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Poretti Donatella - 30 agosto 1999
"ARCOBALENO, QUANTI ERRORI"
La Bonino: L'Italia poco professionale negli aiuti

Per l'ex commissaria europea si e' pensato piu' a "sbandierare" gli interventi che a pianificarli

da La Repubblica di lunedi' 30 agosto 1999, pag. 11

di STEFANIA DI LELLIS

ROMA - "Mancanza di professionalita'". Emma Bonino bolla l'intervento umanitario italiano in Kosovo, quello che anche ieri il ministro del'Interno Rosa Russo Jervolino ha definito "un fiore all'occhiello". "La missione Arcobaleno e' stata troppo "sbandierata" - rimprovera invece l'ex commissaria Ue - Fin dall'inizio ne sono apparsi i limiti: indicazioni poco chiare ai donatori, incapacita' di rifiutare prodotti che davano visibilita' a chi li offriva, ma che difficilmente sarebbero stati distribuiti. E soprattutto si e' sempre dato per scontato che i profughi sarebbero rimasti a lungo nei campi". "La guerra e' finita prima del previsto", dice la Jervolino. "In queste emergenze vanno sempre preparati scenari diversi", ribatte l'ex responsabile europea degli interventi umanitari.

Emma Bonino, lei ha lavorato per il Kosovo, quindi conosce le difficolta' dell'intervento in quella zona. Come giudica gli sprechi italiani denunciati negli ultimi giorni?

"Premetto che gli aiuti dei singoli paesi non rientrano nella sfera di competenza della Ue. Non sempre quindi avevo informazioni su quello che faceva l'Italia ne' avevo possibilita' di interferire. Comunque fin dall'inizio ho chiesto che non si pensasse solo a raccogliere cibo e medicinali, che sono deperibili e sarebbero stati difficilmente stoccabili in territorio albanese. Ho chiesto che invece di svuotare i grandi magazzini spedendo merendine e maglioni alla rinfusa si offrissero soldi. Come Unione europea e tramite le Organizzazioni non governative il denaro lo abbiamo utilizzato per assistere le 150 mila persone ospiti di famiglie albanesi e macedoni. L'Italia ha preferito allestire campi in proprio: un'operazione che da' piu' visibilita', ma che alla fine comporta piu' sprechi, come si sta dimostrando in questi giorni".

Pensa che ci siano stati errori gravi, che meritino indagini?

"Non so se si possa parlare di "dolo". Sicuramente pero' c'e' stata grave mancanza di professionalita'. All'epoca del lancio di "Arcobaleno" e' stato fatto quello che gli inglesi chiamano "overshooting", si e' sbandierato un po' troppo l'intervento italiano. Probabilmente si e' tentato di raggiungere un'unanimita' umanitaria per mettere da parte le differenze che lacerano la nostra difficile politica interna".

Eppure all'Italia sono arrivati "grazie" da ogni parte...

"Chiariamoci, l'Italia e' intervenuta prima degli altri per aiutare i profughi, nessuno lo mette in dubbio. Ma ci mancava pure che non lo facessimo. Siamo a un passo dall' Albania, da tempo abbiamo interessi li', dove abbiamo guidato una missione militare internazionale, "Alba". E non dimentichiamo poi che volevamo scongiurare un'invasione di profughi".

Insomma, un giudizio negativo?

"In Italia c'e' stata un'enorme spinta di generosita' individuale, che e' stata pero' poco disciplinata. Non sono state date indicazioni di priorita', sono stati lasciati dei settori scoperti, mentre si e' consentito che alcuni prodotti andassero sprecati. L'intervento umanitario non si improvvisa, bisogna avere il coraggio di dire di no a chi regala cose che non servono, non prenderle e farle marcire. Vede, un 15- 20 per cento di "dispersione" di aiuti - per deperimento, furto o altro - e' fisiologica. Ma se si va oltre questa percentuale significa che qualcosa non va".

"La guerra e' finita prima del previsto", ha detto il ministro Jervolino.

"Quando si ha che fare con profughi bisogna sempre prevedere tre scenari: rimangono nei campi a lungo, tornano tutti presto a casa, tornano alla spicciolata. E' una delle regole base. Invece, si sono scelte soluzioni piu' demagogiche che funzionali, vedi Comiso".

La stampa tedesca ha accusato l' Italia di aver fatto marcire nel porto di Bari gli aiuti spediti dalla Germania. Potrebbe essere accaduto anche a prodotti inviati da altri paesi?

"Per quanto riguarda la Ue, non credo. In linea di massima abbiamo comprato prodotti sul posto invece di mandarli attraverso l'Italia".

Come giudica il "regalo" all'Albania di 350 container di aiuti italiani non utilizzati?

"Non c'e' nulla di male, se si procede con trasparenza. L'Albania e' un paese bisognoso e ha sopportato uno sforzo enorme durante la guerra".

 
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