Roma, 23 Agosto 1997
Dichiarazione di Marco Pannella
"Le Agenzie trasmettono comprensibilmente interminabili take sul Gran Festival del massimo organo della partitocrazia e del regime italiani, 'L'Unità'. Grande rilievo viene dato al fatto che gli unici esclusi sarebbero Berlusconi e Bossi.
Vorremo invece precisare che non risultano, al solito, invitati i Radicali e i Radicalliberali, liberisti e libertari, alias 'i Riformatori'. Non è invitato Olivier Dupuis parlamentare europeo eletto in Italia, Segretario di quel partito transnazionale che rappresenta ai massimi livelli dell'ONU e che conta fra i suoi membri numerose decine di parlamentari italiani, oltre come non è noto Radicali di oggi e di sempre come Francesco Rutelli. Non risulta invitata la Commissaria Europea, oltre che fra i massimi leader del Movimento referendario e riformatore italiano, invitata un po' ovunque nel mondo tranne che nelle Repubbliche Rosse dove i grandi festival dell'Unità in genere e oggi si tengono. Non risulto invitato nemmeno io che ho indubbiamente la colpa di poter rappresentare se non altro le tesi sostenute il 15 giugno da 11 milioni di italiani oltre a quelle sostenute da maggioranze del 90% come la richiesta di abrogazione del finanziamento pubblico di Lor Partiti (inclusi quelli di Berlusconi e di Bossi
). La tradizione comunista (e, anticamente, anche fascista e anche clericale) viene così pienamente rispettata e esaltata dai 'post' e dai 'paleo' comunisti di oggi, poiché, anche il giornale non fondato da Gramsci ma da Garavini, 'Liberazione', segue le orme del giornale di Caldarola. La storia prosegue: i soli nemici da abolire persino nella nozione della loro esistenza restano per costoro radicali e liberali, liberisti, libertari. Domani, dopo averci raccontato con cronache assolutamente ispirate ai racconti dei bagni sul bagnasciuga romagnolo di Benito Mussolini, i peripli mediterranei del capo del partito e dei suoi incontri con il vicecapo del Governo di regime, scriverà da 'Il Corriere della Sera' a 'La Stampa', da 'Repubblica' a 'Il Messaggero': 'Pannella protesta'. Il problema che continuiamo a porre, non esiste, esiste solo la nonnotizia quotidiana della 'protesta' di un vecchio protestatario. Così vanno le cose. Noi siamo gli unici che per cultura, tradizione, forza attuale (contro la quale si
continua a 'staccare la spina' a Reggio Emilia e ovunque nell'impero partitoratico) ad avere sul tappeto circa 70 puntuali proposte (proposte e non proteste) di riforme puntuali e di governo, 35 delle quali sono depositate almeno in teoria in 16.000 punti istituzionali, Segreterie Comunali, Notai e Palazzi di Giustizia. Sono 70 proposte delle quali non si deve parlare né a Reggio Emilia né alle televisioni, né sui giornali donde, senza alcun dubbio, la necessità letteralmente vitale per il regime fuorilegge ed usurpatore di riunirsi sempre più in immenso Fascio contro il diritto e contro la libertà".