A sorpresa il Nobel per l'economia, in un'intervista al "Mondo", si dice d'accordo con la riforma: giusto imitare il modello americano.
"ABOLIRE LA RITENUTA? HA RAGIONE FINI"
Modigliani promuove l'idea di An: si risparmierebbe un sacco di lavoro burocratico
art. di Dino Vaiano
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L'economista: bisogna prevedere sanzioni e la possibilità di scegliere tra trattenuta o versamento personale. Fantozzi contrario: "Un autogol che istigherebbe all'evasione"
ROMA - Era una provocazione, si è affrettato a precisare il Polo. Ma, a sorpresa, la proposta di Gianfranco Fini di abolire la ritenuta "automatica" Irpef per i lavoratori dipendenti e i pensionati viene promossa a pieni voti dal premio Nobel Franco Modigliani: "E' un'ottima idea", afferma l'economista in un'intervista che sarà pubblicata sul prossimo numero del settimanale "Il Mondo".
"Potrà sembrare sorprendente, ma ritengo che sia una proposta giusta. Del resto - sottolinea Modigliani - è proprio quello che si fa negli Stati Uniti. Soltanto che bisogna farlo seriamente come in America. Il che vuol dire prevedere l'obbligo per il datore di lavoro comunicare al Fisco esattamente quello che il lavoratore ha percepito. Inoltre il lavoratore dovrebbe dichiarare ogni sei mesi il reddito previsto nel semestre successivo a pagare un anticipo su quello. Altrimenti l'abolizione della trattenuta si tradurrebbe in un rinvio secco di un anno nel pagamento delle imposte. Il che non è giusto. Con il metodo americano è possibile ovviare a questo inconveniente".
Quando il leader di An ha proposto di abolire la ritenuta alla fonte di è scatenato un putiferio. L'Ulivo ha attaccato duramente la "demagogia" della destra, sostenendo che c'era il pericolo di aumentare l'evasione. Brucia quindi alla sinistra la sortita di un personaggio come Modigliani che due anni fa, a più riprese - si ricorderanno le sue apparizioni nelle trasmissioni di Michele Santoro - aveva criticato aspramente le scelte economiche della destra e del governo Berlusconi. "Io non vedo rischi", rimarca oggi Modigliani. A fine anno, spiega, si farebbe un consuntivo e se il contribuente non ha pagato abbastanza rispetto alle previsioni, si fa versare la differenza alla fine. I vantaggi? "Si risparmierebbe un sacco di lavoro burocratico inutile per operare alla fonte le trattenute dei lavoratori dipendenti e dei pensionati". Naturalmente, sottolinea il professore, il contribuente dovrebbe essere messo nelle condizioni di non poter frodare il Fisco. Bisognerebbe cioè prevedere, come in America, l'obbligo d
i dichiarazione totale con una forte multa per il datore di lavoro se non riporta tutto il reddito del lavoratore e l'obbligo del dipendente di pagare un anticipo basato sulla stima del reddito futuro.
"Non escluderei infine la possibilità di offrire ai contribuenti l'opzione fra la trattenuta alla fonte e il versamento personale", aggiunge Modigliani.
Gianfranco Fini aveva proposto di ridiscutere la ritenuta alla fonte "perché è giusto che ogni lavoratore dipendente e ogni pensionato si renda conto di quanta parte dei propri soldi finisca nelle tasche del Fisco o dello Stato a vario titolo". Poche parole che hanno scatenato una vera e propria guerra contro il centro-sinistra, finché Berlusconi ha aggiustato il tiro sostenendo che l'abolizione della trattenuta non faceva parte del programma elettorale del Polo.
Contro l'eliminazione della trattenuta ieri si è scagliato il ministro delle Finanze, Augusto Fantozzi, candidato nella lista Dini: "E' un autogol, perché da un lato complica il rapporto tra Fisco e contribuente costringendo quest'ultimo a farsi i calcoli e ad andare in banca o alla posta a fare i versamenti e dall'altro potrebbe essere inteso come una specie di istigazione all'evasione per i contribuenti che ora non possono evadere".