Roma, 13 ottobre 1995
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova tesoriere del Movimento dei Club Pannella Riformatori:
"Il collocamento di una quota tra il 10 e il 15 per cento del capitale Eni sul mercato entro dicembre ha tutta l'aria di essere una foglia di fico per coprire l'incapacità del governo a varare una finanziaria adeguata e rigorosa: le dismissioni non possono e non devono essere utilizzate per "fare cassa".
Di più, con grande enfasi un decreto del presidente Dini ha stabilito che per l'Eni lo Stato si avvarrà della "golden share". Ciò significa che governo (e partiti) decideranno quali investitori potranno acquisire quote rilevanti di capitale nella società, e quali no, e ad aggravare la cosa vi è il fatto che l'eventuale gradimento verrà espresso solo successivamente all'acquisizione delle quote. Chi, se non i soliti e noti amici, in queste condizioni rischierà? Quel che però ancor di più dovrebbe indignare i tatnti pseudo e neo liberisti italiani è la possibilità che per il Tesoro avrà di continuare a nominare un quarto dei membri del consiglio di amministrazione, anche quando la società sarà interamente privatizzata.
Proprio per impedire che queste scelte trasformiste e antimercato vanifichino la straordinaria occasione di crescita e ammodernamento dell'economia italiana costituita dalle privatizzazioni, il Movimento dei Club Pannella Riformatori sta in questi giorni raccogliendo le firme per l'abrogazione dell'articolo 2 della legge 474/94 che ha istituito la golden share all'italiana."