Il dibattito suscitato dall'articolo di Marco Pannella su "IL PAESE" del 22 marzo 1959 (testo n.326) a cui replica il segretario comunista Palmiro Togliatti (testo n.327)A chi dispiacerebbe
SOMMARIO: Commento all'articolo di fondo de "Il Messaggero "del 27 marzo in cui si affermava chel'iniziativa de "Il Paese" nasconderebbe una precisa macchinazione politica ad uso e servizio del partito Comunista.
(IL PAESE, 28 marzo 1959)
"Il "Messaggero" di ieri mattina ha dedicato il suo articolo di fondo al "sondaggio sulla posizione dei partiti" che il nostro giornale va conducendo da alcune settimane. Secondo il "Messaggero" la nostra iniziativa nasconderebbe una precisa macchinazione politica ad uso e servizio del partito comunista: avremmo cioè parlato di sondaggio unicamente per diffondere il convincimento che da esso debba scaturire "solo un chiarimento di idee"; "in realtà - prosegue l'articolista - si ha l'impressione che tutto il sondaggio sia stato un semplice pretesto per dare occasione a Togliatti di riattivare, sia pure in sordina, la ben nota insidia del fronte popolare". Posta brillantemente questa promessa, il "Messaggero" prosegue colla consueta denuncia dei "pericoli del frontismo" e coll'invito alle forze della "sinistra democratica" di non lasciarsi attrarre dalle lusinghe comuniste.
Non entriamo nel merito, in questa sede, delle argomentazioni politiche dell'articolista del "Messaggero": come più volte abbiamo chiarito nel presentare la nostra iniziativa, ci riserviamo infatti di precisare successivamente, in sede di conclusioni, la posizione del nostro giornale sui problemi affacciati nei diversi interventi e nei commenti e nelle polemiche di stampa cui essi hanno offerto lo spunto. Ci sembra però che siano sufficienti poche parole per dimostrare quanto sia infondata l'insinuazione del "Messaggero" circa la "manovra frontista" cui avremmo dato l'avvio col nostro "sondaggio".
Basta dire, al riguardo, che il "sondaggio" è ancora in corso e che pertanto la lettera di Togliatti non ne costituisce affatto il punto terminale; che tale lettera va considerata né più né meno che come l'apporto al "sondaggio" di uno degli esponenti politici che abbiamo invitato ad intervenire; che il fatto che l'on. Togliatti abbia scelto la forma della lettera e si sia soffermato soprattutto su uno dei temi che erano emersi dai precedenti interventi non ha alcun significato particolare perché tutti coloro che aderiscono al nostro invito sono liberi di rispondere come credono, anche scrivendo un articolo come ha fatto il radicale Pannella per sua espressa e da noi acconsentito desiderio.
Quanto, infine, agli scopi della nostra iniziativa, ciò che ci proponiamo è precisamente di favorire un "chiarimento di idee". Se poi da questo chiarimento emergerà l'esistenza di punti di intesa fra le varie forze della sinistra italiana, ciò non ci farà certo dispiacere, come non potrà dispiacere a tutti coloro che sono interessati a un reale sviluppo democratico del nostro Paese: avrà a dolersene solo chi, come l'articolista del "Messaggero", è schierato a difesa di un equilibrio politico che tutela soltanto gli interessi padronali e agita perciò a ogni pie' sospinto, contro qualsiasi diversa prospettiva di movimento, il loro spauracchio del "frontismo".