bisognerebbe prendere atto che il Cora in Italia ha vinto una sua battaglia, riuscendo acoinvolgere in pieno un movimento politico che si occupa di politica nazionale (anche se era facile farlo ...), e che quindi bisogna andare lì dove il dato costituente e aggregativo ci chiede e ci dice di essere: nella politica transnazionale.
Tra l'altro i tentativi del passato, come quello della Lia, mi paiono ampiamente naufragati e latitanti. Quindi non c'è nenache il pericolo di sovrapposizioni, anzi c'è il pericolo, oggi già in atto, dell'assenza di un punto di riferimento organizzativo per la politica antiproibizionista. A questo pericolo si può ovviare facendo svolgere al Cora la sia naturale funzione: associazione di iscritti al partito radicale.
E questo non vuol dire "addio Italia", come un po' di tempo fa il pr ha fatto con, secondo me, un po' di errori. Ma vuol dire "a partire dall'Italia".
E mi pèare che in tal senso ci sia già qualcosa in movimento, come il Cora Belgique.
Comunque, questo vuol essere solo l'inizio di una discussione, che può essere più pregnante se il Cora arriva al congresso con una patrimonio non solo di lotte e d'iniziativa, ma anche di iscritti che chiedono a viva e forte voce il rilancio dell'iniziativa nel suo terreno più proprio.