Ma i consumatori contestano il metodo di calcolo
I sindacati minacciano di far saltare l'accordo sui salari.
Il governo dà ragione a Telecom: la verifica sulla manovra finanziaria, dice il ministro delle Finanze (e, ad interim, del Bilancio) Augusto Fantozzi, ha confermato i dati presentati a suo tempo dal gestore pubblico. Tuttavia, aggiunge, la decisione sullo scongelamento delle nuove tariffe sarà presa dal presidente del Consiglio Lamberto Dini nei prossimi giorni, dopo un incontro con Cgil, Cisl e Uil. Fantozzi, che ieri ha incontrato il segretario della Cisl Sergio D'Antoni, conferma che i sindacati insistono per un congelamento tariffario totale per tutto il 1996: »Ne discuteranno con Dini, ed una soluzione si troverà , conclude. I segretari confederali vedranno domani anche Ernesto Pascale, amministratore delegato della Stet.
Ma un accordo in materia appare difficile da raggiungere. I sindacati confederali non appaiono disponibili a compromessi, ed anzi lanciano una sorta di ultimatum: o si bloccano tutti gli inasprimenti tariffari, oppure salta l'accordo del luglio '93 sul costo del lavoro. »E' chiaro che i meccanismi di quell'intesa sono entrati in sofferenza - commenta il segretario confederale della Cgil Alfiero Grandi - visto che l'inflazione media '96 è risultata del 5,4% a fronte di aumenti retributivi pari al 2,5% . Ed Adriano Musi della Uil si dice »esterrefatto della "soddisfazione" con cui il governo ha annunciato che l'aumento medio delle tariffe nel '95 è stato del 4,3%, cioè superiore all'inflazione programmata. Si rendono conto - si chiede - che continuare così significa la fine dell'accordo di luglio ? E se il governo ha intenzione di mettere in frigorifero il patto sociale, continua Grandi, si scordi di poter varare una manovra economica in pace: gli scioperi saranno duri. Una prospettiva che preoccupa la Confind
ustria. »Gli scioperi non hanno mai fatto bene all'inflazione - dice il direttore generale Innocenzo Cipolletta - e nel '96 il carovita, se non emergeranno tensioni, potrebbe scendere sotto il 4% .
Non soltanto il sindacato critica il governo sulla questione tariffaria. Le associazioni dei consumatori appaiono letteralmente furiose, contestano vivacemente i dati forniti dal governo durante la conferenza stampa di venerdì scorso. Queste le precisazioni dei consumatori: TELEFONO, il costo dello scatto non è aumentato, ma è diminuito il tempo di conversazione che si paga con uno scatto; inoltre, il gettone è rimasto fermo a 200 lire, ma non esistono più telefoni a gettone; ELETTRICITA', il costo del kilowattora è rimasto immutato, ma per la famiglia media il nuovo sistema tariffario ha significato aumenti del 45%; ACQUA, la rilevazione si fa su un consumo annuo di 109 metri cubi, perché i primi 90 metri cubi costano pochissimo; però la famiglia media consuma 200 metri cubi, e li paga cari; TRASPORTI URBANI, l'abolizione della tessera per una sola linea o il biglietto a tempo non muovono l'inflazione, ma il rincaro per gli utenti è notevolissimo; AUTOSTRADE, l'aumento dei pedaggi è irrisorio, ma è la media
fra rincari elevati nelle tratte più trafficate e più bassi nelle autostrade deserte. Non vengono poi considerati dal governo altri inasprimenti (dalla nettezza urbana alla carta bollata) che incidono pesantemente sui portafogli familiari.
Sulla necessità di riequilibrare le tariffe telefoniche, nel momento in cui si aprono i mercati, interviene il commissario europeo Emma Bonino. »Mai come oggi - scrive la Bonino in una lettera-appello a governo e Parlamento - è necessario che il cittadino capisca il senso dell'apertura dei mercati, e che gli interventi sulle tariffe, prima conseguenza della liberalizzazione, avvengano in maniera trasparente e oggettiva . A questo fine, la Bonino chiede che gli aumenti vengano varati da una authority indipendente, previa consultazione con le organizzazioni degli utenti. Il riequilibrio tariffario, conclude, deve tener conto delle esigenze delle fasce sociali più deboli.