documento di lavoro e di strategie(consiglio di scaricarlo e leggerlo offline)
Inserisco in questa conferenza alcune valutazioni che mi hanno indotto a convocare in 24 ore un'incontro che si e' tenuto ieri sera a Firenze. Valutazioni che sono state fatte proprie da chi ha deciso di "riprendere" mobilitazione e lotta.
Riflessioni e strategie che spero servano al confronto ed aiutino gli scettici.
All'incontro, a livello cittadino, rivolto dal Cora agli antiproibizionisti, erano presenti una quindicina di persone, tutte radicali, e circa il doppio ha fatto sapere di essere comunque disponibile, anche se non presenziava per impegni precedenti.
Oltre a RR, due emittenti radiofoniche regionali toscane -Controradio (generica di sinistra) e Novaradio (dell'Arci)- hanno pompato l'evento con la rieptizione dell'appuntamento e interviste di presentazione agli organizzatori. Risultati di presenza fisica uguali allo zero, ma non poteva essere altrimenti, in sole 24 ore e senza nomi di richiamo. Ed hanno chiesto il resoconto dell'incontro.
Valutazioni di fondo.
Le azioni di Marco Pannella, giudiziarie e di disobbedienza civile, sono state fondamentali per riaccendere l'attenzione, e vanno utilizzate non tanto per provocare un effetto moltiplicatore delle stesse, quanto come occasione per ampliare il confronto e l'organizzazione della lotta.
Concentrarsi solo su di esse, considerato anche lo scarso numero di "addetti ai lavori", significa delegare di fatto ad altri diffusione e organizzazione del movimento: altri che non sono mai stati volenterosi e vogliosi nel farlo, tant'e' che gia' nel 1975 si disobbediva civilmente in questo modo, e mai un movimento che non fosse stimolato e guidato dai radicali ha fatto iniziativa antiproibizionista, al di la' della mera testimonianza. Non solo, ma l'attuale impazzimento normativo e giurisprudenziale, rappresenta un cedimento rispetto al passato post-depenalizzazione del consumo: ragion per cui, l'azione eclatante da sola non paga.
La creazione di un movimento, a partire dai radicali, e' fondamentale, in quanto l'Italia, piu' che essere un Paese a maggioranze antiproibizioniste, e' un Paese dove le maggioranze seguono in materia ancora le indicazioni del clan/partito di appartenenza. Infatti, se nel pacchetto dei referendum votati lo scorso 15 giugno fosse stato presente anche quello per la legalizzazione della cannabis, non credo che avrebbe subito diversa sorte rispetto a cio' che e' accaduto per gli altri. Gli italiani sono stati divorzisti e antiproibizionisti quando i loro punti di riferimento li hanno consigliati in questo senso. Certamente quest'analisi non e' valida in tutto (referendum scala mobile e 4 per mille del finanziamento pubblico, sono un esempio al contrario), ma mi sembra che possa esserlo nel nostro caso.
Va quindi creata la consapevolezza e la conoscenza sulla materia, sulla cui ignoranza, farcita di luoghi comuni e tabu', non aggiungo altro a cio' che ognuno puo' immaginare.
Le azioni di Pannella, le reazioni di importanti esponenti della Chiesa apostolica romana (cardinal Tonini a RR), il tentennare non negativo degli "antiproibizionisti da sempre" di osservanza piu' o meno comunista, le reazioni sguaiate e senza argomenti di chi sull'ignoranza ha fatto le sue fortune politiche, mi inducono a credere che mai momento potra' essere migliore; specialmente prima che, pur con la reiterazione testarda e continua, anche le azioni pannelliane entrino nell'archivio del personaggio che ogni massmediologo detiene dopo aver buttato via la chiave (la non eco della disobbedienza milanese ne' e' molto piu' che il sintomo).
La strategia e' quella di organizzare in modo leggero tutti gli antiproibizionisti, perche' possano a loro volta ampliare conoscenza e consenso, con l'obiettivo della olandesizzazione della nostra legislatura, l'unico perseguibile a livello nazionale.
Di fronte agli "antiproibizionisti da sempre" che scrivono il loro impegno anche nei programmi elettorali, come il Prc, o che sono tali solo nei salotti e nell'indignazione tra una sniffata e uno spinello .....
Di fronte agli antiproibizionisti nel cuore e nella testa che svolgono come unica attivita' quella di ricordarlo di esserlo -come Antonio Martino, Marco Taradash e Tiziana Maiolo- solo in quelle occasioni in cui sono chiamati da altri a dirlo ......
l'azione della creazione del movimento deve andare in due direzioni:
- stanare i rintanati ed obbligarli a passare dal dire al fare
- far cambiare idea a chi ignorantemente e in buona fede si proclama proibizionista.
Oggi ho avviato la prima fase in due direzioni:
- convocazione di un incontro con forze politiche e sociali che si dichiarano antiproibizioniste (vedi lettera di convocazione allegata),
- organizzazione di un ciclo di conferenze stampa/incontri (dovunque ci sia una cronaca locale di un giornale o un emittente, e un singolo o gruppo di antiproibizionisti disposti a raccogliere il testimone ..... basta scandagliarsi gli indirizzari .... sempre che l'amministrazione radicale romana ce li voglia mettere a disposizione .... altrimenti non mi strappo i capelli ....) sui risultati della politica di riduzione del danno in Svizzera, a cui sono invitati anche "gli antiproibizionisti da sempre" perche' dicano la loro.
Inoltre e' stato istituito un Osservatorio, con tanto di ufficio stampa, sull'uso dei fondi stanziati dal ministero per la prevenzione della tossicodipendenza, e su cui c'e' molta voglia di denuncia, essenzialmente politica: quando, per esempio, si usano questi fondi per campagne di prevenzione sulla tossicodipendenza da marijuana (!).
Nella fase successiva, quando avremo costituito il nocciolino del movimento antiproibizionista, probabilmente con sigla espressione di una sommatoria di altrettante sigle in cui compare anche quella radicale, promuoveremo gli incontri con coloro che "ufficialmente" sono proibizionisti, con particolare attenzione ad An e il suo gruppo giovanile "Azione Giovani" e al variegatissimo mondo dell'associazionismo cattolico apostolico romano (con cui -scout Agesci- abbiamo gia' fatto quest'anno degli incontri in materia, invitati da loro, numerosi ad ascoltarci).
L'intento e' quello di fargli eslodere le contraddizioni in casa, e in An, in particolare, ce ne sono a iosa, e le abbiamo gia' scovate e rese pubbliche in dibattiti a feste tricolori e trasmissioni a RR.
Inoltre ci sono i mitici incontri presso gli istituti superiori e le universita', dove non c'e' intenzione di andare a convincere alcuno, ma solo di incontrarsi per confrontarsi e mettere in opera le strategie di lotta al proibizionismo. E' inutile menarsela con assemblee pro o contro la droga, perche' a questi incontri vengono solo quelli gia' convinti antiproibizionisti. mentre i proibizionisti li scoviamo in altri luoghi.
Nello stesso tempo vengono messe insieme idee, capacita' e mezzi (una persona se ne occupa specificatamente) per l'edizione di una newsletter bimestrale sul modello di quella della "Drug Policy Foundation", con il presumibile coinvolgimento di grandi teste tipo Carla Rossi e Fabrizio Starace.
Infine, vi informo che nella zona di Lucca, e' gia' nato un gruppo simile, composto di una cinquantina di persone, che si e' denominato "Co.M.A.P. - Coordinamento per le misure Alternative al Proibizionismo", e di cui ne faccio parte fondante, e dove, su iniziativa radicale dichiarata ed esplicita, stanno gia' confluendo singoli e circoli di area Prc e Pds, oltre a rimettere "a regime" radical-as-sonnati.
Tutto questo ha valore nell'attuale situazione. Se il Pannella finira' dentro, occorrera' rivedere alcune determinanti fasi di questa strategia. Ma consentitemi di dubitare sulla galera di Pannella e, con una battuta che lo e' fino ad un certo punto, consentitemi di credere che l'on. Folena fara' presentare al governo un decreto legge (su cui, poi, per farlo passare chiederanno anche la fiducia al Parlamento), composto di un solo articolo, che grosso modo cosi' recitera': "L'on. Pannella Giacinto detto Marco, non puo' essere arrestato per alcun motivo". Dopodiche', eminenti sentenze che diventeranno giurisprudenza, daranno una lettura estensiva di questa legge, applicandola anche "a tutti coloro che in qualche modo sono a lui associabili".
Poche cose per cominciare, che si devono legare ad una strategia che punti a far cominciare la discussione dei pdl depositati in Parlamento.
Ma qui dovrei ricomiciare di nuovo, con altri argomenti e respiri. Per ora mi fermo al piccolo dato territoriale.
Grazie per essere arrivati fin qui.
Allegato
Lettera di convocazione di cui sopra.
Firenze, 22 ottobre 1997
Alla segreteria del ....
OGGETTO: richiesta di incontro sulle politiche antiproibizioniste.
Negli ultimi anni il dibattito politico in materia di tossicodipendenze ha conosciuto una crescita notevole, soprattutto da un punto di vista qualitativo. Concetti come antiprobizionismo, legalizzazione, riduzione del danno sono usciti dal ghetto in cui per lungo tempo sono stati rinchiusi, per trovare piena dignità - anche scientifica - e concrete proposte operative e normative.
La strada da compiere è ancora molto lunga e, mentre in paesi a noi vicini come Olanda, Svizzera, Inghilterra, si sperimentano interventi alternativi e si introducono coraggiose riforme, nel nostro paese continuiamo a dover subire leggi confuse e repressive che ottengono solo risultati paradossali.
In questo quadro ci rivolgiamo a voi per tentare di avviare un confronto per creare un comune strumento di lavoro per far politica su questi temi. Ci presentiamo a mani nude: le nostre appartenenze politiche contano, così come contano le differenze che ci dividono, ma quello che vogliamo sia chiaro fin da subito è che proponiamo di trovarci insieme, liberi dalle sigle che continuiamo a sentire nostre, su un singolo preciso obiettivo.
Per tutto ciò, vi proponiamo di trovarci presso la nostra sede di via Cavour 68 alle ore 21.00 di martedì 4 novembre.
In attesa di un vostro riscontro, vi inviamo cordiali saluti.
Vincenzo Donvito, Arnaldo Melloni